Lo interrogarono per vedere
di coglierlo in fallo. |
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Dal Vangelo di Matteo, capitolo 21 versetti da 33 a 43
15I farisei, avendo udito che Gesù aveva ridotto al silenzio i sadducei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi.
16Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. 17Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?”.
18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: “Ipocriti, perché mi tentate? 19Mostratemi la moneta del tributo”. Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: “Di chi è questa immagine e l’iscrizione?”. 21Gli risposero: “Di Cesare”.
Allora disse loro: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.
La duplice dimensione del cristiano: cittadino responsabile e testimone dell'amore di dio
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Lo spazio di Dio nella vita degli uomini li rende più umani
Ci ritroviamo assieme nel giorno del Signore, consapevoli di vivere un tempo in cui tanti seguono lo spirito del mondo, dove poco è lo spazio per Dio e dove si finisce poco a poco anche per dare poco spazio ai valori umani che riguardano ogni uomo e ogni donna, al di là della religione che professano o non professano.
Mentre da un lato la tecnologia e la scienza fanno continui progressi, sembra di assistere dall’altro lato ad un impoverimento della qualità della vita, ad una caduta di valori quali la sincerità, l’onestà, il disinteresse, la solidarietà.
Le pagine bibliche di oggi vogliono fare appello a tutti perché l’uomo possa progredire nel suo cammino dentro la storia: il Signore si vuole servire anche di Ciro, re di Persia – ai tempi di Isaia (700 a. C., circa 2700 anni fa) – un re pagano, che non conosce Dio, per affrontare il male e permettere al popolo di continuare nella via del bene: “Per amore del mio popolo, io ti ho chiamato per nome, sebbene tu non mi conosca”.
Penso agli incontri e ai dialoghi, più volte realizzatisi in questi ultimi tempi, fra uomini di religione e uomini di cultura laica, per poter insieme, da posizioni diverse, riflettere e operare per costruire un mondo più umano. Uomini religiosi di fede sincera si possono incontrare e collaborare con uomini non credenti, di buona volontà a cui sta a cuore il bene degli uomini.
C’è bisogno di cristiani autentici
Un limite che ci troviamo dinanzi troppo spesso è quello di tanti cristiani che vivono allo stesso modo di quelli che seguono lo spirito del mondo, del proprio interesse, in una visione egoistica e utilitaristica della vita.
In questa realtà è molto importante la presenza, la fede e la testimonianza che uomini e donne di qualunque condizione possono dare dentro questa realtà del mondo. L’apostolo Paolo scrive alla piccola comunità di Tessalonica, che vive la sua fede all’interno di un mondo prevalentemente pagano: “Ringraziamo sempre Dio per tutti voi, per il vostro impegno nella fede, per la vostra operosità nella carità e per la vostra costante speranza nel Signore nostro Gesù Cristo” (1 Tessalonicesi 1,2).
Anche noi sentiamo la gioia di poter essere semplici e umili testimoni dell’amore del Signore che è stato riversato in noi e che ci conduce nel nostro cammino. In un mondo affannato, ritrovarsi insieme la sera nella casa del Signore per pregare è per noi respiro di vita, sollievo e forza di amore che riceviamo dal Signore. Ma è anche un segno di speranza per questo mondo, un richiamo a “rendere a Dio quello che è di Dio”.
La cultura del nostro tempo, la mentalità che porta a dimenticare i deboli, ad allontanare i diversi, noi cristiani l’affrontiamo con la cultura del vangelo. È la cultura che si manifesta in Gesù accanto ai poveri, accanto ai disprezzati, che si rivolge a tutti perché si aprano alla misericordia di Dio, che perdona sulla croce i suoi crocifissori. Dentro questo nostro mondo spesso distratto, alla ricerca di benessere piuttosto materiale, i segni di solidarietà che noi poniamo in maniera concreta sono segni di vita, segni di umanità secondo il disegno di Dio.
I cristiani vivono nel mondo ma non sono del mondo
Noi cristiani non viviamo fuori del mondo, non ci allontaniamo da esso anzi siamo chiamati ad essere cittadini responsabili nello stato e nella società in cui viviamo: “rendete a Cesare quello che è di Cesare” – dice Gesù. Cesare era il simbolo del potere civile ai tempi di Gesù, indicava l’imperatore che governava su tutti i sudditi dell’impero romano. I cristiani sono chiamati a vivere responsabilmente dentro la città, dentro lo stato in cui si trovano.
Ma Gesù aggiunge subito: “e rendete a Dio quello che è di Dio”. “I cristiani – leggiamo nella Lettera a Diogneto, un antico scritto del II secolo d.C. - vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale” (V,4)… A dirla in breve, come l’anima è nel corpo, così nel mondo sono i cristiani … essi abitano nel mondo, ma non sono del mondo” (VI,1).
Sono parole che richiamano quelle di Gesù ai suoi discepoli quando nella preghiera al Padre suo dice: “Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità” (Giovanni 17,15-16).
Chiediamo al Signore che ci aiuti ad essere un segno di amore e di pace in questo mondo. Chiediamo che cresca la nostra fraternità e l’amore per chi è povero e deboli. Chiediamo di non cedere alla tentazione di chiuderci in noi stessi e ritirarci nel nostro privato. Per questo la nostra fede ha bisogno di nutrirsi con la frequentazione assidua alla Parola di Dio e alla preghiera, nella certezza che il Signore ci renderà sempre più simili a lui, suoi figli e testimoni in questo mondo.
- Signore Gesù aiutaci a nutrire con perseveranza la nostra fede con la frequentazione assidua della tua Parola e nella preghiera, nella certezza che da te solo, che ci hai creato a tua immagine e somiglianza,viene il nostro aiuto e la nostra salvezza.
- Signore, soccorri questi tuoi servi in ogni loro debolezza: aiutaci a non lasciarci intimidire e confondere dallo spirito di questo mondo.
- Signore, Padre buono, riempi della tua grazia e dei tuoi doni la tua Santa Chiesa. Proteggi e sostieni col tuo amore il papa Benedetto XVI e il nostro vescovo Michele.
- (Un bambino) Gesù, aiutami a vivere spendendo il mio tempo non solo per il gioco, la scuola, i miei cari. Aiutami ogni giorno ad avere un tempo di preghiera, per parlare con te.
- Signore, in questo giorno in cui ricordiamo la deportazione di mille ebrei di Roma durante la seconda guerra mondiale, noi ti preghiamo perché mai più il disprezzo e l’odio razziale possano aver ragione sulla vita di tanti uomini e di tante donne. Tu che hai dato la vita per vincere il male purifica il cuore degli uomini da ogni divisione, aiutaci ad estirpare dalla nostra vita ogni radice di inimicizia e guidaci sulla via del perdono e della riconciliazione.
- Ti preghiamo o Signore di aiutare ciascuno di noi a dare a Te il primo posto nella nostra vita per servirti sempre con generosità.
- Signore ascolta la nostra preghiera. Ad una sola voce ti chiediamo di disarmare i disegni dei violenti. Fa risorgere il mondo intero perché l’odio, la violenza, il terrorismo, la guerra non incombano più sul suo destino.
- Ti preghiamo Signore per chi cerca parole di salvezza e consolazione per la propria sofferenza e per tutti i malati.
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