"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente"
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Dal Vangelo di Mattteo capitolo 22 versetti da 34 a 40
34I farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova:
36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
38Questo è il grande e primo comandamento.
39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso.
40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
la forza dell'amore supera ogni confine
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Il Vangelo ci comunica l’amore di Dio
Celebriamo con gioia la santa liturgia che ci riunisce attorno al Signore, che ci parla e ci chiama a vivere con entusiasmo, in maniera appassionata il Vangelo. In un tempo di dittatura del materialismo, di chiusura su si sé, di paura di aprirsi agli altri, i due comandamenti che Gesù richiama a coloro che sono venuti a interrogarlo per metterlo alla prova, sono per noi l’invito ad aprire senza timore il cuore all’amore.
“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Amerai il tuo prossimo come te stesso”: c’è un legame profondo, indissolubile fra l’amore di Dio e l’amore del prossimo. Più conosciamo Dio e scendiamo in profondità nel rapporto con Lui, e più cresce il desiderio di conoscere gli altri, andare loro incontro. E comunicare loro la buona notizia del Vangelo.
Uno sguardo di amore
È l’entusiasmo di cui parla l’apostolo Paolo alla comunità di Tessalonica: “Avete accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo … Per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto” (1Tess. 1,6-8).
Più dedichiamo tempo alla preghiera, alla conoscenza della Parola di Dio e più impariamo a guardare e incontrare gli uomini e specialmente i poveri con la stessa compassione di Gesù che si è commosso dinanzi alle folle stanche e sfinite, dinanzi ai malati e ai sofferenti che incontrava.
Giovanni nella sua prima lettera ci ricorda che l’iniziativa non è stata la nostra, è stato Dio stesso a venire verso di noi: “non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio” (1Gv. 4,10). Ieri – 22 ottobre - la Chiesa ha celebrato la prima liturgia, dopo la sua beatificazione, nella festa del beato Giovanni Paolo II, giorno in cui egli ha iniziato il suo ministero come successore di Pietro.
Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo
E da Giovanni Paolo ci viene l’invito forte ad aprirci a questo amore gratuito di Dio, a lasciarci inondare e trasformare da Lui senza alcun timore (omelia per l’inizio del suo pontificato):
“Non abbiate paura di accogliere Cristo. Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo”.
L’amore di Dio è un amore senza confini e coloro che si aprono al suo amore imparano ad abbattere i tanti muri che ancora separano gli uomini. Il Vangelo accolto e meditato nel silenzio della preghiera è una forza che spinge all’incontro con gli altri, apre ad un ascolto attento delle domande e delle preoccupazioni degli altri, ci insegna a guardare con l’intelligenza del cuore ai segni del nostro tempo e a farsene carico.
Chi ama Dio, ami anche suo fratello
L’amore di Dio ci porta ad amare gli altri e si fa concreto. L’antica pagina dell’Esodo si cala nella vita concreta e dà indicazioni che sono attuali per il nostro tempo: “non molesterai il forestiero, né l’opprimerai, non maltratterai la vedova o l’orfano, se presterai denaro all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio, se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta”.
È quanto in maniera sintetica ci dice Giovanni nella sua prima lettera: “questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1Gv. 4, 20).
Il sogno dell’unità
È il sogno di Dio, il sogno di un mondo unito, pacificato. E alla scuola del Vangelo questo sogno diventa realtà. La liturgia è l’immagine di questo sogno che si realizza: lo tocchiamo con mano ogni domenica, lo vediamo crescere negli incontri con i nostri fratelli più deboli.
C’è tanto male nel mondo, c’è smarrimento in tanti e paura del futuro. Ma il Vangelo ci comunica la forza di Dio, la forza del suo Spirito, che è amore, un amore che libera dalle paure, che avvicina, che unisce, che fa camminare verso il Regno di Dio.
Intenzioni di preghiera
- O Signore, Padre nostro, donaci un cuore libero da ogni idolatria, per servire te solo e per amare ogni nostro fratello secondo lo Spirito del tuo Figlio.
- Signore, insegnaci a parlare con tutti la lingua dell’amore, per poter incontrare ogni uomo e ogni donna, per vincere ogni radice di estraneità e di indifferenza. Ti preghiamo per la nostra Comunità: perché nutrita della tua Parola e dall’Eucarestia sappia vivere una profonda unità di cuori.
- O Signore, mentre facciamo memoria del beato Giovanni Paolo, noi ti preghiamo per tutta la Chiesa, per il nostro vescovo Crescenzio e per il papa Benedetto che nei prossimi giorni si recherà pellegrino nella città di san Francesco nel 25.mo anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace. Noi ti preghiamo: aiutaci a custodire lo spirito di Assisi perché le religioni nella preghiera, nel dialogo e nell’amicizia sappiano indicare al mondo le vie della pace.
- Accogli, o Signore, le invocazioni che questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera: Tu che sei la più sicura difesa degli umili e dei poveri e non resti indifferente al dolore, asciuga le lacrime dei soli, degli ammalati, dei prigionieri.
- Signore, guarda dall’alto della tua misericordia e trasforma il cuore e la mente di chi cerca ostinatamente il male. Che la tua pace scenda su questo mondo ferito dalla violenza, dalla guerra e dalla divisione tra i popoli.
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