"Figlio, ti sono perdonati i tuoi peccati"
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Dal Vangelo di Marco capitolo 2 versetti da 1 a 12.
1 Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
3Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico.
5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?».
8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico «Ti sono perdonati i peccati», oppure dire «Àlzati, prendi la tua barella e cammina»?
10Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11dico a te - disse al paralitico -: àlzati, prendi la tua barella e va' a casa tua».
12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
nel deserto del mondo la strada aperta dal signore
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Una strada nuova aperta nel mondo di oggi
Ogni giorno siamo dinanzi a troppe notizie di corruzione, di imbrogli, di guerre e malversazioni. Ce n’è per lasciarsi andare al pessimismo e alla rassegnazione. Ma anche a noi il Signore dice: Aprirò anche nel deserto una strada, il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi (Isaia 43,19).
La strada è Gesù, che può plasmare la nostra vita, la nostra umanità a sua somiglianza, una somiglianza che ci riporta alle origini della creazione quando Dio disse – come leggiamo nella Genesi (1,26) –“Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”.
Con Gesù possiamo diventare donne e uomini nuovi
Gesù è venuto a rendere possibile per noi il ritorno a quella pienezza di umanità secondo il pensiero di Dio. In lui vediamo l’uomo nuovo che realizza le promesse di Dio su di noi. Il Figlio di Dio – dice l’apostolo Paolo (2Cor.1,19) – non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Da Gesù noi impariamo a dire «sì» a Dio, alla sua azione dentro di noi, «sì» all’azione del suo Spirito che ci è stato dato.
La presenza di Gesù attira tante persone, perché la sua umanità è attraente, la sua compassione verso chi soffre lo fa cercare da molti. E da lui esce una forza di amore che compie miracoli, una forza che egli comunica largamente ai suoi discepoli se si fanno plasmare da lui. È la parola che Egli ha cominciato ad annunciare per città e villaggi della Palestina, a Cafarnao stando nella casa di Simone, con tanti riuniti dentro e fuori la porta e che oggi continua ad annunciare per mezzo della Chiesa, attraverso ogni comunità cristiana.
La parola di Gesù guarisce l’anima e il corpo
La Parola che egli annuncia ha una forza di guarigione del cuore e del corpo. Dinanzi alla fede delle quattro persone che non si arrendono davanti alle difficoltà, ma anzi si servono di mezzi inconsueti - «scoperchiarono il tetto e calarono con funi la barella» - per far giungere il paralitico dinanzi a lui, Gesù reagisce donando perdono e guarigione.
Ci fa riflettere il fatto che davanti al paralitico Gesù pensa a guarire prima il cuore di quell’uomo dai peccati, dai giudizi e dalla divisione - mentre noi pensiamo prima al corpo - e poi allo spirito. “Figlio, ti sono perdonati i peccati”: tenerezza e forza della sua Parola.
Nutrirci della Parola di Dio, metterci ogni giorno in ascolto del Signore che ci parla, trasforma e rinnova le nostre umanità, ci rende umani, pieni di tenerezza e di amore verso i nostri fratelli che sono nella difficoltà, nella malattia, nel bisogno di aiuto e di parole amiche.
Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica
È l’esperienza che fanno tutti coloro che ascoltano la Parola di Dio e la vivono; ricevono i sentimenti stessi di Dio: amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.
Anche oggi ci sono coloro che restano scettici, come gli scribi del Vangelo, che non riconoscono a Gesù il potere di guarire l’uomo dal male: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». È facile anche per noi leggere i segni dell’azione di Dio in maniera terrena, senza riconoscere la presenza e l’azione di Dio che opera per mezzo di uomini e donne miti e umili di cuore.
Tanti attendono la guarigione nello spirito e nel corpo
Anche in questo tempo, nonostante la presenza di tanto male, vediamo folle di donne e uomini, poveri, messi ai margini, dimenticati da tutti che accorrono con gioia dove la famiglia del Signore si fa visibile e concreta e accoglie con semplicità e affetto, imparando dal proprio maestro, Gesù di Nazareth.
La parola di Gesù fa alzare anche noi dal giacere ripiegati su noi stessi distanti e sordi alle invocazioni di aiuto. E, diventati suoi imitatori, ci comunica la sua forza di amore che fa dire anche a noi – come dice Gesù al paralitico - «Alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Tanti che giacevano – come il paralitico – tristi e rassegnati nella loro condizione, sono stati guariti dall’amore del Signore. E tanti altri ancora attendono di essere guariti.
Intenzioni di preghiera
- Signore, tu che hai il potere di rimettere i peccati e di guarire il corpo dalle sue infermità, concedici di vivere nella tua amicizia e fa’ che la nostra fiducia in te non venga mai meno. Insegna anche a noi a percorrere sempre la via del perdono e a non porre confini all’amore.
- Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa perché sia nel mondo segno del tuo amore, gratuito e universale, sorgente di speranza per l’umanità intera.
- Ti preghiamo, o Signore, per chi ci ostacola. Insegnaci ad amare i nostri nemici, a non giudicare, a non coltivare mai nel nostro cuore lo spirito di rivalsa ma, secondo la tua parola, a vincere sempre il male con il bene.
- Ti presentiamo, o Signore, le invocazioni che sono state a noi affidate; in particolare noi ti preghiamo per chi è malato, debole, disabile: perché sia asciugata ogni lacrima e ogni tristezza sia mutata in gioia dal tuo amore.
- Signore, che sani l’uomo dai suoi mali, libera l’umanità dalla guerra. Disarma le mani violente, piega i cuori al comandamento della pace. Fai sorgere uomini pacificatori nel mondo, tra di noi e in ogni regione di dolore.
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