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"Togliti i sandali dai piedi, perché
il luogo sul quale tu stai è una
terra santa " |
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Dal Vangelo di Luca,
capitolo 13 versetti da 1 a 9.
1Si presentarono alcuni a riferire a Gesù
circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato
con quello dei loro sacrifici.
2Prendendo la parola, Gesù rispose:
Credete che quei Galilei fossero più peccatori
di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? 3No, vi
dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso
modo. 4O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre
di Sìloe e li uccise, credete che fossero più
colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, vi
dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso
modo.
6Disse anche questa parabola: Un
tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi
frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo:
Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo
fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare
il terreno? 8Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora
questanno finché io gli zappi attorno e vi
metta il concime 9e vedremo se porterà frutto per
lavvenire; se no, lo taglierai.
CHIAMATI AD ESSERE UN POPOLO
SOLIDALE CON TUTTI GLI UOMINI
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Quali i frutti della nostra vita?
Stiamo percorrendo il cammino santo della
Quaresima, un cammino in cinque tappe, una ogni domenica.
Ogni domenica ci interroghiamo sul cammino percorso.
La prima domenica è stata quella
delle tentazioni di Gesù nel deserto; la seconda
quella della trasfigurazione, cioè un uomo può
diventare luce per gli altri. Oggi è la terza tappa,
quella dei frutti dellalbero: quali i frutti della
nostra vita?
Il vangelo ci presenta alcuni che vengono
a Gesù; gli raccontano che dei Galilei sono stati
uccisi a Gerusalemme e altri sono morti schiacciati dal
crollo di una torre. E gli chiedono: Perché sono
stati uccisi? Forse questo era il loro destino?
Oggi ci sono fatti ben più gravi
di quelli raccontati a Gesù: perché sono stati
uccisi brutalmente quelle persone di Madrid, che andavano
al lavoro? Su quei treni cerano anche bambini di pochi
mesi, anchessi brutalmente colpiti? E i tanti che
muoiono ogni giorno in Iraq e in Terra Santa? Riteniamo
noi di avere un destino migliore del loro?
Non essere indifferenti al destino tragico
di tante persone
Noi ci crediamo persone sensibili perché
ci commuoviamo facilmente su noi stessi, sulle nostre piccole
sofferenze; queste emozioni ci fanno ritenere sensibili,
mentre siamo indifferenti al tragico destino di queste persone
o di quelli che vivono di stenti e muoiono per fame in paesi
disastrati e bisognosi di tutto, o vivono anche nella nostra
città; mentre noi stiamo nellabbondanza.
Il Signore chiama Mosè che, pensando
alla sua sistemazione, si era dimenticato di far parte di
un popolo, aveva dimenticato che quel popolo era fatto di
uomini e donne legati da un unico destino. E a quel popolo
lui apparteneva.
Cè nella storia umana la
vicenda di Caino e Abele che si ripete: eliminare il fratello
come compagno indispensabile per la propria vita e per il
futuro degli uomini.
Siamo parte di un popolo legato da un
unico destino
Il Signore ci sta facendo scoprire la
dimensione di essere un popolo di sorelle e fratelli, che
è chiamato ad essere solidale con il destino di tutti
gli uomini. Noi non possiamo salvarci individualmente, gli
altri non sono degli estranei, ma persone che camminano
con noi, a cui siamo legati da un comune destino.
Credete che quei Galilei fossero
più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito
tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete
tutti allo stesso modo (Luca 13, vv.2-3).
Non ci rinchiudiamo nei nostri orizzonti,
nei nostri schemi, prigionieri del nostro consumismo, sempre
pronti a giustificarci da soli.
Il Signore che si è manifestato
a noi, da noi aspetta dei frutti
Eppure è legittimo aspettarsi da
noi dei frutti. Il Signore si è fatto conoscere,
si è manifestato a noi come ha fatto con Mosè.
Ci ha parlato, ha protetto col fuoco del suo amore la nostra
vita. Ci ha riportato dai fratelli che avevamo dimenticato,
ha fatto di noi una famiglia, ha riunito le nostre vite
disperse.
Questo luogo in cui la domenica egli si
manifesta e ci parla è un luogo santo. Non facciamo
labitudine al Signore che ci parla, ai fratelli e
sorelle che sono diventati compagni nel cammino.
Togliti i sandali dai piedi,
perché il luogo sul quale tu stai è una terra
santa!(Esodo 3, 5).
Il nostro cuore non si misuri sui nostri
calcoli e sulle nostre convenienze. Si misuri sullamore
e sulla pazienza con cui il Signore si prende cura di noi.
E aspetta dei frutti.
Noi siamo quel fico piantato nella vigna
del Signore. Egli viene a cercare frutti per nutrire e sfamare
un popolo che è ramingo, in cerca di un riparo, di
qualcosa che nutra la sua vita, che colmi il suo desiderio
di consolazione e pace.
Liberarci da una vita mediocre e diventare
capaci di riunire i dispersi
Noi aderiamo ancora tanto alla mentalità
del nostro tempo. La Quaresima è il tempo in cui
ritirarsi dalla mentalità di questo mondo, vivendo
con Gesù e resistendo con lui alle tentazioni. Nella
calma, nella preghiera, nel digiuno dal nostro consumismo,
nellabbandono confidente.
Il Signore dice a Mosè:
Ho osservato la miseria del
mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei
suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono
sceso per liberarlo (Esodo 3, 7-8).
In questo sforzo del tempo di Quaresima,
il Signore ci invita a tornare a lui con tutto il cuore,
a sganciarci dalle nostre abitudini e giustificazioni. Egli
ci vuole liberare dalla nostra vita mediocre, dalle nostre
distrazioni, dai nostri piccoli conflitti quotidiani con
gli altri. E come Mosè diventeremo capaci di riunire
i dispersi, di invitare altri a conoscere la Parola di Dio,
aiuteremo i poveri nella loro debolezza.
Preghiamo con fiducia, preghiamo con insistenza.
Nella preghiera il Signore ci condurrà alla liberazione
del cuore da noi stessi.
Non è lo stare materialmente insieme,
o il dire io faccio già qualcosa per gli altri
che ci fa persone dal cuore nuovo, ma il mettersi in ascolto,
accogliere nel nostro intimo linvito a stare col Signore
Gesù, e lasciarci trasformare, lasciarci coinvolgere,
lasciarci trasfigurare da Lui.
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