parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 21/12/03
Domenica 4ª tempo di Avvento- anno C
 

Letture: Michea 5,1-4; Salmo 79; Ebrei 10,5-10; Luca 1,39-48.

"Benedetta tu fra le donne"

Dal Vangelo di Luca, capitolo 1 versetti da 39 a 48

39In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.

40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.

41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!

43A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.

45E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.

46Allora Maria disse:

“L’anima mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48perché ha guardato l’umiltà della sua serva”.

LA GIOIA DELL’INCONTRO
E DELLA COMUNICAZIONE VICENDEVOLE

La testimonianza di due donne: Maria ed Elisabetta

A pochi giorni dal Natale, la liturgia ci mette davanti due donne che hanno accolto la Parola di Dio, hanno creduto e insieme lodano il Signore per l’esperienza che stanno vivendo. Sono Maria madre di Gesù ed Elisabetta madre di Giovanni. Vediamo in loro due una prima comunità che si sente unita nella lode al Signore.

L’intervento di Dio nella vita degli uomini li cambia profondamente. Maria ed Elisabetta salutano nella potenza dello Spirito il Signore che viene. Sono esse a lodare per prima il Signore per quello che ha operato in loro. Come ugualmente saranno due donne a incontrare per prime, la mattina di Pasqua il Signore risorto.

C’è una continuità nelle scelte che il Signore fa: “Dio ha scelto – afferma l’apostoloPaolo - ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono” (1Corinzi 1,27-28).

La venuta del Signore nella vita di queste due donne le trasforma nel profondo e apre loro nuove prospettive di vita: Elisabetta è anziana e la nascita del bambino chiuderà in modo inaspettato una stagione della vita che lei e Zaccaria consideravano ormai chiusa; Maria è giovane e la nascita del bambino la introduce in una vita totalmente nuova.

Beati quelli che accolgono la Parola del Signore e la mettono in pratica

La fede opera miracoli, trasforma profondamente la vita di quelli che accolgono il Signore nella loro vita per mezzo della Parola ricevuta. È questa un’esperienza che fanno i credenti, i discepoli del Signore di ogni tempo.

Quando il Signore viene ad abitare in noi e trova cuori disponibili, noi sperimentiamo che egli ci conduce al di là della nostra piccola vita individuale e ci apre agli orizzonti larghi del suo amore misericordioso e infinito, ci conduce incontro agli umiliati e agli smarriti di cuore.

Maria ed Elisabetta si incontrano nella gioia di quello che hanno ricevuto gratuitamente dal Signore, nel desiderio di comunicarsi vicendevolmente l’esperienza di grazia che stanno vivendo. C’è in loro la voglia di rendere partecipe l’un l’altra l’opera che il Signore ha compiuto in loro.

Maria che va da Elisabetta, superando le difficoltà di un viaggio difficile, di un cammino tortuoso fra le montagne; ed Elisabetta che la accoglie con gioia riconoscendo in lei la madre del Signore: ambedue ci aiutano a comprendere quanto è bello e importante gioire l’un l’altro nel mettere in co-mune le esperienze di fede, di vita, di incontro, di conoscenze che nascono dall’accogliere il Vangelo.

Impariamo anche noi a lodare il Signore per tutto quello che ci fa vivere

L’apostolo Paolo, dopo aver incontrato i fratelli nelle diverse comunità nate dalla predicazione del Vangelo, non può fare a meno di rendere lode al Signore esclamando: “Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero!” (2Corinzi 2,14).

Elisabetta accoglie Maria cantando: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!” (Luca 1,42). E Maria risponde nella gioia intonando un altro canto: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Luca 1,46-48).

L’evangelista sottolinea lo stretto legame che c’è tra fede e maternità: Maria ed Elisabetta hanno creduto e per la forza di questa parola diventano capaci di generare. Una maternità che è frutto dell’ascolto della Parola di Dio. Ogni discepolo del Signore può diventare “madre del Signore” ascoltando e mettendo in pratica la Parola di Dio. Il Signore viene a nascere in noi e ci permette di portarlo agli altri, farlo conoscere, comunicare la sua forza di amore e di pace, comunicare il profumo della sua conoscenza”.

Lo Spirito di Dio che scende su Maria è lo stesso Spirito che scende su Giovanni nel deserto, scende sui discepoli riuniti nel Cenacolo dopo la Pasqua, e che continua a scendere su quelli che umilmente si rendono disponibili all’opera del Signore.

Tutto questo ci riempie di gioia e ci spinge a “svuotarci” di ogni egoismo, inimicizie, pensieri amari e comportamenti violenti, per poter accogliere Gesù che viene piccolo e povero nel suo Nata-le, circondato dai pastori, poveri come lui.