parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 27/10/13

Domenica 30ª del Tempo Ordinario /C
   

Letture: Siracide 35,15-17.20-22; salmo 33; 2Timoteo 4,6-8.16-18; Luca 18, 9-14.

 

"O Dio, abbi pietà di me peccatore"

Dal Vangelo di Luca capitolo 18, versetti da 9 a 14

9Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:

10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.

11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé:

«O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.

12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo».

13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo:

«O Dio, abbi pietà di me peccatore».

14Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

LASCIAMOCI CONTAGIARE DALLA MISERICORDIA DI DIO

Mentre preghiamo il Signore guarda quello che c’è nel nostro cuore

Domenica scorsa il Vangelo ci invitava a riflettere sulla necessità di pregare, pregare senza stancarsi, con insistenza, come la vedova della parabola. Oggi siamo ancora invitati a fermarci sulla preghiera, in particolare su quello che c’è nel nostro cuore mentre ci presentiamo dinanzi a Dio.

Leggendo il Vangelo vediamo Gesù che ci manifesta in maniera concreta l’amore di Dio per i lontani, per coloro che sono trascurati perché deboli, poveri, stranieri. Egli vive in mezzo alla gente, accanto ai poveri, ai ciechi, ai mendicanti, ai disprezzati.

Possiamo noi presentarci a Dio – nella preghiera, nella liturgia – avendo nel nostro cuore sentimenti di disprezzo dei più poveri, dei deboli, degli esclusi?

La preghiera del fariseo e del pubblicano

Il fariseo del quale ci parla Gesù nella parabola è un uomo pio, uno che segue le regole religiose; ma vediamo che durante la preghiera manifesta dinanzi a Dio quello che c’è nel suo cuore. Egli si contrappone agli altri, si sente superiore agli altri uomini, quasi che tutti fossero rapaci, imbroglioni o adulteri. E poi nomina due opere meritorie che egli compie con assiduità: digiuna due volte alla settimana, come pratica volontaria e paga al tempio la decima parte del prezzo di tutti i prodotti che acquista. Egli non esagera, dice la verità.

Veramente è un uomo pio, religioso, a differenza del pubblicano che si sente lontano da Dio e per questo non ha nemmeno il coraggio di alzare gli occhi al cielo; si vergogna, si sente confuso dinanzi a Dio e si batte il petto in segno di pentimento.

La preghiera del povero attraversa le nubi

Anche noi, come gli ascoltatori contemporanei di Gesù, pensiamo che questo fariseo è una brava persona, a differenza dell’altro. Ma Gesù ci sorprende con la conclusione sconcertante della storia: il pubblicano che si riconosce peccatore torna a casa purificato e accolto da Dio, a differenza del fariseo che rimane con il suo orgoglio e il suo disprezzo verso coloro che sono diversi da lui.

L’indifferenza, il disprezzo degli altri, il tenersi a distanza, sono tutti atteggiamenti e comportamenti che si oppongono ai sentimenti di Dio nei confronti degli uomini, soprattutto nei confronti di quelli che il mondo non tiene in nessun conto, anzi li disprezza. «Dio – dice l’antico libro del Siracide - non è parziale a danno del povero e ascolta la preghiera dell’oppresso. Non trascura la supplica dell’orfano, né della vedova. La preghiera del povero attraversa le nubi».

Ma anche la nostra preghiera arriva fino alle nubi se accogliamo l’invocazione del povero, se gli usiamo misericordia. Il Signore guarda il cuore mentre ci presentiamo a Lui nella preghiera. Ed è pronto a perdonare se noi riconosciamo la nostra distanza da chi è povero e gli chiediamo perdono.

Lo Spirito di amore ci illumini e ci guidi

Nel canto di lode al Signore, il Magnificat, Maria dice: «il Signore ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore e ha innalzato gli umili». Quando ci facciamo vicini ai poveri, a coloro che soffrono, il nostro cuore viene poco a poco purificato dall’orgoglio, diventa umile. I poveri ci rendono più umani, ci rendono migliori.

Dalla preghiera del fariseo possiamo imparare a ripensare il nostro dialogo col Signore, rivolgendogli la nostra preghiera:

O Signore, ti chiedo perdono perché tante volte mi sento ancora superiore agli altri, giudico i miei fratelli. Ti chiedo perdono per quando mi sono sentito sicuro per quel poco che compio, quando mi appoggio alle pratiche esteriori, mentre tu guardi al cuore. Aiutami, fammi crescere come uomo interiore, perché il tuo Spirito che illumina e guida, mi doni uno sguardo misericordioso, mi renda capace di guardare come tu guardi al peccatore, all’umile e al povero.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, che non fai preferenza di persone, guarda a noi come al pubblicano pentito mentre ci rivolgiamo a te per aprire il nostro cuore alla confidenza della tua misericordia: perdonaci, liberaci da ogni vanagloria ed abbi pietà di noi.
  • Ti preghiamo, o Signore, fa’ che impariamo da te la fiducia nel Padre: perché la nostra preghiera, fatta con umiltà, possa penetrare le nubi e giungere all’Altissimo, a colui che è la nostra forza e la nostra salvezza.
  • O Signore, noi ti preghiamo per il papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio; e mentre ricordiamo la preghiera interreligiosa di Assisi del 1986 ti chiediamo: aiutaci a custodire lo spirito di Assisi, perché le religioni nella preghiera, nel dialogo e nell’amicizia sappiano indicare al mondo le vie della pace.
  • Ascolta, o Signore, le invocazioni che ti presentiamo e che sono state affidate lungo questa settimana alla nostra preghiera. Tu che sei vicino a chi ha il cuore ferito e salvi chi ha lo spirito affranto, proteggi chi in te si rifugia. In particolare ti affidiamo tutti i poveri, i malati, gli anziani.
  • O Signore, dall’alto della tua misericordia trasforma il cuore e la mente di chi cerca ostinatamente il male. Che la tua pace scenda su questo mondo ferito dalla violenza. Veglia sul Mozambico, libera dalla violenza la Siria. Proteggi la vita dei vescovi Mar Gregorios Hibrahim e Paul Yazigi, di Padre Paolo Dall’Oglio e dei sacerdoti Maher Mafouz e Michel Kayyal, e di tutti coloro che sono ancora sequestrati.