Uno di loro tornò indietro per ringraziarlo. Era un Samaritano
|
|
Dal Vangelo di Luca capitolo 17, versetti da 11 a 19
11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea.
12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!».
14Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo.
Era un Samaritano.
17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono?
18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
GesU' puo' guarire ogni malattia del nostro cuore |
|
La Domenica: giorno importante per i cristiani
Quanto è importante questo nostro incontro col Signore, ogni domenica. Noi non gli diamo ancora l’importanza che merita. Mi viene in mente un episodio che riguarda gli inizi della Chiesa cristiana. Ad Abitene, vicino Cartagine, nel IV secolo, furono condannati a morte un gruppo di cristiani che non volevano rinunciare alla osservanza della Domenica. Al giudice pagano che li esortava a tradire il culto, risposero: “Senza la Domenica non possiamo vivere”. E furono tutti uccisi.
Possiamo dire che sono stati i primi martiri della Domenica. È una lezione da apprendere anche oggi per ridare tutto il suo senso al “giorno del Signore”. Anche i cristiani di oggi saranno salvati dalla osservanza della Domenica: la liturgia, l’amore gratuito, l’incontro fraterno liberano dalla schiavitù di una società ove il denaro e il commercio diventano sempre più totalitari.
Al Signore chiediamo la guarigione del cuore
La Domenica noi veniamo incontro al Signore, ma non so se lo cerchiamo come quei dieci lebbrosi che ad alta voce dicono: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». All’inizio della liturgia noi diciamo «Kyrie eleison, Signore pietà». Ma forse lo diciamo in maniera distratta, senza sentirci bisognosi di guarigione come quei lebbrosi.
Certo, la nostra non è una lebbra del corpo, una malattia che ai tempi di Gesù escludeva dalla vita con gli altri; si era allontanati dalla casa, dalla famiglia e si andava in giro per la campagna, non avvicinati da nessuno.
La nostra lebbra è una malattia spirituale, una malattia del cuore, che si chiama indifferenza al dolore degli altri, preoccupazione solo per sé, preoccupazione per i beni materiali. Tutto questo non ci fa vivere gli uni vicino agli altri, aiutandosi vicendevolmente.
Guarigione dall’egoismo che rende indifferenti
La guarigione che Gesù può darci è guarigione dall’egoismo, dalle divisioni, dalla insensibilità al dolore degli altri. Questa società è come se, poco a poco, anestetizzasse il nostro cuore. Di fronte alle tragedie sotto i nostri occhi in queste settimane, al momento si prova qualche emozione, un dispiacere che, però, presto viene dimenticato e si torna alla vita di sempre.
Gesù ha il potere di guarire i nostri cuori da questa malattia dell’egoismo con tutte le conseguenze che esso comporta. Ci purifica e libera le energie di amore che sono nel nostro cuore, imprigionate dall’egoismo. E Gesù, se siamo sinceri nel desiderare la guarigione dalla lebbra del cuore, dice anche a noi di andare dai sacerdoti, da coloro che nella liturgia ci spezzano il pane della Parola di Dio, del Vangelo e il pane eucaristico, il corpo stesso di Gesù.
La Domenica: giorno dell’incontro col medico del cuore
Se ci incamminiamo come quei lebbrosi, sperimentiamo anche noi la guarigione, una guarigione spirituale che rinnova e trasforma i nostri pensieri e i nostri sentimenti. La domenica diviene allora per noi, il giorno più importante della settimana, il giorno dell’incontro, dell’ascolto della Parola che ci guida, ci guarisce.
Di qui nasce la preghiera dal profondo del cuore per le vittime del mare verso il viaggio della speranza, nasce uno sguardo pieno di amore verso quelli che sono lasciati ai margini, come se fossero dei lebbrosi nel corpo; di qui, da questo incontro col Signore nascono i gesti semplici di vicinanza, di aiuto e anche parole di fronte a quelli che parlano con parole dure, perché il loro cuore è ancora indurito.
Con Gesù impariamo a fermarci dinanzi ai feriti della vita
Gesù ci porta a fermarci davanti a quelli con i quali nessuno si ferma, a provare compassione dinanzi ai feriti della vita. La compassione è il sentimento, l’atteggiamento con cui Gesù si rivolge a noi, agli uomini, soprattutto ai più poveri e soli. Ed egli vuole mettere nel nostro cuore i suoi stessi sentimenti.
Così impariamo anche noi ad ascoltare le invocazioni di chi chiede aiuto, fosse un povero, uno straniero, un ammalato, fosse una madre per suo figlio, fossero gli amici per un compagno che soffre.
Intenzioni di preghiera
1) O Signore, a te ci rivolgiamo con la gratitudine e la fiducia del lebbroso risanato: aiutaci a riconoscere la potenza della tua parola e la ricchezza dei doni da te ricevuti, per farli fruttificare e per condividerli con tanti nostri fratelli.
2) Signore, Padre buono, riempi della tua grazia e dei tuoi doni la Santa Chiesa. Proteggi e sostieni col tuo amore il papa Francesco e il nostro vescovo Crescenzio.
3) O Signore Gesù, noi ti ringraziamo per l’annuncio della tua Parola, libera e forte, che ogni domenica riceviamo e che è nutrimento della nostra fede e delle nostre opere. Aiutaci a perseverare nell’ascolto, nella certezza che da te solo viene il nostro aiuto e la nostra salvezza.
4) Accogli, o Signore, al termine di questa settimana le invocazioni che sono state affidate alla nostra preghiera. Guarisci i malati, consola quelli che per la loro malattia vengono discriminati e fa’ dono della tua salvezza ad ogni sofferente. Preghiamo per le vittime del naufragio a Lampedusa: il Signore accolga tutti nella sua pace e muova i nostri cuori alla solidarietà e all’accoglienza dei profughi e degli emarginati.
5) Con cuore unanime ti chiediamo di donare pace alla Siria. Proteggi la vita dei vescovi Mar Gregorios Hibraim e Paul Yagizi, di Padre Paolo Dall’Oglio e dei sacerdoti Maher Mafouz e Michel Kayyal, e di tutti coloro che sono ancora sequestrati.
|
|