e

parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 07/08/05
Domenica 19ª Tempo Ordinario /A
   

Letture: Re 19, 9.11-13; Salmo 84; Romani 9,1-5; Matteo 14, 22-33.


"Coraggio, sono io, non abbiate paura "

Dal Vangelo di Matteo, capitolo 14 versetti da 22 a 33

[22]Dopo che la folla si fu saziata, subito Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. [23]Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.

[24]La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. [25]Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare.

[26]I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "È un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. [27]Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura". [28]Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". [29]Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù.

[30]Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". [31]E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".

[32]Appena saliti sulla barca, il vento cessò. [33]Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!".

L'amore paziente che il Signore
manifesta ai suoi discepoli

La preghiera rivolta a Dio ci avvicina agli uomini

Gesù voleva ritirarsi in un luogo solitario assieme ai suoi discepoli per poter pregare, come faceva ogni giorno. Ma era stato costretto a rimandare questo momento a un tempo successivo quando si era trovato di fronte ad una folla che lo cercava, chiedendo aiuto per i propri malati.

Ora che egli ha parlato a lungo con queste persone, ha guarito i loro malati, li ha sfamati, può ritirarsi sul monte a pregare. Nella sua preghiera sono presenti quelle folle consolate, sono presenti i suoi discepoli che in barca nella notte si stanno dirigendo dall’altra parte del lago.

La preghiera non allontana mai dagli uomini: da una parte ci unisce a Dio e dall’altra ci aiuta a guardare e a portare nel cuore la vita degli altri e ad andare verso di loro. Mentre Gesù prega nel cuore della notte, i suoi discepoli si trovano in difficoltà: si è sollevato un vento forte e le onde agitano quella piccola imbarcazione su cui si trovano i dodici. Gesù pensa a loro, perché egli non è mai lontano dalla nostra vita e non si dimentica degli uomini.

L’amore paziente del Signore verso di noi

Ma noi tante volte - soprattutto quando ci abituiamo a vivere la vita da soli, dimenticando il Signore - pensiamo di essere soli in mezzo alle difficoltà. Quando Gesù verso la fine della notte va verso i discepoli camminando sulle acque, essi non credono che sia il Signore; pensano a un fantasma e si mettono a gridare, tanto che Gesù li deve rassicurare: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”.

Ma è facile passare dalla paura all’arroganza condita di dubbio. Pietro vuole quasi mettere alla prova il Signore: “Se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. E la mancanza di fiducia non aiuta a incontrare il Signore. Quando comincia ad affondare, Pietro grida: “Signore, salvami”. E Gesù mentre lo solleva con la sua mano amica, lo rimprovera: “uomo di poca fede, perché hai dubitato?”.

Più leggiamo il Vangelo e più conosciamo quanto il Signore Gesù è buono e paziente con noi, mentre siamo dubbiosi, arroganti, persone di poca fede. Più conosciamo il Signore e più ci rendiamo conto di quanto grande e pieno di tenerezza sia l’amore del Signore nei nostri confronti.

Impariamo dal Signore ad essere pazienti e pieni di comprensione verso gli altri, mentre viene a tutti più facilmente di percorrere la via dell’arroganza e della violenza. Il nostro mondo ha bisogno di uomini e donne, amici del Signore, che manifestano nella la propria vita la bontà di scelte opposte a quelle che sono sotto gli occhi di tutti; scelte che producono altre violenze, risentimenti, allargano il solco delle incomprensioni vicendevoli.

Avere gli stessi sentimenti del Signore

I discepoli del Signore anche oggi imparano ogni giorno da lui gli stessi comportamenti che egli manifesta nella pagina evangelica appena ascoltata: mettono la preghiera al primo posto e di qui aprono il cuore agli altri, andando loro incontro, comprendendo le loro debolezze e durezze, invitando ad avere fiducia in Colui che è venuto a mostrarci la via della vera umanità.

Gesù è la manifestazione piena della dolcezza di Dio che il profeta Elia – nella antica pagina del 1° libro dei Re che abbiamo ascoltato oggi – coglie nell’immagine di quella brezza leggera con cui il Signore lo vuole rassicurare. Dio non si manifesta dentro la forza di un vento impetuoso, non nello sconquasso di un terremoto e nemmeno nel fuoco che divora tutto. Dio si manifesta nel “mormorio di un vento leggero”.

Noi manifestiamo il Signore nella nostra vita quando viviamo la fraternità vicendevole, l’accoglienza verso tutti, la pazienza nei confronti di quelli che sono duri, la comprensione con quelli che hanno sbagliato.

Comunicare a tutti l’umanità del Signore Gesù

E questa dolcezza dell’amore del Signore che è stato riversato in noi ci spinge a comunicarlo in maniera larga agli altri, senza risparmiarci. È l’amore del Signore che ci fa desiderare l’avvicinamento a Dio di quelli che sono lontani.

Paolo aveva ricevuto tante accuse da quelli del suo popolo di origine, gli ebrei, era stato tante volte perseguitato, maltrattato, costretto a fuggire. Ma il suo desiderio più grande è che anch’essi possano conoscere quel Signore che ha cambiato totalmente la sua vita facendolo partecipe dei suoi stessi sentimenti. Per questo egli dice: “Ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei io stesso essere separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne” (Romani 9,2-3).

L’amore del Signore fa dimenticare i torti subiti, rende capaci di voler bene a quelli che ci hanno fatto del male, rende disponibili a qualunque sacrificio pur di vedere risanata la vita di quelli che sono malati nel cuore.

Viviamo con gioia il dono gratuito dell’amore di Dio, manifestiamolo e testimoniamolo nella quotidianità delle nostre giornate.

Preghiera dei fedeli

  • Signore, aiutaci a comprendere che la preghiera è la forza che ci comunica il tuo amore e non ci fa dimenticare degli altri.
  • Ti ringraziamo Signore, per il tuo amore paziente con cui sei vicino alla nostra vita. Perdona le nostre arroganze, la poca fede con cui tante volte ci avviciniamo a te. Signore, aiuta la nostra fede.
  • Ti preghiamo Signore per il nostro Papa Benedetto XVI, per il nostro vescovo e per tutta la Chiesa: sostienila con la forza del tuo Spirito perché manifesti al mondo il tuo amore e la tua pace.
  • Signore, tante volte di fronte alla violenza del male, non comprendiamo il tuo modo di agire in mezzo agli uomini. Vorremmo che tu intervenissi in modo immediato, anche duro alla maniera degli uomini. Aiutaci a comprendere che tu ti manifesti sempre nella dolcezza.
  • Ti preghiamo Signore per la fine di tutte le guerre, per la fine delle violenze che causano la morte di tanti innocenti. Aumenta Signore il numero di quelli che operano e camminano nella via della tua pace.
  • Ti preghiamo Signore per le famiglie colpite per la perdita dei loro cari nel disastro aereo in Sicilia; aiutali e confortali nel loro dolore.
  • Ti preghiamo Signore per tutti quelli che soffrono, per le persone sole, per i malati, per chi è povero e dimenticato. Aiutaci ad essere pieni della tua umanità.
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