i barboni n. 2

storia di LUISA

Un'altra mia amica dopo Aniello fu LUISA: una vera forza della natura, anziana, aveva circa 70 anni, un po' matta.
Era una persona che da giovane aveva studiato, si capiva dal suo italiano veramente buono. Luisa leggeva i giornali, si teneva informata, anche se interpretava tutto quello che succedeva come qualcosa che altri avevano tramato ai suoi danni.
Anche quello che succedeva in America lei lo riportava ad un complotto nei suoi confronti, e - ricordo - era impressionante il fatto che pensava di conoscere tutti quelli di cui i giornali parlavano, quasi come un bisogno di trovare parenti.

 

Era un po' confusa, certe volte pensava che noi fossimo parenti, pensava di essere sorella di mia mamma. Al contrario di Aniello, lei dei parenti li aveva, una sorella, un cognato. Ma erano anziani anche loro e Luisa era un tipo molto irrequieto. Credo che la sorella non ce l'avesse fatta ad accudirla.
Molte famiglie vivono questo problema di essere da sole a sostenere il peso di un malato psichico in casa, spesso non ce la fanno o non sanno come affrontare la situazione: e la persona malata finisce per la strada.

Anche lei, in quanto anziana non si allontanava molto dalla stazione. Una volta la trovai che stava male perché nel grattarsi si era graffiata sulla spalla ed era subentrata una infezione; la portai in ospedale dove le fecero una medicazione. Da quel giorno, quando se ne ricordava, diceva che io ero suo figlio perché lei era stata male ed io l'avevo aiutata, avevo perso tempo appresso a lei.

 

Mi raccontava che da giovane era stata fidanzata, si sarebbe dovuta sposare, poi per l'insorgere della malattia era andato tutto a monte.
Parlava spesso della mamma, delle passeggiate che facevano insieme. Lei era rimasta a casa sua fino a quando i genitori erano rimasti in vita; poi, mancando i suoi punti di riferimento stabili, era finita per la strada.
Non si tratta di fare un processo alle famiglie, ma spesso si creano un insieme di fattori per cui la situazione può sfuggire di mano e si finisce per la strada, pur avendo fratelli e sorelle.

Luisa credo sia stata per la strada per circa trenta anni.
Alla stazione era una istituzione, la conoscevano tutti, conoscevano le sue stranezze e la sua simpatia, le volevano bene tutti; spesso era vittima di ladri che approfittando del fatto che era un po' confusa la alleggerivano di quello che aveva.

Con alcuni amici l'anno scorso andammo in stazione il giorno del suo settantesimo compleanno, portammo la torta con le candeline, la chitarra per cantare ed una sciarpa in regalo.
Fu felicissima che ci fossimo ricordati del suo compleanno, fu una bella festa.

Luisa è morta in ospedale l'anno scorso, dopo essere stata qualche giorno in clinica psichiatrica, forse perché per la strada aveva gridato a qualcuno o aveva offeso qualcuno.