parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 01/12/19

Domenica 1ª Tempo di Avvento /A
 
 

Letture: Isaia 2, 1-5; Salmo 121; Romani 13, 11-14; Matteo 24, 37-44.

Memoria del beato Carlo di Gesù (Charles de Foucauld), “fratello universale”, ucciso nel 1916 nel deserto algerino dove viveva in preghiera e in fraternità con il popolo tuareg.

dal Vangelo di Matteo 24, 37-44

37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo.

40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo.


SVEGLIAMOCI DAL SONNO DELLE NOSTRE ABITUDINI


«Come furono i giorni di Noè: non si accorsero di nulla
finché venne il diluvio e travolse tutti»

La storia può cambiare

Inizia oggi, con il tempo di Avvento, un nuovo anno liturgico, un inizio che non coincide con la nostra scansione del tempo. Un inizio che ci chiede di fermarci a riflettere. Tanti vivono indifferenti a quello che accade attorno a noi e in tante parti del mondo. E nell’indifferenza si smarrisce qualsiasi capacità di comprendere, di leggere i segni del tempo presente, si fa l’abitudine al dolore degli altri.

Noi non crediamo di poter cambiare la storia e la parola del profeta Isaia, proprio all’inizio di questo tempo ci sveglia dalla nostra rassegnazione, ci parla del monte del tempio del Signore al quale «affluiranno tutte le genti», cioè tutti i popoli. E l’apostolo Paolo ci esorta: «consapevoli del momento, è ormai tempo di svegliarvi dal sonno».

La realtà di Gesù ci viene incontro

Che cosa è questo sonno? È l’abitudine alla realtà che ci circonda, è pensare che non possiamo fare di più di quello che giù facciamo. È fare l’abitudine ai segni del male, è non accorgersi dei segni del bene, delle domande che tanti si portano dentro che chiedono di essere accolte.

Le immagini dei due uomini nel campo e delle due donne alla macina ci fanno capire che non possiamo andare avanti continuando tranquillamente a fare le cose di sempre. C’è una realtà di Dio che ci viene incontro, è la realtà di Gesù che vuole incontrare tutti gli uomini che sono in attesa.

C’è un invito nell’ultima parabola del padrone di casa che non deve farsi scassinare la casa dal ladro, a comportarsi in maniera degna del Signore.

La venuta del Signore mette in crisi la nostra tranquillità

Il regno di Dio è vicino – ci dice Gesù – e noi ne vediamo i segni. La venuta di Gesù rende presente il regno di Dio sulla terra. E questo provoca una crisi, ci scuote, ci sveglia dal sonno. Il regno di Dio presente sulla terra provoca una crisi. È la venuta di Gesù a provocarla che ci porta a conoscere degli sviluppi inattesi.

In questa realtà del regno di Dio che viene, il Signore ci ha già coinvolti: vediamo segni di gioia nelle persone accolte e curate, nei bambini accompagnati, nei poveri sollevati, negli anziani visitati e ascoltati. Ma quanti sono quelli ancora tristi, ancora soli, ancora senza che qualcuno si avvicini a loro?

C’è un abito nuovo da indossare, un abito spirituale

La parabola del padrone di casa che veglia per un ladro che può arrivare è un appello ad essere pronti ad uscire, ad incontrare, ad accogliere quelli che sono in attesa. Tenersi pronti corrisponde ad indossare l’abito nuziale di cui parla la parabola del banchetto di nozze (Mt 22,11-13), altrimenti si viene esclusi dal banchetto del re, che rappresenta il Signore.

È l’abito della compassione, della tenerezza, che ci porta a fare festa insieme, a partecipare al banchetto dove i primi posti sono per i poveri, gli esclusi, i dimenticati. Lasciamoci accompagnare in questo tempo da Maria docile alla parola di Dio, da Giovanni Battista che ci insegna ad accogliere e per tutti trovare la risposta per iniziare a vivere nella casa del Signore, nella sua famiglia dove si respira una cultura di pace, di fraternità, di comunione, di gioia.

Intenzioni di preghiera

1) O Signore, a te ci rivolgiamo con fiducia per chiederti di guidarci con la tua Parola in questo tempo di Avvento: liberaci dall’amore per noi stessi, per accogliere e difendere la vita degli altri, per attendere insieme a tanti poveri, la buona notizia del tuo Regno che irrompe nella storia.

2) Fa’, o Signore, che la tua Chiesa sia segno di unità e di pace in questo mondo diviso e sostieni con la forza del tuo Spirito Papa Francesco e il nostro vescovo Crescenzio.

3) Ti preghiamo, Signore, di essere vicino a chi è condannato a morte e non ha il conforto di nessuno. Sostieni e accompagna il lavoro di chi in tante parti del mondo è impegnato per l’abolizione della pena di morte. E a noi concedi di non stancarci mai di difendere ed amare la vita di ogni uomo come tu la ami.

4) Signore, ti preghiamo per l’Albania colpita dal terremoto: accogli le sue vittime, lenisci il dolore di chi le piange, veglia sulla vita dei feriti e dona consolazione e forza a tutti i suoi abitanti perché possa presto risollevarsi.

5) Signore, allontana lo spettro della guerra e della violenza: dona al mondo la pace. Veglia sulla Siria e proteggi tutti coloro che sono ancora sequestrati.