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"Le mie pecore ascoltano la mia voce "
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Dal Vangelo di Giovanni,
capitolo 10 versetti da 27 a 30.
27Gesù disse: "Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
28Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano.
29Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. 30Io e il Padre siamo una cosa sola".
UNA VOCE DIVERSA DA ASCOLTARE
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Una voce che ci aiuta a crescere nell'amore
Nel frastuono di tante voci che ci giungono da ogni parte, stiamo imparando a distinguere la voce del Signore che ci parla col suo Vangelo. È una voce che non ci parla di danaro, di potere, di accumulo di ricchezze; non ci lascia tranquilli nelle nostre divisioni, nei nostri pensieri di rivalsa.
Oggi non ci sono molti maestri che parlano agli uomini per una loro crescita umana, armoniosa. La voce del Vangelo ci porta a indirizzare il nostro cuore a Dio stesso, al suo comportamento nei confronti degli uomini, a farlo nostro. A partire di qui nasce nel nostro cuore una grande simpatia e apertura verso tutti gli uomini, una attenzione e un affetto particolare verso quelli che questo mondo tende a trascurare e a mettere da parte.
Man mano che impariamo ad ascoltare il Signore, a far nostre le parole del suo Vangelo, nasce una fiducia, una fede che cresce e porta ad una serenità, una pace del cuore. E ci fa camminare con gioia seguendo il Signore che ci precede.
E che ne è della nostra vita, man mano che cresce questo ascolto nella fiducia, questa voglia di seguire il Signore?
Sentiamo venire in noi nuovi sentimenti, sentiamo che ognuno di noi può lavorare per la pace e la riconciliazione; sentiamo di non poter vivere rassegnati su di noi e su questo mondo, perché Dio non si è rassegnato né su di noi né su questo mondo.
È tempo di camminare incontro agli altri
Le notizie di violenze e di guerre ci spingono a operare per la pace, a seminare sentimenti di pace. E come non provare gioia nel vedere che tanti si incamminano dietro al Signore? "Il Signore è il mio pastore - cantiamo nel salmo 22 - non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce". E tanti sono quelli che si lasciano guidare dal Signore "alle fonti delle acque della vita".
Il tempo dopo Pasqua non è un tempo da vivere nelle abitudini di sempre. I discepoli del Signore, con la forza della Pasqua, si mettono in cammino, parlano a tutti della speranza che viene da lui. Cercano ogni occasione per parlare della vita larga che nasce dal Vangelo.
Ci sono di quelli che si oppongono, che rifiutano la parola degli apostoli; ma questi non si lasciano intimidire, non si fermano e continuano il loro viaggio in mezzo agli uomini annunciando con gioia il Vangelo e attirare altri al Signore.
Quelli che anche oggi fanno l'esperienza dei primi discepoli del Signore provano gli stessi sentimenti di gioia, vengono rafforzati dallo Spirito che accompagna sempre i credenti di ogni tempo. Di tutto questo ringraziamo il Signore, lodiamolo con le parole del salmo: "Buono è il Signore, eterna la sua misericordia, la sua fedeltà per ogni generazione" (99,5).
La gioia e l'apertura che nasce dall'unione col Signore e fra di noi
"Io e il Padre siamo una cosa sola": Gesù ci comunica il segreto della sua vita, da questa unione profonda discende la forza che opera in lui. E Gesù ha pregato perché i suoi discepoli conoscano e vivano la stessa unione: "Padre santo, custodisci nel tuo amore coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi" (Giovanni 17,11).
Radichiamoci in questa unità di amore, viviamo fra noi come fratelli; aiuteremo questo mondo ad essere più unito, a cercare l'unità, nella ricchezza delle diverse tradizioni e culture. Noi non siamo fatti per contrapporci, per dividerci, ma per incontrarci e mettere insieme quello che abbiamo.
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