parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 09/07/06
14ª domenica dopo Pentecoste /B
   
Letture: Ezechiele 2, 2-5; Salmo 122; 2 Corinzi 12, 7-10; Marco 6, 1-6 .

 


Gesù cominciò ad insegnare nella sinagoga

Dal Vangelo di Marco capitolo 6 versetti da 1 a 6

1Partito da Cafarnao, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. 2Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga.

E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: “Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?”. E si scandalizzavano di lui.

4Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. 5E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

Riconosciamo la forza dello Spirito
che opera anche oggi in mezzo a noi

Il nostro atteggiamento dinanzi al Signore e alla sua Parola

Ci ritroviamo nella santa liturgia un po’ come gli abitanti di Nazaret che di sabato si erano riuniti nella sinagoga di Nazaret e Gesù che in mezzo a loro comincia ad insegnare. Gesù per noi non è una persona sconosciuta, abbiamo cominciato a conoscerlo sin da quando, ancora bambini, ci sono state dette le prime cose su di lui.

Non è difficile ritrovarci a liturgia con un atteggiamento di chi già sa, di chi crede di conoscere il Signore, senza avere l’atteggiamento di chi è pronto a lasciarsi toccare il cuore, a cambiare pensieri e sentimenti con la forza della sua Parola. Possiamo imparare da quei malati di cui parla il Vangelo, che stavano fuori della sinagoga e chiedevano aiuto al giovane profeta che passava.

Ma il nostro incontro nella liturgia è l’incontro con la Parola del Signore, con la forza del suo Spirito, con lui che si fa nostro cibo e ci chiede ogni volta di cambiare il cuore e la nostra vita imparando da lui, mite e umile di cuore. Egli non si presenta mai a noi con la forza, con l’imposizione, ma nella semplicità della sua Parola e dei suoi gesti attende la risposta di chi con fede si lascia trasformare e guarire nel cuore.

Gli abitanti di Nazaret erano orgogliosi che un loro concittadino fosse diventato famoso, che attirasse tanta gente, ma non accettavano che egli parlasse con autorità sulla loro vita e sul loro comportamento. Si trattava – e si tratta per noi oggi – di riconoscere l’azione dello Spirito che si manifesta in Gesù e che vuole continuare ad operare attraverso tutti quelli che si lasciano guidare dallo Spirito.

La forza dei profeti è la forza dello Spirito che agisce in loro

Si tratta proprio di imparare da quelli che hanno sperimentato questa forza e hanno accolto con umile fiducia, proprio come ci viene detto di Ezechiele, nella prima lettura di oggi, e come è stato vero per i tanti nel corso della lunga storia delle meraviglie compiute dallo Spirito: “uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava” (Ez.2,2).

È quello che vive e sperimenta anche l’apostolo Paolo che nella debolezza delle sue forze, nella fatica delle privazioni e delle sofferenze riconosce l’azione di Dio col suo Spirito che parla attraverso la sua azione umile e la sua coraggiosa predicazione: “Egli mi ha detto: ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2Cor.12,9). E questo spinge Paolo ad affermare paradossalmente: “quando sono debole, è allora che sono forte” (v.10); cioè che proprio quando egli è più consapevole della sua debolezza, della mancanza di forze e di mezzi, allora sperimenta che è il Signore ad agire per mezzo suo fino a toccare con forza il cuore di quelli che ascoltano.

È proprio questo atteggiamento di disponibilità interiore che mancava agli abitanti di Nazaret, i quali si pongono le giuste domande “Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani?”, ma non sanno andare oltre la loro conoscenza materiale della famiglia terrena di Gesù, dei suoi parenti, del mestiere che egli aveva esercitato durante gli anni trascorsi a Nazaret.

Poniamoci anche noi nell’atteggiamento umile e docile dei profeti

È un salto, un passo interiore che essi non hanno compiuto; è un passaggio interiore che è richiesto a ciascuno di noi, anche nel saper leggere le cose belle che lo Spirito di Dio continua a compiere per mezzo di persone umili e semplici sui tanti che aspettano come quei malati alla porta della sinagoga di Nazaret. Sono anziani soli, bambini rimasti orfani dei genitori morti per l’AIDS in Africa, stranieri che hanno bisogno di essere accolti; sono i poveri che troviamo alla porta delle nostre chiese e nelle strade delle nostre città; sono quelli che fanno giungere il loro grido di aiuto dai paesi lontani dell’Africa e dai luoghi di dolore dove c’è la guerra.

Se lo Spirito di Dio ci trova disponibili come il profeta Ezechiele, come Paolo e tanti uomini e donne di fede oggi, anche per mezzo nostro il Signore potrà continuare la sua opera di guarigione e di salvezza.

  • Intenzioni di preghiera:

  • Ti ringraziamo o Signore perché sei un Dio fedele e nonostante la durezza dei nostri cuori non smetti di parlare al tuo popolo. Perdonaci per quando abbiamo chiuso il cuore e reso inefficace la tua Parola, guarisci la nostra incredulità e serviti della nostra debolezza per manifestare al mondo la tua potenza rigeneratrice.
  • Ti preghiamo o Signore per la nostra Comunità perché non si lasci intimidire dal male, ma annunci fiduciosa e con franchezza a tutti gli uomini il tuo regno. Guidala con il tuo Spirito e fa che quel che sembra impossibile ai nostri occhi si compia come miracolo del tuo amore.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la tua Santa Chiesa perché sempre sperimenti la fecondità dei doni e dei carismi che le elargisci e perché guidi gli uomini e le donne a seguirti in questo tempo.
  • Ti preghiamo o Signore per tutti i tuoi figli qui raccolti: donaci un cuore capace di ascolto, di conoscenza, di discernimento per custodire e compiere con amore quello che insegna il tuo Vangelo.
  • Accogli, Signore, le invocazioni di tanti che ti invocano dalle terre di dolore. Fa’ cessare ogni guerra, il livore dell’odio e ogni male: che la pace venga presto in Terra Santa e in ogni luogo dove si ode il fragore delle armi.
  • Ti preghiamo, o Signore, per tutti quelli che sono malati, che sono nel dolore, nell’afflizione: ricordati di loro, visitali, fortificali, dona loro la tua salvezza.
e-mail: