parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 26/06/11

Festa del Corpus Domini/A

   

Letture: Deuteronomio 8, 2-3.14-16; Salmo 147; 1 Corinzi 10, 16-17; Giovanni 6, 51-58.

 


"Chi mangia questo pane vivrà in eterno"

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 6 versetti da 51 a 58

In quel tempo, Gesù disse alla folla:

51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».

53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.

58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

da gesu' impariamo a cogliere il dono della vita
e a vivere donandoci agli altri

A partire dalla sera dell’Ultima Cena

La sera dell’ultima Cena, vigilia della sua Passione, Gesù che si era fatto tutto a tutti, che aveva fatto conoscere ai suoi discepoli un nuovo modo di vivere, dopo aver espresso con la lavanda dei piedi il senso profondo della sua vita in mezzo agli uomini, compie un gesto inaspettato.

È il gesto che porta noi cristiani ad incontrarci ogni settimana, per la celebrazione gioiosa e bella della Liturgia, nel giorno che è divenuto il suo giorno, il giorno del Signore, come indica appunto la parola “Domenica” – dies domini, cioè giorno del Signore.

Quel gesto della lavanda, che precede l’istituzione dell’Eucaristia, indica a noi come spendere la vita che ci è stata donata: noi non possiamo vivere più per noi stessi ma per Lui che ci ha creati e dal quale impariamo a donarci agli altri. La vita è un dono che abbiamo ricevuto che si fa dono agli altri.
L’egoismo è la mortificazione del senso bello della vita che viene da Dio.

Il gesto di Gesù per rimanere sempre con noi

E quella sera del Giovedì Santo, Gesù trova il modo di rimanere sempre con noi, non solo con la sua Parola, ma col pane e il vino trasformati nel suo corpo e nel suo sangue, segni della misura infinita del suo amore per gli uomini.

Gli apostoli erano stati riuniti per quella cena fraterna e mai avrebbero immaginato quello che il Signore stava per compiere: ciò che noi rinnoviamo insieme ogni settimana, per ricevere il pane della vita, un pane che ci rende figli, fratelli e che ci fa camminare in questo mondo come pellegrini della riconciliazione e portatori di pace.

Uniti a lui che si è fatto cibo per tutti, noi veniamo rinnovati continuamente e chiamati alla comunione fraterna, alla solidarietà, come un solo corpo che tutti ci chiama a vivere come fratelli. Spezzando insieme il pane della vita, per mezzo della Parola del Vangelo e dell’Eucaristia, noi impariamo a condividere il pane terreno, il nostro tempo e i nostri affetti con quelli che hanno fame di pane, di amicizia, di affetti, di consolazione.

La Santa Liturgia fonte di un continuo rinnovamento

Ciò che Gesù ha fatto in quella cena, noi non lo ripetiamo meccanicamente e freddamente, ma lo rinnoviamo, lo rendiamo vivo e operante oggi nella nostra vita e in mezzo agli uomini. “Fate questo in memoria di me” – dice Gesù a quei primi discepoli e lo ripete a noi. E noi, nutrendoci di lui, siamo chiamati ad essere un segno vivo della sua presenza in mezzo agli uomini, vivendo noi mossi dal suo Spirito di amore e di servizio.

L’apostolo Paolo ci interroga: “Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?” (1Cor. 10,16). Se noi ci nutriamo del Corpo e Sangue di Cristo presente nel pane e nel vino consacrati, rimaniamo uniti a lui, viviamo con lui e per lui.

E Gesù lo dice ai suoi discepoli, come leggiamo nel vangelo di Giovanni: “Colui che mangia me, vivrà per me”.  Vivere per lui significa vivere per gli altri, come egli ha fatto e come insegna ai suoi discepoli di ogni tempo.

L’Eucaristia ci fa vivere la comunione con tutti

E noi vediamo che una vita liberata dall’egoismo, dalla legge dura di questo mondo di cercare solo i propri interessi, ci apre alla vita pienamente umana, perché ci avvicina agli altri, ci fa sentire il lamento dei deboli, dei malati, degli oppressi, dei soli. E da questi incontri nasce la nuova umanità che rende ricchi coloro che sono aiutati e coloro che aiutano e fa sentire di appartenere all’unico corpo della famiglia umana.

Il parroco di Lampedusa, parlando di coloro che vengono in Europa in cerca di salvezza, ha detto: alcuni li chiamano clandestini, altri li chiamano immigrati, stranieri, profughi. Io preferisco chiamarli fratelli, nostri fratelli.

È questo il miracolo di amore che sgorga dall’Eucaristia, dalla vita del Signore fattasi dono a noi perché a nostra volta anche noi impariamo a vivere donando. A sognare e a sperare in un mondo più umano, per il quale spendere la nostra vita.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, tu che ti sei fatto cibo per tutti e ci hai mostrato dove giunge l’amore di Dio, rinnova la nostra vita, apri il nostro cuore al tuo amore senza confini.
  • O Signore, tu che nutri continuamente il tuo popolo, custodisci nell’unità la tua Chiesa sparsa su tutta la terra, perché sia in Te un solo corpo; proteggi il Papa Benedetto e il nostro vescovo Crescenzio.
  • O Signore, aiutaci a coltivare sentimenti di pace nel nostro cuore. Fa’ che la pace sia quel lievito capace di cambiare l’umanità intera, sconfiggendo ogni spirito di guerra e di inimicizia.
  • Ti presentiamo, o Signore, tutte le invocazioni che sono state affidate alla nostra preghiera lungo questa settimana. Ti preghiamo per noi che spezziamo insieme il pane della vita e ci nutriamo al calice della salvezza, perché sempre impariamo a condividere con generosità il pane terreno e a soccorrere i poveri, gli affamati, gli assetati, coloro che sono nel dolore e nell’indigenza.
  • Ti preghiamo, o Signore, particolarmente per coloro che sono malati: liberali dal male, dona loro il tuo conforto e la tua salvezza.