parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 13/08/06
19ª domenica dopo Pentecoste /B
   
Letture: 1 Re 19,4-8; Salmo 33; Efesini 4,30-5, 2; Giovanni 6,41-51

 


"Io sono il pane vivo disceso dal cielo ".

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 6 versetti da 41 a 51

41Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?».

43Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. 44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.

47In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. 48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.

51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo»

camminiamo con la forza del pane di vita

Continuiamo anche oggi la lettura del capitolo sei del Vangelo di Giovanni.

Da una parte vediamo Gesù che manifesta il suo amore verso gli uomini e il suo desiderio di attirarli nell’orbita di Dio; dall’altra c’è la resistenza a comprendere la vicinanza di Dio alla nostra vita per mezzo di Gesù, il figlio di Dio che si fa uomo come noi.

Gli uomini pensano a Dio come a una realtà lontana, che sta in cielo e che può fare degli interventi nella nostra vita. Ma pensare a un Dio che ci manda il suo figlio, che diventa “il pane della nostra vita”, tutto questo sembra impossibile.

I primi ascoltatori di queste parole del Vangelo, gli abitanti di Cafarnao, si chiedono: Come può dire costui di essere il pane disceso dal cielo, quando noi conosciamo bene la sua famiglia, suo padre di nome Giuseppe e sua madre Maria?

Gesù risponde a loro e spiega anche a noi, che dobbiamo aprirci ad una conoscenza che non è quella della carne, cioè quella che viene dalle nostre capacità e dalla nostra intelligenza. Ricordiamo le parole di Gesù a Nicodemo, uomo esperto in cose religiose che va da Gesù di notte per capire qualcosa di Lui, che gli sfuggiva: “se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio. … Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t’ho detto: dovete rinascere dall’alto” (Gv. 3,3-7).

E Gesù insiste: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (v.51). Il profeta Isaia ci chiede: “Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia?” (55,2).

La dura realtà che è sotto i nostri occhi, una realtà con troppe violenze, troppe guerre, troppe ingiustizie, è quella che gli uomini finiscono col costruirsi con le proprie mani. Agire solo per avere ragione noi, crea divisioni, rancori, desideri di vendetta.

Quando il Signore ripete oggi a noi “Io sono il pane della vita” ci vuole aprire ad una realtà che nasce dalla sua Parola accolta. La sua Parola fa di noi uomini e donne nuove: fa scomparire dalla nostra vita le asprezze, lo sdegno, l’ira, la maldicenza e ci rende benevoli gli uni verso gli altri, ci rende misericordiosi, capaci di perdonarci come il Signore fa con noi.

E diventiamo capaci di agire come ha fatto Gesù: i poveri non sono più abbandonati, la gioia ritorna sul volto di tante persone che curate riprendono a sperare e a vivere. L’apostolo Paolo ce lo chiede espressamente: “Fatevi imitatori di Dio e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi” (Ef. 5,2).

Le notizie di questi giorni, di attentati sventati, dei venti di guerra che hanno ripreso a spirare tragicamente in Medio Oriente ci spingono a pregare per la pace, unendoci alla voce e ai sentimenti di papa Benedetto XVI, che, di fronte a “centinaia di morti, moltissimi feriti, una massa ingente di senzatetto e di sfollati, case, città ed infrastrutture distrutte, mentre nei cuori di molti sembrano crescere l’odio e la volontà di vendetta”, ha di nuovo chiamato al “cammino della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà”.

La liturgia di oggi di chiama a non rassegnarci ripiegati su noi stessi, ma come Elia riprendere il cammino con la forza di questo cibo che ci viene dato dal Signore: la Parola del Signore e il pane eucaristico, pane della vita, che ci dona Gesù stesso e la sua forza di amore.

  • Intenzioni di preghiera:

  • Ti ringraziamo Signore, perché nella nostra debolezza tu ci sostieni con il vero pane. Fa che sostenuti da te compiamo il pellegrinaggio della nostra vita.
  • Signore rendici testimoni del tuo amore per ciascuno di noi. Guidaci nell’incontro con i nostri fratelli in particolare con quelli più bisognosi di affetto e di attenzioni.
  • Ti preghiamo o Signore per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutti i pastori della tua Chiesa: perché facciano conoscere i misteri del tuo amore per ogni creatura.
  • Accogli o Signore le invocazioni che ti presentiamo e che sono state affidate lungo questa settimana alla nostra preghiera: consola chi soffre, proteggi chi è in pericolo, guarisci chi è malato, dona a tutti la pace del cuore.
  • O Signore che sei venuto ad abolire ogni divisione e ad abbattere ogni muro di separazione, fa cessare le ostilità in Libano, in Terra Santa, in Uganda e in tutti i paesi dove si muore a causa della guerra: che la guerra e l’inimicizia non dominino più il cuore degli uomini ma trionfi la pace e la concordia tra i popoli.