intervista sulla fede, i giovani e la Chiesa - n.1
 

Abbiamo rivolto alcune domande ai giovani che si sono avvicinati alla nostra Chiesa per prepararsi alla Cresima
Queste sono state le risposte che abbiamo lasciato così come ci sono state date:
I più grandi
Intervista n.1

Ada - anni 27
1. Qual'è il tuo
rapporto, oggi, con la Chiesa?

Quand'ero una bambina ho sempre creduto in ciò che ci è stato insegnato, dicevo le preghiere la sera, andavo a messa la domenica, cercavo di non dire bugie, cattive parole, entravo in chiesa quando ne incontravo una per farmi il segno della croce.
Ma crescendo, questo modo di vivere la fede non mi si addiceva più e me ne sono allontanata.

2. Come vivi la fede?

Forse il modo di viverla era adatto ad una bambina e non ad una ragazza della mia età.
Ora sto cercando, con un po' di sforzo, di riavvicinarmi, di riprendere contatto con la Chiesa, cercando di vivere come Gesù ci insegna, con amore e con tutto ciò che ne consegue.
Mi sto rendendo conto che questo mi rende una persona migliore e che permette di ricevere da Gesù, come nelle nozze di Cana, quel vino per essere sereni, felici e sazi.

3. E' possibile vivere l'amore nella nostra società?

Non è facile vivere l'amore nella nostra società. Si rincorre sempre qualcosa in più e che sta più in alto, si guarda avanti, al successo, all'affermarsi, alla soddisfazione personale, dimenticandosi molte volte di ciò che si ha e di quella cosa che ci contraddistingue dagli altri: saper amare.
Certo, nella nostra società bisogna lavorare per andare avanti, bisogna fare soldi e più ne sono e meglio è.
Ma in questa corsa chi ne soffre? Un po' tutti: chi ci sta accanto, (figli, partner, ecc.) perché non si sente amato, sa che non è una cosa importante, il centro dei pensieri, e si fa di tutto per avere un po' di attenzione.

4. Che cosa ti aspetti dalla Chiesa?

La Chiesa siamo noi, è formata dalla comunità; se noi impariamo a vivere con fede, mi aspetto completezza nel modo di vivere di ognuno di noi.
Se guardiamo la Chiesa come istituzione, mi aspetto un po' più di elasticità nel modo di pensare e di giudicare i comportamenti che noi possiamo avere.
Io credo che se ogni gesto viene fatto con amore, non è certo per danneggiare qualcuno, e quindi non può essere sbagliato.

Noi stessi, che cerchiamo sempre quel qualcosa che ci dia serenità, tranquillità, soddisfazione, anche quando abbiamo raggiunto il traguardo non ne siamo contenti, non sappiamo più apprezzare ciò che abbiamo.
Oggi dovremmo ritornare ad essere come eravamo da piccoli, quando ci accontentavamo delle piccole cose, della passeggiata con mamma e papà, eravamo felici semplicemente nel giocare con le bambole o con le macchinine.
Come tornare a queste sensazioni, come riempire il vuoto che persiste in noi? Rieducandoci ad amare, amare senza pretendere nulla.
Non è facile, non ci riusciamo con le persone a noi care, pensa un po' con le persone che in un certo qual modo ci sono "nemici" (concorrenti nella vita).
Ma noi dobbiamo pensare che abbiamo una capacità in più: saper amare. E ciò molte volte è un'arma disarmante per gli altri.