«Le folle, chi dicono che io sia?»
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Dal Vangelo di Luca capitolo 9, versetti da 18 a 24
18Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?».
19Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». 21Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno.
22«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
23Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. 24Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.
IL NOSTRO VOLTO RISPECCHI IL VOLTO DI CRISTO |
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È lo Spirito del Signore ad animare la nostra vita?
Come oggi il mondo guarda a Cristo e alla Chiesa? Come noi guardiamo al Cristo e come lo seguiamo? Si possono formulare così le due domande che Gesù rivolge ai discepoli e che oggi sentiamo rivolte a noi. E non è casuale la notazione dell’evangelista Luca: la domanda viene posta da Gesù ai discepoli mentre si trovavano in un luogo solitario dove lui si era ritirato a pregare.
La preghiera ci mette dinanzi al Signore, ci fa entrare in contatto con Lui e ci permette di riflettere e leggere con chiarezza quello che avviene intorno a noi e quanto lo Spirito del Signore è lui ad animare la nostra vita.
Anche oggi ci sono quelli che hanno l’idea di Cristo come un grande profeta, che annuncia cose belle e giuste, ma di difficile attuazione. Altri hanno una idea distorta indotta dai comportamenti di coloro che si dicono cristiani ma il Vangelo è lontano dalla loro vita. Altri ancora cercano il volto di Cristo, ma non riescono a vederlo perché offuscato dai tanti veli che sono i comportamenti poco coerenti dei suoi discepoli.
Il mondo ha bisogno di Cristo
Le folle che vanno ad ascoltare le parole di papa Francesco, i tanti che sono attratti dal suo stile di vita e dalle parole che giungono al cuore, sono realtà che ci fanno interrogare su di noi, sul servizio che viviamo come discepoli del Signore, sulla «leggerezza» della nostra vita rispetto all’appesantimento delle tante cose materiali che ci portiamo appresso.
«Dobbiamo lottare contro lo spirito del male – scrive papa Gregorio Magno – se uno combatte vestito contro uno che è nudo, facilmente viene gettato a terra, perché ha più modo di essere afferrato. Che cosa sono, infatti, tutte le cose terrene, se non dei vestiti del corpo? Chi va a combattere contro lo spirito del male, non possegga nulla in questo mondo, o non sia attaccato a nulla, perché ciò di cui si copre, non diventi strumento della sua caduta» (Hom., 32, 2).
Lo stile di vita dei discepoli di Gesù non segue le mode di questo mondo. La sobrietà e la semplicità aprono la strada alla immedesimazione con Cristo, ci rendono docili al vento dello Spirito che agisce in quelli che si affidano a Lui.
Lasciare se stessi per nascere alla vita con Cristo
Che vuol dire «rinnegare se stessi», lasciare se stessi? Lasciamo noi stessi quando evitiamo ciò che era il nostro uomo vecchio e ci sforziamo d’essere l’uomo nuovo. Riflettiamo sulle parole di Paolo, come aveva rinnegato se stesso, quando dice: «non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gal.2, 20).
Come se volesse dire: io sono morto perché non vivo secondo la carne, secondo il mondo: ma essenzialmente non sono morto perché vivo spiritualmente in Cristo. Se non rinunciamo a noi stessi, non ci distacchiamo dalle cose del mondo, non possiamo avvicinarci a chi ci vuole rinnovare, non riusciamo ad accogliere ciò che non viene da noi o da questo mondo, ma viene dall’alto, dal Signore. I semi marciscono in terra, abbandonano il loro guscio duro, per moltiplicarsi. Mentre sembra che perdano ciò che erano, ricevono ciò che non erano: comunicatori di vita nuova, generando nuovi semi.
L’incontro con quelli che il mondo emargina o ignora, ci aiuta a questo spogliamento di tutto quello che ci appesantisce, giorno dopo giorno da orgogliosi ci fa diventare umili, da avari ed egoisti impariamo a donare gratuitamente.
Camminiamo con la forza dello Spirito
Smettendo gli abiti dell’uomo materiale, ci rivestiamo di Cristo, di abiti spirituali che sono frutto dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. E cominciamo a vedere con occhi nuovi, a comprendere le cose dello Spirito di Dio.
Sono cose che l’uomo terreno giudica follia, ma l’uomo mosso dallo Spirito le ritiene manifestazione del pensiero di Dio che diventa vita nella nostra vita e comunica vita a coloro che incontriamo. Per questi uomini spirituali non ci sono più divisioni, discriminazioni, esclusioni: «non c’è Giudeo né Greco – ci ripete l’apostolo Paolo - non c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù».
Col pensiero di Dio, con la forza dello Spirito camminiamo incontro agli uomini, facciamo conoscere Gesù come compagno e amico della nostra vita, facciamo conoscere il nuovo umanesimo che sgorga dal Vangelo, l’antica storia del Buon Samaritano sia il paradigma della nostra spiritualità, viviamo una grande simpatia per ogni uomo e ogni donna del nostro tempo.
Intenzioni di preghiera
- O Signore Gesù, tu che hai ritrovato la vita, perdendola per noi, aiutaci a trovare la nostra felicità rinunciando a conservare noi stessi e spendendoci per te e per i poveri.
- Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa perché, ovunque nel mondo, sappia rendere testimonianza del tuo amore che vince la morte.
- O Signore, suscita nel tuo popolo uomini e donne disponibili al servizio del Vangelo e a vivere il tuo amore senza confini.
- O Signore, ti presentiamo tutte le invocazioni che sono state a noi affidate lungo questa settimana: ti preghiamo per chi cerca il tuo soccorso, il tuo perdono, la tua guarigione, perché la vita di ogni uomo possa essere raggiunta dalla tua misericordia.
- Signore, fa’ cessare ogni guerra, il livore dell’odio e ogni male : che la pace venga presto in Siria. Proteggi la vita di chi è prigioniero e restituisci alle loro Comunità i vescovi Mar Gregorios Ibrahim e Paul Yazigi.
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