"Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po' " |
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Dal Vangelo di Marco capitolo 6 versetti da 30 a 34
30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato.
31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare.
32Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.
33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.
34Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Assieme al Signore, vediamo tutto con occhi nuovi
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Il nostro dialogo col Signore
Questo nostro incontro col Signore è lo stesso incontro dei discepoli attorno al Signore, di cui ci parla il Vangelo di oggi. E anche noi vogliamo raccontargli quello che abbiamo vissuto e comunicato durante questa settimana. Una settimana in cui il caldo si è fatto sentire di più. E noi sappiamo quanto questo pesa maggiormente sulla vita dei più deboli, specialmente sugli anziani, su quelli che vivono per strada.
Ma una settimana anche, in cui le notizie della guerra nella terra dove ha vissuto Gesù e nei luoghi dove egli è passato – come le città di Tiro e Sidone di cui ci parla il Vangelo – hanno continuato a comunicarci bombardamenti, morti, civili in fuga dalle loro case; notizie di distruzione e di morte.
Abbiamo da dire al Signore che la Terra Santa e il Libano ci sono care: la Terra Santa è la terra in cui egli ha operato, ha manifestato il suo amore, lì ci sono i luoghi dove per prima è stato annunciato il suo Vangelo, e da dove si è diffuso in ogni terra ed è giunto fino a noi; e poi il Libano, terra in cui per decenni si è visto che è possibile vivere assieme in pace, cristiani delle diverse confessioni e musulmani sciti e sunniti. Ora con la guerra tutto questo è messo in discussione e diventa più difficile la convivenza pacifica.
Una preghiera insistente per la pace
In questa liturgia noi chiediamo al Signore con insistenza, senza stancarci – come la vedova del Vangelo che chiede giustizia - che finiscano gli scontri, che si cerchi nel dialogo la via della pace e della riconciliazione. Sappiamo di farlo assieme a tanti, sollecitati anche dall’invito di papa Benedetto a fare di oggi una giornata di preghiera e di penitenza. E lo facciamo anche assieme a tutti gli ebrei e musulmani che desiderano la pace, rivolgendosi all’unico Dio per implorare anch’essi la pace.
L’incontro col Signore nella santa liturgia è un momento di intimità fra lui e i suoi discepoli; è un momento di intimità con lui anche per noi: non solo per raccontargli delle nostre gioie e preoccupazioni, ma anche per apprendere da Lui a guardare le tante folle che cercano chi le ascolti e si faccia carico delle loro ansie e domande.
Dal Signore, dalla sua Parola, apprendiamo i sentimenti di misericordia e di compassione, impariamo a purificare i nostri cuori da ogni pensiero di rivalità, di rancore, di indifferenza nei confronti di chi è più debole e vede la sua vita minacciata. Egli col suo amore tenace e paziente ha fatto leva sui semi di bene posti da lui stesso nel cuore degli uomini, nel nostro cuore, per farli crescere, svilupparli, rendendoci a nostra volta capaci di diffondere amore attorno a noi.
Dal Signore impariamo a guardare le folle
Anche oggi vediamo tanta gente che cerca luoghi di riparo, luoghi di accoglienza, persone che le ascoltino e le comprendano. La liturgia settimanale è l’appuntamento col Signore che ci fa uscire incontro agli altri con la sua compassione e commozione. Egli è il compassionevole, il misericordioso, colui che si commuove sulla sorte delle tante folle disperse come pecore senza pastore. E da lui impariamo ad alzare lo sguardo da noi stessi e vedere e ascoltare i tanti che chiedono aiuto. E ad andare loro incontro.
Non è questa l’esperienza che noi stessi abbiamo fatto incontrando il Signore? Egli si è chinato su di noi, ci ha presi per mano, ha parlato al nostro cuore, ci ha riconciliati, ci ha donato fratelli e sorelle, ci ha dato un cuore nuovo. Anche noi che “un tempo eravamo i lontani siamo diventati i vicini”, come scrive Paolo alla comunità degli Efesini (2,13); egli è venuto ad abbattere il muro che ci separava gli uni dagli altri, l’inimicizia. Oggi noi viviamo l’amicizia che nasce dalla sua Parola accolta, frutto del suo Spirito che ci è donato. Ed è bello vivere la vita che egli ci ha fatto conoscere e ci ha donato.
Diffondere ovunque sentimenti di pace
La nostra preghiera per la pace è per tutti i luoghi dove c’è la guerra, ma specialmente in queste ore difficili per la Terra Santa e per il Libano; è la pace che il mondo non si sa dare da solo, la pace che viene dall’alto: “vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi” – dice Gesù ai discepoli (Gv.14,27). E noi questa pace invochiamo per il mondo, per i luoghi dove si muore a causa della guerra.
Ringraziamo il Signore per la fraternità e la solidarietà che ci fa vivere, per gli incontri con i nostri amici poveri; chiediamo perdono per lo sporco che ancora c’è nel nostro cuore e facciamo spazio al suo amore che purifica e ricrea; con un cuore purificato, unanimi come la prima comunità di Gerusalemme, invochiamo concordi la pace particolarmente sul Libano e sulla Terra Santa.
E diffondiamo ovunque attorno a noi simpatia e amore verso tutti, combattiamo il male che è molto forte seminando solidarietà e attenzione verso i più deboli e dimenticati, facendo sentire la voce di chi non ha voce, aiutando quelli che prigionieri di se stessi non vedono altro al di fuori di se stesso, aiutandoli ad aprire gli occhi e il cuore e a vedere. Comunichiamo pace a tutti, a quelli che sono vicini e a quelli che sono lontani.
Intenzioni di preghiera:
- Ti ringraziamo o Signore per la santità di questo giorno in cui ci chiami in disparte per poter ascoltare la tua parola, nutrirci alla tua mensa e ricevere da te la forza vera della nostra vita. Donaci di lasciarci toccare dal tuo Vangelo.
- O Signore, che ci hai insegnato a rivolgerci a te con fiducia ascolta la nostra preghiera per le folle di questo mondo che sono come pecore senza pastore: perché possano incontrare la tua commozione e il tuo amore le guidi e le consoli.
- Ti preghiamo o Signore per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutti i pastori della tua Chiesa: perché sappiano guidare sempre con amore il gregge che hai loro affidato.
- Accogli o Signore le invocazioni che ti presentiamo e che sono state affidate lungo questa settimana alla nostra preghiera: consola chi soffre, proteggi chi è in pericolo, guarisci chi è malato, dona a tutti la pace del cuore.
- O Signore che sei venuto ad abolire ogni divisione e ad abbattere ogni muro di separazione, fa cessare le ostilità in Libano: che la guerra e l’inimicizia non dominino più il cuore degli uomini ma trionfi la pace e la concordia tra i popoli.
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