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"Chi di voi è senza peccato,
scagli la prima pietra contro di lei" |
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Dal Vangelo di Giovanni,
capitolo 8 versetti da 1 a 11.
1Gesù si avviò allora verso
il monte degli Ulivi. 2Ma allalba si recò di
nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli,
sedutosi, li ammaestrava.
3Allora gli scribi e i farisei gli conducono
una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, 4gli
dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa
in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci
ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
6Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di
che accusarlo.
Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere
col dito per terra. 7E siccome insistevano nellinterrogarlo,
alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è
senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».
8E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Ma quelli, udito
ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai
più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là
in mezzo. 10Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna,
dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed essa rispose:
«Nessuno, Signore». E Gesù le disse:
«Neanchio ti condanno; va e dora
in poi non peccare più».
IL VANGELO APRE UNA STRADA NEL DESERTO
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Una strada di pace in tempo di violenze
e guerre
Siamo vicini alla Settimana Santa, la
settimana più importante di tutto lanno, e
il Signore continua a parlarci, istruirci, per sgombrare
il cuore da tutto quello che ci fa essere meno umani e disporci
a partecipare con Lui per imparare a donarci, a spenderci
per gli altri.
Abbiamo ogni giorno sotto i nostri occhi
quello che accade in tante parti del mondo. E non sono poche
le notizie di scontri, di lotte, di attentati.
Il Signore davanti a tutto questo non
è rassegnato. A noi le sue parole possono apparire
irrealizzabili, parole di chi sogna e non sta con i piedi
per terra. Ma il Signore ci dice:
Aprirò anche nel deserto
una strada, immetterò fiumi nella steppa (Isaia
43,19).
Una strada di pace in luoghi dove cè
deserto, dove non cè vita, dove non cè
speranza. Dove si stenta a vivere, dove la vita è
come la steppa. Dove per mancanza di acqua le piante non
riescono a crescere, io farò scorrere fiumi dacqua.
Abbandonare la rabbia e il giudizio
spietato.
Insomma il Signore opera perché
venga la vita e venga in abbondanza. E il Vangelo ci indica
la strada perché questa vita venga. Lepisodio
narrato dal Vangelo ci mette davanti degli uomini arrabbiati,
che trascinano una donna adultera davanti a Gesù.
Sono uomini zelanti, religiosi, ma usano la religione per
accusare, per giudicare e per mettere in difficoltà
Gesù sollecitando il suo intervento.
Le accuse, i giudizi contro gli altri:
quante accuse, quanti giudizi. E quanti rancori, quanta
rabbia, quante divisioni. È umana una vita che si
snoda in questo modo? Ci fa vivere in pace, contenti?
Gesù ci indica unaltra strada,
una strada nel deserto di questo mondo, dove i sentimenti
di umanità sembrano affievolirsi.
Gesù, chinatosi, si mise
a scrivere col dito per terra.
Quel dito di Gesù che scrive per
terra è il dito di chi vuole scrivere sui cuori di
pietra, per scioglierli, ammorbidirli, scrive sui nostri
cuori perché siano meno duri verso gli altri.
Riconoscere il proprio peccato
Alle richieste insistenti di quegli scribi
e farisei Gesù alla fine risponde con parole che
essi non si aspettavano. Volevano una giudizio, una decisione
su quella donna colta mentre tradiva il proprio marito.
Ma Gesù dice parole che invitano a guardare dentro
noi stessi e chiederci se noi, tanto facili e pronti a giudicare
gli altri, non abbiamo motivo per essere giudicati a nostra
volta:
Chi di voi è senza peccato,
scagli per primo la pietra contro di lei (Giovanni
8,7).
In realtà cè uno che
è senza peccato, ed è Gesù stesso.
Ma lui non giudica, non condanna:
Se qualcuno ascolta le mie parole
e non le osserva, io non lo condanno; perché non
sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo
(Giovanni 12,47).
La strada che egli ci apre è opposta
a quella del giudizio e della condanna:
Non giudicate per non essere
giudicati; siate misericordiosi come è misericordioso
il Padre vostro; non condannate e non sarete condannati;
perdonate e vi sarà perdonato (Matteo 7,1 e
Luca 6,36-37).
Se io non vi condanno, nemmeno voi condannate
Se lui - che pure ha tanti motivi per
giudicarci e condannarci - non ci condanna, impariamo da
Lui a fare altrettanto. Questo mondo ha già troppi
giudici. Ma ha bisogno di padri misericordiosi, di fratelli
e sorelle che accolgono e curano le tante ferite che fanno
sanguinare il cuore di tanti.
Alla fine tutti gli accusatori vanno via,
perché nessuno era senza peccato. Chi di noi è
senza peccato? Nemmeno quella donna era senza peccato. Ma
non era la sola. Riconoscersi peccatori: non è facile
farlo. È più facile sentirsi giusti, trovare
mille motivi che ci scusano o cancellano le nostre responsabilità.
E finiscono tutte sugli altri.
Nei giorni della passione e morte del
Signore, lo vediamo ingiustamente condannato:
egli si è caricato delle
nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori
Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità (Isaia 53,4-5).
La passione di Gesù ingiustamente
condannato ci aiuta a riconoscere il nostro peccato, ci
aiuta a vedere i tanti ingiustamente condannati, messi ai
margini della vita, i tanti poveri delle nostre città
e del Sud del mondo.
Il Signore ha già aperto per noi
una strada nel deserto. La strada tracciata dal suo Vangelo
che da estranei ci rende fratelli, da lontani ci fa vicini
ai nostri fratelli più poveri, ci rende solidali
e umani. Ci fa passare dal giudizio alla misericordia, dalla
durezza alla comprensione, dal rifiuto allaccoglienza.
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