parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 28/03/04
5ªDomenica tempo Quaresima - anno C
 

Letture: Isaia 43 16-21; Salmo 125; Filippesi 3, 8-14; Giovanni 8, 1-11.

"Chi di voi è senza peccato,
scagli la prima pietra contro di lei"

Dal Vangelo di Giovanni,
capitolo 8 versetti da 1 a 11.

1Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. 2Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.

3Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, 4gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo.

Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. 7E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». 8E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.

Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. 10Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

IL VANGELO APRE UNA STRADA NEL DESERTO

Una strada di pace in tempo di violenze e guerre

Siamo vicini alla Settimana Santa, la settimana più importante di tutto l’anno, e il Signore continua a parlarci, istruirci, per sgombrare il cuore da tutto quello che ci fa essere meno umani e disporci a partecipare con Lui per imparare a donarci, a spenderci per gli altri.

Abbiamo ogni giorno sotto i nostri occhi quello che accade in tante parti del mondo. E non sono poche le notizie di scontri, di lotte, di attentati.

Il Signore davanti a tutto questo non è rassegnato. A noi le sue parole possono apparire irrealizzabili, parole di chi sogna e non sta con i piedi per terra. Ma il Signore ci dice:

“Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa” (Isaia 43,19).

Una strada di pace in luoghi dove c’è deserto, dove non c’è vita, dove non c’è speranza. Dove si stenta a vivere, dove la vita è come la steppa. Dove per mancanza di acqua le piante non riescono a crescere, io farò scorrere fiumi d’acqua.

Abbandonare la rabbia e il giudizio spietato.

Insomma il Signore opera perché venga la vita e venga in abbondanza. E il Vangelo ci indica la strada perché questa vita venga. L’episodio narrato dal Vangelo ci mette davanti degli uomini arrabbiati, che trascinano una donna adultera davanti a Gesù. Sono uomini zelanti, religiosi, ma usano la religione per accusare, per giudicare e per mettere in difficoltà Gesù sollecitando il suo intervento.

Le accuse, i giudizi contro gli altri: quante accuse, quanti giudizi. E quanti rancori, quanta rabbia, quante divisioni. È umana una vita che si snoda in questo modo? Ci fa vivere in pace, contenti?

Gesù ci indica un’altra strada, una strada nel deserto di questo mondo, dove i sentimenti di umanità sembrano affievolirsi.

“Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra”.

Quel dito di Gesù che scrive per terra è il dito di chi vuole scrivere sui cuori di pietra, per scioglierli, ammorbidirli, scrive sui nostri cuori perché siano meno duri verso gli altri.

Riconoscere il proprio peccato

Alle richieste insistenti di quegli scribi e farisei Gesù alla fine risponde con parole che essi non si aspettavano. Volevano una giudizio, una decisione su quella donna colta mentre tradiva il proprio marito. Ma Gesù dice parole che invitano a guardare dentro noi stessi e chiederci se noi, tanto facili e pronti a giudicare gli altri, non abbiamo motivo per essere giudicati a nostra volta:

“Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei” (Giovanni 8,7).

In realtà c’è uno che è senza peccato, ed è Gesù stesso. Ma lui non giudica, non condanna:

“Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” (Giovanni 12,47).

La strada che egli ci apre è opposta a quella del giudizio e della condanna:

“Non giudicate per non essere giudicati; siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato” (Matteo 7,1 e Luca 6,36-37).

Se io non vi condanno, nemmeno voi condannate

Se lui - che pure ha tanti motivi per giudicarci e condannarci - non ci condanna, impariamo da Lui a fare altrettanto. Questo mondo ha già troppi giudici. Ma ha bisogno di padri misericordiosi, di fratelli e sorelle che accolgono e curano le tante ferite che fanno sanguinare il cuore di tanti.

Alla fine tutti gli accusatori vanno via, perché nessuno era senza peccato. Chi di noi è senza peccato? Nemmeno quella donna era senza peccato. Ma non era la sola. Riconoscersi peccatori: non è facile farlo. È più facile sentirsi giusti, trovare mille motivi che ci scusano o cancellano le nostre responsabilità. E finiscono tutte sugli altri.

Nei giorni della passione e morte del Signore, lo vediamo ingiustamente condannato:

“egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori … Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità” (Isaia 53,4-5).

La passione di Gesù ingiustamente condannato ci aiuta a riconoscere il nostro peccato, ci aiuta a vedere i tanti ingiustamente condannati, messi ai margini della vita, i tanti poveri delle nostre città e del Sud del mondo.

Il Signore ha già aperto per noi una strada nel deserto. La strada tracciata dal suo Vangelo che da estranei ci rende fratelli, da lontani ci fa vicini ai nostri fratelli più poveri, ci rende solidali e umani. Ci fa passare dal giudizio alla misericordia, dalla durezza alla comprensione, dal rifiuto all’accoglienza.