parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 7/12/03
Domenica 2ª tempo di Avvento- anno C
 

Letture: Baruc 5, 1-9; Salmo 125; Filippesi 1,4-6.8-11; Luca 3, 1-6.

Memoria di sant'Ambrogio (+397) vescovo di Milano. Pastore del suo popolo, fu forte di fronte all'arroganza dell'imperatore.

"preparate la via del Signore"

Dal Vangelo di Luca, capitolo 3 versetti da 1 a 6

1Nell`anno decimoquinto dell`impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell`Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell`Abilène, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.

3Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com`è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

"Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
5Ogni burrone sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassato;
i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati.

6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!"

ascolto del signore per poter parlare agli altri

Il Signore Dio ci chiama a preparare il nostro cuore al Natale

Queste che stiamo vivendo sono settimane di preparazione al Natale. La nascita di Gesù che celebriamo nel Natale e l’invito a prepararci sono una iniziativa di Dio che vuole bene a ciascuno e ci viene incontro per darci una vita più bella. Ancora una volta sperimentiamo quanto il Signore si preoccupa di ciascuno di noi.

Come Giovanni viene chiamato dal Signore in un tempo preciso – era l’anno 28-29 d.C. - e in un luogo determinato - la Palestina - così oggi il Signore fa sentire la sua voce attraverso le parole del Battista in un tempo e in un luogo preciso: in questo nostro tempo con tante notizie che ci preoccupano, e nei luoghi dove noi abitiamo e viviamo, in mezzo a tanta gente.

La Parola di Dio scende su Giovanni, mentre si trova nel deserto, un luogo dove nel silenzio si può ascoltare il Signore che parla.

Giovanni è un uomo umile, che non vuole competere con gli altri, mettersi in mostra. A quelli che vengono a lui pentiti dei propri peccati per ricevere il battesimo di purificazione egli dice: “io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali” (Matteo 3,11).

C’è bisogno di silenzio per poter ascoltare il Signore

Chi è umile è capace di ascoltare, di mettersi a sentire. Giovanni si mette in silenzio ad ascoltare. Toglie dalla sua vita tante parole inutili, perché possa ascoltare e accogliere la Parola del Signore.

Noi viviamo in una società che ha paura del silenzio, una società in cui tutto avviene in diretta. Ma la mancanza di silenzio è anche mancanza di ascolto e quindi di serenità. Tante volte nelle nostre giornate non c’è nemmeno un piccolo spazio di silenzio, perché in quel silenzio ci sarà la capacità di ascoltare, riflettere, pensare, essere più umani.

Nel silenzio del deserto, Giovanni scopre la vicinanza di Dio alla sua vita, ne sente la voce interiormente, scopre la sua vocazione, il compito che il Signore gli affida.

Creare spazi di silenzio nelle nostre giornate e prendere il Vangelo fra le mani: questo ci prepara all’Avvento del Signore, al suo Natale. E ci fa guardare a quello che avviene intorno a noi con una preoccupazione nuova che nasce dall’interesse per gli altri. È facile passare indifferenti in mezzo alle sofferenze di tanti: accanto a tanti anziani soli, a tanti che vivono per strada. È facile rimanere concentrati su di noi, ascoltando distrattamente le notizie di dolore e di lutto, di violenza che colpisce gli uomini in tanti luoghi.

I frutti che vengono dall’ascolto della Parola del Signore

La Parola del Signore ci spiana la strada per andare con affetto incontro agli altri, abbassa le montagne alte della concentrazione su noi stessi, ci fa andare dritti verso le cose che contano, ci fa crescere nell’affetto verso i poveri, mette nel nostro cuore il desiderio di far conoscere il Signore a tutti.

Noi respiriamo un’aria inquinata di aggressività, che ci fa contrapporre gli uni agli altri, ci fa credere di sapere già quello che l’altro sta dicendo prima ancora di ascoltarlo.

Nel silenzio, la Parola del Signore toglie dal nostro cuore questi veleni, ci purifica, ci rasserena, guida i nostri passi incontro agli altri in maniera semplice, serena, senza aggressività ma con fiducia e speranza.

Dopo l’esperienza nel deserto Giovanni viene nella regione del Giordano dove si mette a parlare agli altri, in maniera umile e nello stesso tempo coraggiosa. Egli sa di comunicare una Parola che non è sua, che non viene da lui, ma da Dio stesso. La Parola di Dio lo conduce, lo fa muovere da un incontro all’altro: “egli percorse tutta la regione del Giordano” – dice il Vangelo (Luca 3,3).

Il lavoro interiore nel tempo di Avvento

Ascoltando e comprendendo quella Parola Giovanni sente scendere nel suo cuore una grande pace che egli vuole comunicare agli altri. Perciò si mette a percorrere tutta la regione predicando:

“Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!” (Luca 3,4-6).

È questo il senso profondo del tempo di Avvento: preparare la via del Signore, perché possa venire. Con la luce della Parola di Dio ognuno potrà scoprire i buchi profondi nella sua vita da riempire; sono buchi pieni di indifferenza da riempire di amicizia con i poveri; sono monti e colli di suscettibilità che ci isolano dagli altri e non ci fanno accettare nessuna parola di correzione; sono i passi tortuosi di tanti pensieri complicati che ci tolgono la serenità, ci complicano le giornate.

Giovanni ci spinge a cercare spazi di silenzio, di meditazione della Parola di Dio. E questo ci porterà incontro agli altri con parole semplici e vere da dire anche a loro. Sarà il Signore a parlare per mezzo nostro