parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 21/07/13

Domenica 16ª del Tempo Ordinario /C
   

Letture: Genesi 18, 1-10; Salmo 14; Colossesi 1, 24-28; Luca 10, 38-42.

 


«Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta»

Dal Vangelo di Luca capitolo 10, versetti da 38 a 42

38Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.

39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi.

Allora si fece avanti e disse:

«Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».

41Ma il Signore le rispose:

«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

DALL’ASCOLTO DEL SIGNORE NASCE UN “FARE” PIENO DI AMORE

Essere pronti ad accogliere il Signore che viene a visitarci

Gesù in cammino, che entra in un villaggio ed è accolto nella casa di Marta e Maria, sorelle di Lazzaro, è immagine di Dio che percorre le strade degli uomini e cerca dove potersi fermare per comunicare la sua Parola, fonte di vita.

Dio si presenta a noi in tanti modi: nei panni di tre pellegrini stranieri dinanzi alla tenda di Abramo, in quell’uomo mezzo morto sulla strada da Gerusalemme a Gerico, nel povero che ha sete, che ha fame, è straniero, è carcerato; nel Figlio suo fatto uomo come noi che ci comunica il pensiero e la vita del Padre, che si fa nostro cibo nell’Eucaristia.

Dall’apertura al Signore all’apertura agli altri

Ma ciò che l’episodio di Marta e Maria vuole farci comprendere è che l’apertura agli altri va di pari passo con la nostra apertura al Signore. Mentre Marta si agita intenta a molte cose, Maria si nutre della Parola del Signore. In Marta c’è un’occupazione che nasce da un bisogno, quello del Signore bisognoso di cibo; in Maria c’è il bisogno di cibo dello spirito, desiderio di una dolcezza che nasce dall’amore.

Sono buone ambedue le cose, quello che fa Marta e quello che fa Maria. Ma quella ripetizione “Marta, Marta!” indica insieme affetto e un richiamo all’attenzione. Gesù non vuole sminuire i gesti concreti di Marta: l’accoglienza è fatta anche di questo. Il problema sta nella profondità dell’accoglienza. Sentiamo rivolto anche a noi questo richiamo affettuoso del Signore.
L’ascolto della Parola del Signore è prioritario
L’accoglienza di Abramo nasce dal legame profondo che egli ha con Dio, dal suo essere in ascolto di quanto il Signore gli comunica. Il suo rapporto con Dio è così forte da essere chiamato “l’amico di Dio” che parla con lui a tu per tu. Lo sguardo pieno di compassione, di misericordia nasce da quell’essere sempre in ascolto del Signore.

Questo è vero per Abramo, per Giacobbe, Per Samuele, per i discepoli di ogni tempo; questo vale anche per noi, l’ascolto del maestro è prioritario. Gesù dice ai suoi discepoli: «cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto vi sarà dato in sovrappiù» (Mt. 6,33).

Apriamo ogni giorno la porta del cuore alla preghiera

È il Signore, quello del cuore aperto, l’unico che può aprire uno spazio di pace nel nostro cuore, quella pace che ci fa diventare ospitali con gli altri. A Marta egli dice: non è che tu hai scelto male, ma lei – Maria – ha scelto meglio. Mettersi ai piedi del Signore e ascoltare la sua Parola è prioritario. Maria ha scelto la parte migliore: il primato assoluto, nella propria vita, dell’ascolto di Gesù.

Apriamo ogni giorno la porta del nostro cuore nella preghiera, per ricevere lo Spirito che riempie di pace e gioia; sarà un cuore aperto a coloro che soffrono, che comprende le pene. Così diventiamo capaci di uscire con prontezza da noi stessi per incontrare, visitare e consolare; potremo con pochi pani e pochi pesci “uniti a una montagna di tenerezza” far rivivere tante persone, ridare speranza a tanti.

Non dimentichiamo l’essenziale del nostro servizio: la compassione

Non avvenga a noi di essere come il sacerdote e il levita della parabola del buon samaritano, i quali sono talmente presi dai loro compiti, anche religiosi, da dimenticare l’essenziale del loro servizio, la compassione di Dio, la sua tenerezza verso ogni uomo, particolarmente verso i poveri.

La nostra comunità, la Chiesa, sia sempre più una casa che accoglie il Signore, che accoglie chi è pellegrino; sia una casa che soprattutto ascolta la parola del Vangelo e il fare nasca dall’ascolto e diventa un fare che va più in profondità cogliendo il vero bisogno dell’altro, che spesso è bisogno di essere accolto, ascoltato, compreso e certamente anche aiutato.

Intenzioni di preghiera

  • Signore, noi ti preghiamo, allarga il nostro cuore e la nostra mente, rinnova in noi l’ascolto della tua Parola, perché sull’esempio di Maria sappiamo scegliere la parte migliore che tu ci offri e che nessuno può toglierci.
  • Ti preghiamo, Signore, per il papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Santa Chiesa, perché sappia comunicare al mondo il Vangelo della salvezza, nutrendosi ogni giorno della parola del suo Maestro.
  • Ti preghiamo, o Signore, per chi è straniero, per gli immigrati, per i profughi, perché possano trovare case ospitali come quella di Marta e Maria e fratelli che offrano loro aiuto e amicizia.
  • O Signore, ti presentiamo le invocazioni che ci sono state affidate lungo questa settimana. Ti preghiamo particolarmente per coloro che sono malati e che cercano la guarigione: liberali dal male, dona loro il tuo conforto e la tua salvezza. Guarisci, Signore, l’umanità dal male e dalla violenza. Veglia sulla Siria e fa che siano liberati i vescovi Mar Gregorios Ibrahim e Paul Yazigi e con loro tutti i prigionieri.