parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione dell'11/11/07
domenica 32ª Tempo Ordinario /C
   

Letture: 2 Maccabei7,1-2.9-14; Salmo 16; 2Tessalonicesi 2,16 – 3,5; Luca 20, 27-38.


"Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi, perchè tutti vivono per lui"

Dal Vangelo di Luca capitolo 20, versetti da 27 a 38

27Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: 28“Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello.

29C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli.

23Da ultimo anche la donna morì. 33Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie”.

34Gesù rispose: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; 36e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.

37Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”.

iniziamo a vivere sin da ora la vita che non finisce

La libertà di Gesù nella via dell’amore dà fastidio

L’episodio che il Vangelo ci presenta nella liturgia di oggi, si colloca pochi giorni prima dell’arresto di Gesù e della sua condanna a morte. Ci sono degli attacchi contro di lui, a ondate diverse, provenienti dai vari gruppi religiosi che non accettavano il comportamento di Gesù libero da regole e il suo insegnamento che poneva al centro di tutto l’amore, verso Dio e verso il prossimo, specialmente verso i poveri.

Questa volta si avvicina a Gesù il gruppo dei Sadducei: essi seguivano solo la legge scritta di Mosè, non credevano nell’immortalità dell’anima e negavano la risurrezione dei morti; furono i primi responsabili dell’esecuzione di Gesù.

Una domanda per ridicolizzare la fede nella resurrezione

Con il loro quesito che si rifaceva ad una pagina del libro del Deuteronomio (25,5-10), cercano di mettere in ridicolo coloro che credono nella resurrezione dei morti, e mettere in difficoltà Gesù stesso nel dare una risposta.

Il gruppo dei Sadducei non esiste più, è scomparso dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme, nel 70 dopo Cristo. Ma dubbi e perplessità toccano anche noi oggi, nel credere alla resurrezione dei morti, alla vita eterna, che non finisce con la nostra morte.

Non farci intrappolare da una vita solo materiale

Il predominio di tutto ciò che è materiale, che si può toccare con mano, con i nostri sensi, non ci aiuta ad aprirci alla realtà della vita dello Spirito, di questa forza di amore che viene da Dio, di cui possiamo cogliere tanti segni attorno a noi e che continua oltre il tempo presente.

La celebrazione della Santa Liturgia la domenica, il trovarci assieme nello stesso luogo raccolti dal Signore, la sua Parola che risuona in questa assemblea, la comunione al corpo e sangue di Cristo, sono segni di una realtà che va oltre l’elemento materiale che noi percepiamo.

La forza che riceviamo accogliendo la parola del Vangelo, ricevendo la santa Comunione, è qualcosa che in qualche modo percepiamo dentro di noi, ma che non si può quantificare.

Gesù ci aiuta ad aprirci alla vita dello Spirito

Gesù non si irrita per quella domanda dei sadducei che tende a mettere in ridicolo la fede nella resurrezione; cerca piuttosto di aiutare ad aprire gli occhi su una realtà, la vita spirituale, a cui non si possono applicare le leggi della vita materiale.

Noi siamo troppo prigionieri del presente, dell’immediatamente visibile, di quello che percepiamo solo con i nostri occhi e restiamo perplessi di fronte alla certezza della vita oltre la morte. Ma partecipando alla liturgia, pregando il Signore, allacciando rapporti di amore con i più poveri e i più deboli, ci affacciamo sulla realtà della vita spirituale, entriamo nella dimensione reale della vita dello Spirito che viene dal Signore.

Il sapore nuovo della vita con Dio

E cominciamo a gustare il sapore bello di questa vita che viene da Dio, libera da calcoli e pregiudizi, come quando si respira in maniera leggera l’aria pulita e salubre, lontano dai fumi e rumori della città.

Questa vita nella quale il Signore ci introduce sin da ora, è una vita in cui la dimensione materiale si apre a quella dell’essere figli di Dio, e ci fa scoprire la dimensione della fraternità fra ciascuno di noi e con gli altri, al di là delle diverse lingue, delle diverse etnie o delle diverse religioni.

Nella vita della comunità si sperimenta già questo. E l’esperienza della preghiera per la pace a Napoli, nell’accoglienza di uomini e donne provenienti dai quattro angoli del mondo, nei momenti di incontro che abbiamo vissuto anche personalmente, ci ha aperto a questa dimensione che partendo dai volti concreti delle persone ci proietta nella visione universale dei figli di Dio.

I cristiani sono figli della resurrezione di Gesù

“I figli di questo mondo – dice Gesù - prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio” (Luca 20,34-36).

Questa realtà della vita oltre la morte si fonda sulla resurrezione di Gesù: noi siamo figli della resurrezione e siamo chiamati a partecipare della vita del risorto. È quello che ci comunica l’apostolo Paolo: “Lo stesso Signore Gesù Cristo e Dio Padre nostro, ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza” (2 Tessalonicesi 2, 16).

Entrare sin da ora nella dimensione della vita con Dio

Nella misura in cui la Parola del Signore si diffonde in noi, cresce e non viene soffocata dalle tante nostre preoccupazioni, ci viene donato di vivere la vita eterna sin da ora, assaporandone la bellezza e diffondendola attorno a noi.

Se ogni giorno ci nutriamo della Parola delle Scritture come un pane spirituale che ci è dato gratuitamente dal Signore, noi riceviamo la sua stessa vita, entriamo nel suo amore, viviamo come suoi discepoli. Conosceremo la bellezza della vita secondo lo Spirito, dono del Signore, potremo dialogare con Lui e vedere con gli occhi della fede il futuro che non finisce.

  • Intenzioni di preghiera:

  • O Signore, Padre della vita, fa che la tua Parola, seminata nei nostri cuori, germogli e fruttifichicon abbondanza. Concedici di vivere come tuoi figli sulla terra in attesa di contemplare il tuo volto nel cielo.
  • Ti preghiamo o Signore per la nostra Comunità, perché non ceda alla tentazione della paura ma comunichi nella gioia il tuo Vangelo di resurrezione. Proteggila dal male e benedici i frutti del suo lavoro in ogni parte del mondo.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Santa Chiesa, che crede, soffre e spera in ogni parte del mondo, perché sia fortificata dallo Spirito e sappia renderti testimonianza.
  • (un bambino) Gesù, aiutaci ad ubbidire alla tua Parola, come ha fatto Abramo; facci conoscere la vita che viene da Dio e che non finisce mai.
  • (un adolescente)Ti preghiamo, Signore, aiutaci a crescere insieme stando in pace con tutti, senza disprezzare nessuno, imparando da te a vivere nell’amore di Dio che non finisce.
  • O Signore accogli le invocazioni che ti presentiamo e che lungo questa settimana ci sono state affidate: ti preghiamo di allontanare la guerra e ogni violenza dal nostro mondo. Fa che coloro che governano le nazioni sentano la responsabilità di perseguire il bene comune e di cercare la pace.
  • Ti preghiamo o Signore per chi è carcerato, per chi è prigioniero, per chi è ridotto in schiavitù, per chi è condannato a morte: perché tutti trovino la loro liberazione e la salvezza.