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"Amatevi gli uni gli altri
come io vi ho amato "
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Dal Vangelo di Giovanni,
capitolo 13 versetti da 31 a 35.
31Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse:
"Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
33Figlioli, ancora per poco sono con voi. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".
FORTI NELLA FEDE ANNUNCIAMO UN MONDO NUOVO
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È possibile amare con lo stesso amore di Gesù
La resurrezione di Gesù che abbiamo celebrato in questa Pasqua è l’affermazione che il male non è l’ultima parola per questo mondo e per ciascuno di noi. In Gesù, contro il quale vediamo si sono scatenate le forze del male nelle ore della passione e morte, si manifesta la forza di amore del Padre che vince sulla violenza, sulla morte, sulle tenebre di questo mondo.
E noi, per essere discepoli di questo Signore, il Signore Gesù, siamo chiamati a radicarci nel suo amore, farne la regola e il fondamento della nostra vita. Non ci sembri paradossale o impossibile “amarci gli uni gli altri” come egli stesso ci ha amati. Anche noi riceviamo la forza che viene dall’alto, lo Spirito di amore che ha informato e mosso tutta la vita di Gesù.
E noi vediamo questa forza operare in noi quando ci lasciamo attirare e guidare da questo Spirito: nuovi incontri, nuovi sentimenti, legami di affetto che si stabiliscono con persone diverse. Amare dello stesso amore del Signore Gesù non solo è possibile ma è buono e bello per noi e per quelli che incontriamo.
Comunichiamo con gioia quello che il Signore opera anche oggi
Lasciamo che la fede nel Signore Gesù si consolidi in noi, si affermi sempre più. Viviamo la gioia della fraternità e come fratelli andiamo incontro agli altri. Raccontiamo ai nostri amici e fratelli quello che il Signore ci fa vivere e quello che opera per mezzo nostro. Come facevano i discepoli del Signore nelle prime comunità: “Arrivati ad Antiochia, Paolo e Barnaba riunirono la comunità e riferirono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo di loro e come aveva aperto ai pagani la porta della fede” (Atti 14,27).
Non solo il male, la divisione, la violenza è contagiosa. Ma anche l’amore, l’amicizia è contagiosa. Tanti sono rassegnati perché hanno vissuto troppe esperienze di dolore, di abbandono, di rapporti per calcolo e interesse. Per questo è importante comunicare, far conoscere che l’amore del Signore può essere vissuto ed è una luce per questo mondo.
Il discepolo del Signore è colui che impara giorno per giorno a guardare gli uomini e le vicende di questo mondo con gli occhi stessi di Dio, con la sua forza di amore e col desiderio forte di trasformare questo mondo.
I discepoli del Signore sognano un mondo nuovo ed operano perché venga
I discepoli del Signore non sono rassegnati, perché il nostro Dio non si è rassegnato. Il discepolo Giovanni, relegato nell’isola di Patmos, prigioniero per la sua fede, radicato nella vita col Signore, guarda al mondo del suo tempo e vede “un nuovo cielo e una nuova terra”, vede una nuova città, una nuova convivenza, con gli uomini che vivono guidati dall’amore di Dio: “Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: ‘Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio-con-loro’ ”.
Mentre vediamo e sentiamo tante notizie di dolore, ringraziamo il Signore per la via che ci ha aperto davanti e gli chiediamo di rafforzarci nella fede e comunicare con gioia quanto il Signore opera anche oggi per mezzo dei suoi discepoli.
Accogliamo l’invito di un grande pastore della Chiesa, Gregorio Magno:
“Se credete d’aver fatto del progresso, tirate qualche altro con voi, cercate d’aver dei compagni nella via di Dio. Se uno di voi, fratelli, va al foro o alle terme e incontra uno che sta senza far niente, lo invita a fargli compagnia. E, allora, se andate verso Dio, fate in modo di non andarvi soli. Perciò fu scritto: "Chi ha sentito l’invito, dica a sua volta: Vieni!" (Ap 22,17), in modo che colui che ha sentito nel cuore il richiamo dell’amore divino, faccia sentire anche al suo prossimo la voce dell’invito. … Fratelli, non negate al vostro prossimo l’elemosina della parola” (Gregorio Magno, Omelie, 6, 6). |