parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 08/02/04
Domenica 5ª tempo Ordinario - anno C
 

Letture: Isaia 6, 1-2.3-8; Salmo 137; 1 Cor. 15, 1–11; Luca 5, 1-11.

"Signore, allontanati da me,
che sono un peccatore"

Dal Vangelo di Luca,
capitolo 5 versetti da 1 a 11.

1Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genesaret 2e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.

7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. 8Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore».

9Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

LA FAME DELLA PAROLA DI DIO

La Parola del Signore attira gli uomini e le donne

Perché tanta gente si stringe attorno a Gesù, per ascoltare la sua Parola?

È qualcosa che avveniva in quei tempi lontani, in Palestina, sulle rive del mar di Galilea, oppure accade ancora oggi?

Tanto spesso si sente dire che alcuni si sono allontanati dalla Chiesa, che oggi non c’è tanto interesse per la religione. Ma siamo sicuri che sia proprio vero?

Tante esperienze attorno a noi ci dicono che quando è la Parola del Signore, la Parola del Vangelo ad essere comunicata agli altri, questa attira tanti e tocca il cuore di tanti.

Certo, anche oggi ci sono di quelli che la rifiutano o restano indifferenti davanti ad essa, come accadde anche ai tempi di Gesù. Ma anche oggi sono tanti quelli che cercano una parola vera per la loro vita. E la Parola di Dio è una parola vera.

Liberare la nostra mente e il nostro cuore dalle incrostazioni

Per questo è importante che tutti quelli che si sforzano di comunicarla, devono liberarla da tante incrostazioni, moralismi, ideologie che hanno appesantita e a volte snaturata questa Parola, lungo la storia.

Lasciamo che anche a noi, come avvenne per il profeta Isaia, il fuoco della Parola tocchi le nostre labbra impure, contaminate dalle parole quotidiane - spesso parole di giudizi, di divisione – e le purifichi, come un fuoco, e ci riscaldi il cuore. E avvenga anche per noi quello che l’angelo dice a Isaia:

“Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato” (Isaia 6,7).

Il Vangelo dice che

“La folla faceva ressa attorno a Gesù per ascoltare la parola di Dio” (Luca 5,2).

Anche noi conosciamo tante esperienze in questo tempo, piccole e meno piccole, di gente che cerca il Signore e vuole ascoltare la sua Parola, così come ci è stata tramandata, senza aggiunte e senza appesantimenti. Forse c’è da riflettere molto sulle parole che l’apostolo Paolo rivolge ai suoi amici cristiani di Corinto:

“Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato” (1 Corinzi 15,1-2).

Il Signore chiede la nostra collaborazione

E il Signore ha bisogno di noi come ebbe bisogno di Simon Pietro che gli mise a disposizione la sua barca, perché la parola di Gesù potesse raggiungere più persone. Possiamo mettere anche noi a disposizione del Signore quello che abbiamo: il nostro tempo (almeno una parte), le nostre parole e le nostre mani, i mezzi materiali e non solo di cui disponiamo.

Ognuno di noi si rende disponibile al Signore per quello che è, con le sue idee che a volte sono precomprensioni di quello che il Signore dice e fa. Ma il Signore ugualmente sa rendere utile quello che noi gli mettiamo a disposizione.

La richiesta inaspettata di Gesù

Mentre il Signore parla, non è solo la folla ad ascoltare, ma anche Simon Pietro che stava nella barca con Gesù. Simon Pietro ha ascoltato, ma rimane un uomo con le sue convinzioni, le sue certezze anche se tante volte sono certezze che non sono affetto tali, le sue esperienze che non sempre sembrano dare risultati. Come era accaduto la notte precedente, quando dopo un lungo e pesante lavoro a mare, si era trovato con le reti vuote e le mani doloranti.

Simone non si aspettava la richiesta di Gesù:

“Prendi il largo e calate le reti per la pesca”.

C’è un disappunto, forse un giudizio su Gesù, inesperto delle cose di mare che lui conosceva così bene. E lo esprime chiaramente a Gesù, anche se poi finisce – forse con qualche dubbio – per rispondere positivamente alla richiesta di Gesù:

“Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti” (v.5).

Chi si fida sperimenta la forza del Vangelo

A tanti di noi è capitato in varie situazioni di pensare come Simone. E anche noi siamo stati smentiti abbondantemente dai fatti. Quante pesche con risultati che noi non ci aspettavamo (sempre che abbiamo finito poi per fare quello che ci ha chiesto il Signore, anche se con le nostre riserve)!

Ma Simone, davanti a quello che ha operato il Signore, sente vergogna per la sua diffidenza, per le riserve con cui aveva accolto quella parola di Gesù. E chiede perdono, come segno di una fiducia con cui vuole iniziare a vivere il suo rapporto col Signore, appena agli inizi.

Sappiamo dai Vangeli che tante altre volte verrà fuori la sicurezza di Simon Pietro davanti al Signore, la sua presunzione. Ma il Signore sa guarire poco a poco il nostro cuore da quella filautia, quell’amore per sé, che pone ostacoli all’azione del Signore.

Anche a noi oggi – se riconosciamo il nostro peccato e la nostra presunzione – dice:

“Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini” (v.10).