"Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?"
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Dal Vangelo di Giovanni capitolo 6 versetti da 1-5.
Dopo questi fatti, Gesù passò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9«C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». 10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
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La domenica: venire ad attingere dalla fonte dell’amore
L’incontro col Signore nella liturgia della domenica, tutti assieme, è il momento più bello e più importante di tutta la settimana. Mettiamo al centro della nostra settimana la Domenica, momento solenne e gioioso del nostro incontro col Signore e con i nostri fratelli nella fede.
Da questo incontro scaturiscono ogni volta nuove energie di amore che il Signore ci comunica, che rendono più umani noi e migliore il mondo attorno a noi.
Mettere a centro il Signore
Mettere il Signore a centro significa operare un capovolgimento delle nostre categorie: dal proprio io che noi vogliamo sempre mettere al centro, a mettere a centro Dio. E chi mette a centro della propria vita il Signore, di conseguenza mette a centro della sua vita gli altri, a partire dai più poveri.
Questa scelta per il Signore, una scelta quotidiana, che si nutre della preghiera e della compagnia dei nostri fratelli nella fede, ci libera dalle nostre visioni anguste, dai calcoli egoistici che ci fanno sentire giustificati dinanzi agli altri.
Col poco che abbiamo pensiamo di poter fare poco
Che poteva fare il profeta Eliseo – la Bibbia lo definisce “l’uomo di Dio” e noi siamo chiamati ad essere donne e uomini di Dio – con quei venti pani d’orzo e un poco di grano, se non pensare solo alle sue esigenze personali. Ma l’uomo di Dio vede la gente che ha davanti e dice di usarlo per sfamare le cento persone che erano davanti a lui. E il Signore compie il miracolo per la fede di questo di Dio, liberato dai propri ragionamenti egoistici.
Lo stesso apostolo Paolo, mentre si trova in carcere a causa della sua predicazione del Vangelo, invece di pensare a sè, lamentarsi per la sua dura condizione di vita, pensa a quelli che ha generato alla fede con la sua preoccupazione. Pensa a loro perché possano vivere di quello che hanno conosciuto per mezzo del Vangelo: vivere umili, con dolcezza, con amore, con pazienza, uniti e in pace con tutti. Così Dio può continuare a diffondere il suo amore, per mezzo di ognuno di loro, perché il Signore è presente in ognuno e così può operare per mezzo loro.
Insieme mettiamo quello che abbiamo nelle mani del Signore
La fonte, la radice di questo cambiamento profondo, interiore è Gesù. Da lui impariamo a non vivere nella prigionia delle nostre abitudini. Gesù va da un villaggio all’altro, da una città all’altra, perché un numero sempre maggiore possa conoscere il Vangelo e fare esperienza dell’amore di Dio che egli è venuto a manifestare.
La domenica – possiamo dire – è salire anche noi sul monte con Gesù. Con lui impariamo ad alzare gli occhi da noi stessi, come fa Lui. Alzati gli occhi – dice il Vangelo di oggi – vide che una grande folla veniva da lui.
La liturgia ci avvicina a Dio, ci fa alzare gli occhi da noi stessi e ci fa guardare, vedere gli altri con i loro bisogni, le loro domande e le loro attese.
L’amore scardina i calcoli matematici ed egoistici
Ma c’è una grande difficoltà: noi siamo prigionieri della nostra visione matematica, che vediamo come realistica. Come è possibile sfamare tante gente? Come è possibile pensare agli altri se a stento io riesco a pensare a me e ai miei?
È questa mentalità che Gesù vuole scuotere, mettere in crisi: nemmeno duecento denari basterebbero per sfamare tanta gente – dice Filippo a Gesù. E il vangelo annota: erano circa cinquemila uomini, senza contare donne e bambini.
Ma Gesù prega, e poi fa distribuire quei cinque pani e due pesci. E tutti vengono sfamati. È il miracolo dell’amore. Con l’amore si possono compiere miracoli.
Non incaselliamo Gesù nelle nostre anguste visioni
Gesù non è uno di cui si può approfittare per farlo rientrare nelle nostre categorie economiche, sociali e politiche. Tutti dicono: questi è davvero il profeta. Ma pensano sempre con le loro categorie: questo sarebbe un buon capo del paese, un buon politico. E vogliono prenderlo e farlo re al posto dei capi politici del momento.
Ma Gesù si ritira - “si ritirò di nuovo sul monte lui da solo”, dice il Vangelo. Non è quello che vogliamo noi che il Signore desidera per noi. In realtà egli vuole convertirci a questa forza di amore che emana da lui e che vuole riversare abbondantemente in ciascuno di noi.
Essere i continuatori dei miracoli dell’amore del Signore
Con lui, uniti a lui, vivendo con lui, anche noi, come suoi discepoli, possiamo compiere i miracoli dell’amore. Proprio secondo quello che ci ha detto Paolo che scrive mentre è in carcere, prigioniero: “un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti”.
Impariamo da Lui, affidiamoci a Lui ed egli potrà continuare ad operare per mezzo nostro, non solo per mezzo di qualcuno, ma per mezzo di tutti perché è presente in tutti.
- Intenzioni di preghiera
- O Signore, aiutaci a mettere, con fiducia, la nostra debolezza nelle tue mani per vedere il miracolo della povertà che diviene abbondanza.
- O Signore, ascolta la nostra preghiera per le folle di questo mondo che sono come pecore senza pastore: perché possano incontrarti e il tuo amore le guidi e le consoli.
- Ti preghiamo o Signore per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio, per i pastori e per la Chiesa tutta: perché sappiano guidare sempre con amore il gregge che hai loro affidato.
- O Signore, accogli le invocazioni che ti presentiamo: in particolare nella tua misericordia senza confini ascolta la preghiera di chi è malato, solo, anziano e si affida a te e alla speranza della tua guarigione e della tua consolazione.
- Ti preghiamo, o Signore, tu che sfami le folle di questo mondo, fa’che le ferite della guerra e dell’abbandono di cui soffrono molti paesi, possano essere guarite. Ti preghiamo perché la pace, salvezza per ogni popolo, venga presto.
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