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"Ricevuto il
battesimo mentre stava in preghiera,
il cielo si aprì ..."
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Dal Vangelo di Luca, capitolo 3 versetti
15-16 e 21-22
15Poiché il popolo era in attesa
e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni,
se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo:
«Io vi battezzo con acqua; ma viene
uno che è più forte di me, al quale io non
sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali:
costui vi battezzerà in Spirito
Santo e fuoco
21Quando tutto il popolo fu battezzato
e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava
in preghiera, il cielo si aprì 22e scese su di lui
lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba,
e vi fu una voce dal cielo:
Tu sei il mio figlio prediletto,
in te mi sono compiaciuto.
lo spirito di Dio scende anche su
di noi
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Vivere col Signore che si manifesta a
noi
Dopo lavvenimento del Natale che
per noi ha significato lincontro con tanti poveri,
i fratelli più piccoli del Signore, e una comprensione
maggiore di quanto sia urgente lavorare per la pace, continuiamo
il cammino lasciando che sia il Signore con la sua Parola
a scandire le nostre ore e i nostri giorni.
Il Signore che si è manifestato
a Betlemme a poveri pastori e poi ai Magi, uomini in cerca
della luce di Dio, venuti da lontano, continua a manifestarsi
al fiume Giordano, quando riceve il battesimo da Giovanni
Battista.
Quanto è bello vedere che per noi
il tempo non scorre invano: noi non celebriamo un rito che
si ripete ogni anno, ma viviamo questa conoscenza del Signore
che cresce, man mano che la sua Parola si radica in noi,
e noi cresciamo con la Parola.
Tanta gente oggi attende una parola
diversa
Il popolo era in attesa
leggiamo nel Vangelo di Luca. E questa non è
una notizia che si riferisce solo a quel tempo; perché,
se appena un po alziamo lo sguardo da noi stessi,
guardiamo attorno e ci mettiamo in ascolto, vediamo e comprendiamo
che tanti anche oggi sono in attesa di qualcuno che indichi
loro la strada, che proponga un senso per la loro vita,
che indichi una direzione.
Nel giorno di Natale e dellultimo
dellanno tante persone hanno chiesto di aiutare per
il pranzo con i poveri o di unirsi, lultima sera dellanno,
a quelli che andavano a far festa con i barboni che vivono
per strada. Alcuni hanno detto: siamo stanchi di
passare questi giorni in modo stupido e inutile, cerchiamo
un modo alternativo
.
Ma anche nel primo giorno dellanno,
alla marcia per la pace, abbiamo visto tante persone che
sono uscite con noi: religiosi e religiose, anziani, giovani,
persone che non frequentano normalmente le nostre chiese.
Cè gente che aspetta, che
attende una proposta, una indicazione per poter camminare
in quella direzione. E noi vediamo che la Chiesa può
raccogliere queste attese, queste domande, queste energie
che si rendono disponibili e dar loro voce perché
non si accetti la guerra come strada normale per risolvere
i conflitti.
Chi sono i cristiani, oggi
Il Vangelo ci dice che alcuni pensavano
che lo stesso Giovanni Battista potesse essere latteso,
il Cristo che doveva venire. Ma Giovanni risponde a tutti:
non sono io il Cristo
io vi battezzo con
acqua, ma viene uno che è più forte di me
egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
La risposta di Giovanni ci aiuta a comprendere
chi siamo noi, che cosa è la Chiesa in mezzo agli
uomini: siamo quelli che riconosciamo il Signore Gesù
come colui che ha il potere di rinnovarci profondamente,
di purificarci come si purifica loro nel fuoco per
liberarlo da tutte le sue scorie.
Noi testimoniamo con la nostra vita come
il Signore ci trasforma, ci fa crescere in una cultura di
pace che non accetta con rassegnazione la guerra come inevitabile,
non accetta le disuguaglianze fra gli uomini quasi ci fossero
uomini di serie A e uomini di serie B. Siamo stati creati
tutti uguali, figli dello stesso Dio, e abbiamo tutti gli
stessi diritti a una vita dignitosa.
Il mondo ci guarda, i nostri comportamenti
finiscono con linterrogare gli altri quando esprimono
un modo diverso di pensare e di operare che viene dal Vangelo.
Ed è un mondo vicino a noi: sono quelli con cui lavoriamo
gomito a gomito ogni giorno o che vivono nello stesso palazzo
nostro; sono quelli che ci vedono quando stiamo accanto
a persone sole, e diventiamo loro amici in modo familiare;
sono quelli che si meravigliano per il nostro agire insieme,
vivere rapporti fraterni.
Da dove ci viene la forza di essere
diversi?
Ma come preservarci da questa cultura
che sembra imporsi, in cui ognuno crede di dover pensare
solo a se stessi e ai propri interessi? Come affermare prima
in noi stessi, nel nostro cuore, e poi nel mondo che ci
circonda, che la pace è il nome di Dio, è
un bene supremo da vivere ogni giorno?
Levangelista Luca riguardo al battesimo
di Gesù nota: ricevuto anche lui il battesimo,
stava in preghiera: il cielo si aprì e scese su di
lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba
(3,21-22). Nella preghiera, nel dialogo con Dio, nelle parole
del vangelo lette e rilette, meditate e conservate nel cuore,
noi troviamo la forza, lenergia spirituale che ci
rinnova nel cuore, lo allarga, lo scioglie dalle durezze
e lo rende capace di commuoversi sulle sofferenze di tanti.
Nella preghiera il cielo si apre su di
noi, viene in noi la forza dello Spirito, che è Spirito
di pace. La colomba con cui viene raffigurato lo Spirito
santo indica che lo Spirito di Dio è pace, porta
pace e ci rende capaci di comunicare la pace.
Nel deserto preparate la via al
Signore
Abbiamo più volte sottolineato
che questi tempi sono difficili, che sembrano profilarsi
tendenze che tendono a lasciare da parte i più deboli,
le nazioni più povere. Ma la parola del profeta ci
dice che proprio per questo bisogna lavorare molto, molto
di più per appianare le strade interrotte, eliminare
i pregiudizi che giustificano labbandono degli altri;
lavorare per facilitare lincontro e il dialogo fra
i diversi: generazioni diverse, religioni diverse, culture
e popoli diversi. Nel deserto preparate la via
al Signore dice il profeta (Isaia 40,3).
Cè bisogno di consolare, curare
le ferite, fasciare le piaghe, portare speranza a chi non
ce lha più. Non è questo un tempo per
essere timidi, misurati, calcolatori. Quello che il Signore
ci fa conoscere e vivere va comunicato con gioia, con larghezza,
con forza perché tanti possano essere raggiunti da
questa forza di pace, di amore, di fratellanza in un tempo
in cui sembra prevalere la diffidenza e a volte lodio:
Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie,
alza la voce con forza, alza la voce, non temere: Ecco il
vostro Dio! Egli viene con potenza
come un pastore
fa pascolare il gregge; porta gli agnellini sul petto e
conduce pian piano le pecore madri (Isaia 40,9-11).
La guerra non è lultima parola
per noi, non è la compagna inseparabile della nostra
vita. Noi che abbiamo visto la grazia di Dio scendere su
di noi, non ci rassegniamo alla violenza, alla forza come
via per combattere il male; crediamo che con la forza dello
Spirito possiamo lavorare per un mondo più giusto
e più umano.
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