parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 20/11/11

Festa di Cristo re dell'universo
34a Domenica Tempo Ordinario/A

   

Letture: Ezechiele 34,11-12.15-17; Salmo 22; 1Corinzi 15, 20-26.28; Matteo 25,31-46.

 


"Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me."

Dal Vangelo di Mattteo capitolo 25 versetti da 31 a 46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

31Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.

34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi».

37Allora i giusti gli risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?».

40E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me».

41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato».

44Anch'essi allora risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?». 45Allora egli risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me».

46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

il metro universale del giudizio di dio

Vita come servizio di amore

Si chiude oggi il ciclo di un altro anno liturgico, accompagnati dal vangelo di Matteo, che domenica dopo domenica ci ha come presi per mano portandoci a leggere gli eventi di questo tempo con la luce delle parole e dei gesti compiuti da Gesù, indicazione preziosa per vivere oggi ed essere un segno di speranza e di amore per tutti gli uomini.

Questa domenica la Chiesa celebra la festa di Cristo Re. La parola “re” riferita a Gesù non ci porta a vederlo come i capi e i potenti di questo mondo; per lui quello che conta è concepire la vita come servizio agli altri. Un servizio di amore che guarda a tutti senza escludere nessuno.

Il sogno di Dio: radunarci tutti come sua famiglia

La Bibbia ci presenta il Signore come un pastore che si mette a cercare, a radunare le sue pecore che sono disperse: “Andrò in cerca della pecora perduta – dice il Signore Dio (Ezechiele 34, 16) - e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia”.

È la descrizione del modo di amare di Dio che si manifesta in Gesù: egli ci raduna, parla al cuore di ciascuno, ci fa uscire e camminare con lui in cerca di coloro che sono dispersi. Le parole del Vangelo accolte nella nostra vita ci aprono ad uno sguardo nuovo verso gli altri, ci rendono attenti alla loro condizione, ci fanno avvicinare ai più deboli.

Il criterio discriminante per il Signore: aiutare per amore

La metafora del pastore che separa le pecore dalle capre ci introduce al criterio della separazione. Per ben quattro volte viene ripetuto un elenco di sei opere di misericordia, di piccolo servizio che fanno da discriminante (25, 35-36):
ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi.

Chi compie questi piccoli gesti di amore in realtà imita il comportamento di Dio.

Ma ciò su cui riflettere di più è che lo stesso re nel racconto di Gesù, si considera oggetto di tali azioni:
tutto quello che avete fatto ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

E queste parole creano sorpresa sia nel primo gruppo che nel secondo: quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere?

Tutti saremo giudicati sull’amore

E questo metro vale per tutti, sia per quelli che hanno conosciuto il Signore che per quelli che non l’hanno mai conosciuto. Un giudizio universale il cui metro consiste nella misericordia usata verso i più bisognosi, i quali sono quasi un “sacramento”, un segno della presenza storica di Gesù in mezzo a noi.

Comprendiamo allora che ci possono essere (e ci sono) persone non credenti che servono Cristo senza conoscerlo; e cristiani che lo conoscono senza servirlo (e ce ne sono!). Alla fine, quello che conta per tutti, credenti e non credenti, dell’una o dell’altra religione, è l’amore. Saremo tutti giudicati sull’amore.

Il comandamento dell’amore che sintetizza tutto il Vangelo, si manifesta particolarmente nelle opere di misericordia verso i più bisognosi. A questo vuole riferirsi il Signore quando dice ai suoi discepoli: accumulate per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano” (Luca 6,20).

La grande e bella responsabilità dei cristiani

È una vita in controtendenza alla corrente di questo tempo, che non conduce ad una società pacificata, equa, dove ci sia un posto per tutti, dove chi è nel bisogno viene dimenticato e laciato solo.

L’attenzione agli altri, l’aiuto anche piccolo come può essere un bicchiere d’acqua, un po’ di cibo o una visita, non solo danno forza e speranza a colui che viene aiutato, ma rende più umano colui che aiuta e umanizza anche la società intorno a noi.

Il fatto che il Signore si identifica con i poveri dinanzi ai quali ci fermiamo ci fa cogliere una dimensione che va oltre la buona azione fatta: ci dice che in questo modo no imitiamo il comportamento stesso di Dio, manifestiamo concretamente quella immagine di Dio che ognuno porta impressa dentro di sé.

Come Gesù con la sua vita e le sue parole ci ha fatto conoscere il Padre suo, a nostra volta con questi comportamenti di misericordia manifestiamo i sentimenti di Gesù. Comportamenti verso tutti, senza distinzione di etnie, di culture, di religioni.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, che ti sei mostrato a noi nel volto dei poveri e ci hai insegnato ad essere loro amici, rendici capaci di testimoniarti come colui che è venuto nel mondo non per essere servito ma per servire.
  • Ti preghiamo, o Signore, per la Chiesa, perché nel mondo testimoni la tua predilezione per i piccoli e apra i cuori alla carità e alla giustizia. Proteggi, Signore, il Papa Benedetto e accompagnalo nel suo ministero. Proteggi il nostro vescovo Crescenzio.
  • Ti ringraziamo, o Signore, Re della nostra vita, per averci nutrito lungo quest’anno della tua Parola. Fa’ che sappiamo cercarti ogni giorno per alzare il nostro sguardo verso il futuro e per comunicare a tanti la speranza di una terra rinnovata dal tuo amore.
  • O Signore, noi ti preghiamo, accogli le invocazioni che a te presentiamo e che sono state a noi affidate. Guarda con benevolenza a tanti uomini e donne che ancora oggi soffrono per la fame e la sete; sono stranieri in cerca di ospitalità; sono prigionieri della malattia e subiscono l'abbandono tra le mura di un carcere. Che il tuo amore provvidente raggiunga tutti.
  • Ti preghiamo, o Signore, per la nostra Comunità e per tutti i nostri fratelli in ogni parte del mondo, che ti hanno incontrato indifeso, povero e amico, perché con noi camminino verso il tuo Regno testimoniando con gioia il Vangelo.