parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 09/11/03
domenica 32ª tempo ordinario - anno B
 

Letture: 1Re 17, 8-16; Salmo 145; Ebrei 9, 24-28; Marco 12, 38-44.

Ricordo della "notte dei cristalli", inizio della persecuzione nazista contro gli ebrei.

"Questa vedova ha dato più di tutti"

Dal Vangelo di Marco, capitolo 12 versetti da 38 a 44

38Gesù diceva alla folla mentre insegnava:

«Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave».

41E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte.

42Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino.

43Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Come essere cristiani oggi

C’è bisogno di ascoltare le parole vere del Vangelo

Gesù continua a insegnare alla folla che desidera ascoltarlo. E anche oggi c’è bisogno di comunicare il Vangelo di Gesù perché sono molti quelli che cercano risposte vere alla loro vita.

E noi che ci diciamo cristiani ci poniamo nuovamente la domanda: come essere cristiani oggi, in questo mondo, con i suoi problemi, le sue agitazioni? Come essere cristiani oggi davanti ai movimenti di popoli che dal Sud povero del mondo cercano approdo nel nostro Occidente ricco? Come essere cristiani oggi davanti ai tanti moti di violenza che scuotono diverse aree del mondo e che minacciano anche la nostra vita? Come essere cristiani oggi davanti alla emarginazione di tanti uomini e donne nelle nostre città, che dopo una vita laboriosa, diventati vecchi vengono messi da parte e lasciati soli?

Credo sia importante tornare alle origini, fissare lo sguardo nel Signore Gesù e ascoltare nuovamente quello che egli ci dice.

Sentiamo attuali le parole di Gesù che ci parla come una mamma piena di premure ai suoi figli: “state attenti, non assecondate la bramosia di avere, di possedere sempre di più, non siate avari nei confronti di quelli che hanno poco o niente, non cercate di primeggiare umiliando i più deboli” (cfr. Marco 12, 38-40).

Il posto dei poveri nel Vangelo

Il Vangelo ci racconta che Gesù, sin dall’inizio della sua vita pubblica, ha rivolto il suo sguardo ai poveri, spostando poco a poco l’attenzione dei discepoli che lo seguono su tante persone accanto alle quali egli ha scelto di fermarsi: lebbrosi, malati, ciechi, zoppi. Ha proclamato: “Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio” (Luca 6,20). E di fatto sono i poveri ad avere il primo posto nel Vangelo.

Nella pagina odierna di Marco (12,38-44) l’evangelista pone termine alla missione di Gesù, prima dei suoi ultimi giorni a Gerusalemme, con questo episodio molto delicato. Egli ancora una volta invita a volgere lo sguardo non verso i ricchi e i potenti di questo mondo, a quelli che fanno mostra di sé e che naturalmente attirano la nostra attenzione, ma ad una povera vedova, una persona insignificante agli occhi di tutti, e che diventa il paradigma di come andare verso il Signore e accogliere la sua Parola.

Egli che si è commosso davanti alla sofferenza di tanti poveri e si è chinato su di loro, chiede a noi di fare altrettanto: “chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa” (Matteo 10,42).

Ascoltare il Vangelo per noi è accogliere le parole del Signore che parla ai discepoli:

“In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere” (Marco 12, 43-44).

Tornare all’inizio

Possiamo così trovare la risposta alla domanda “Come essere cristiani oggi?”: partire nuovamente dal Vangelo per conoscere il vero volto del Signore e volgere il nostro sguardo, la mente e il cuore, ai poveri.

Essere pronti ad ascoltare la parola del Signore, accogliere con docilità la Parola che viene seminata in noi. E accogliere i poveri in mezzo a noi, fare spazio a loro nella nostra vita. È quello che nella lettera di Giacomo l’autore vuole comunicare alla comunità riunita per la santa liturgia:

“Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: «Tu siediti qui comodamente», e al povero dite: ‘Tu mettiti in piedi lì’, oppure: ‘Siediti qui ai piedi del mio sgabello’, non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi?

Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disprezzato il povero!” (Giacomo 2,2-6).

L’alleanza fra gli umili discepoli del Signore e i suoi fratelli poveri

La povera vedova del Vangelo, con la sua generosità ci insegna a fare altrettanto, a porre con fiducia la nostra vita nelle mani del Signore, come similmente fa la vedova di cui ci parla il primo libro dei Re (17,10-16) che accoglie fidandosi l’invito dell’uomo di Dio, il profeta Elia.

Ascoltando quanto il Signore ci comunica con la sua Parola noi andiamo incontro ai poveri e nasce un’alleanza santa fra gli umili del Signore e i poveri. Chi accoglie con generosità il Vangelo del Signore diventa amico dei poveri.

Ricordiamo le parole che l’apostolo Paolo rivolge alla comunità di Corinto:

“Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia” (2 Corinzi 9, 6-7).