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"Questa vedova
ha dato più di tutti"
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Dal Vangelo di Marco, capitolo 12 versetti
da 38 a 44
38Gesù diceva alla folla mentre
insegnava:
«Guardatevi dagli scribi, che amano
passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze,
39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei
banchetti. 40Divorano le case delle vedove e ostentano di
fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più
grave».
41E sedutosi di fronte al tesoro, osservava
come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi
ne gettavano molte.
42Ma venuta una povera vedova vi gettò
due spiccioli, cioè un quattrino.
43Allora, chiamati a sé i discepoli,
disse loro: «In verità vi dico: questa vedova
ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Poiché
tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella
sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva,
tutto quanto aveva per vivere».
Come essere cristiani oggi
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Cè bisogno di ascoltare
le parole vere del Vangelo
Gesù continua a insegnare alla
folla che desidera ascoltarlo. E anche oggi cè
bisogno di comunicare il Vangelo di Gesù perché
sono molti quelli che cercano risposte vere alla loro vita.
E noi che ci diciamo cristiani ci poniamo
nuovamente la domanda: come essere cristiani oggi, in questo
mondo, con i suoi problemi, le sue agitazioni? Come essere
cristiani oggi davanti ai movimenti di popoli che dal Sud
povero del mondo cercano approdo nel nostro Occidente ricco?
Come essere cristiani oggi davanti ai tanti moti di violenza
che scuotono diverse aree del mondo e che minacciano anche
la nostra vita? Come essere cristiani oggi davanti alla
emarginazione di tanti uomini e donne nelle nostre città,
che dopo una vita laboriosa, diventati vecchi vengono messi
da parte e lasciati soli?
Credo sia importante tornare alle origini,
fissare lo sguardo nel Signore Gesù e ascoltare nuovamente
quello che egli ci dice.
Sentiamo attuali le parole di Gesù
che ci parla come una mamma piena di premure ai suoi figli:
state attenti, non assecondate la bramosia di avere,
di possedere sempre di più, non siate avari nei confronti
di quelli che hanno poco o niente, non cercate di primeggiare
umiliando i più deboli (cfr. Marco 12, 38-40).
Il posto dei poveri nel Vangelo
Il Vangelo ci racconta che Gesù,
sin dallinizio della sua vita pubblica, ha rivolto
il suo sguardo ai poveri, spostando poco a poco lattenzione
dei discepoli che lo seguono su tante persone accanto alle
quali egli ha scelto di fermarsi: lebbrosi, malati, ciechi,
zoppi. Ha proclamato: Beati voi poveri, perché
vostro è il regno di Dio (Luca 6,20). E
di fatto sono i poveri ad avere il primo posto nel Vangelo.
Nella pagina odierna di Marco (12,38-44)
levangelista pone termine alla missione di Gesù,
prima dei suoi ultimi giorni a Gerusalemme, con questo episodio
molto delicato. Egli ancora una volta invita a volgere lo
sguardo non verso i ricchi e i potenti di questo mondo,
a quelli che fanno mostra di sé e che naturalmente
attirano la nostra attenzione, ma ad una povera vedova,
una persona insignificante agli occhi di tutti, e che diventa
il paradigma di come andare verso il Signore e accogliere
la sua Parola.
Egli che si è commosso davanti
alla sofferenza di tanti poveri e si è chinato su
di loro, chiede a noi di fare altrettanto: chi
avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca
a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo,
in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa
(Matteo 10,42).
Ascoltare il Vangelo per noi è
accogliere le parole del Signore che parla ai discepoli:
In verità vi dico: questa
vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.
Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa
invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello
che aveva, tutto quanto aveva per vivere (Marco 12,
43-44).
Tornare allinizio
Possiamo così trovare la risposta
alla domanda Come essere cristiani oggi?: partire
nuovamente dal Vangelo per conoscere il vero volto del Signore
e volgere il nostro sguardo, la mente e il cuore, ai poveri.
Essere pronti ad ascoltare la parola del
Signore, accogliere con docilità la Parola che viene
seminata in noi. E accogliere i poveri in mezzo a noi, fare
spazio a loro nella nostra vita. È quello che nella
lettera di Giacomo lautore vuole comunicare alla comunità
riunita per la santa liturgia:
Supponiamo
che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello
d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un
povero con un vestito logoro. Se voi guardate a colui che
è vestito splendidamente e gli dite: «Tu siediti
qui comodamente», e al povero dite: Tu mettiti
in piedi lì, oppure: Siediti qui ai piedi
del mio sgabello, non fate in voi stessi preferenze
e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate,
fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri
nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno
che ha promesso a quelli che lo amano? Voi invece
avete disprezzato il povero! (Giacomo 2,2-6).
Lalleanza fra gli umili discepoli
del Signore e i suoi fratelli poveri
La povera vedova del Vangelo, con la sua
generosità ci insegna a fare altrettanto, a porre
con fiducia la nostra vita nelle mani del Signore, come
similmente fa la vedova di cui ci parla il primo libro dei
Re (17,10-16) che accoglie fidandosi linvito delluomo
di Dio, il profeta Elia.
Ascoltando quanto il Signore ci comunica
con la sua Parola noi andiamo incontro ai poveri e nasce
unalleanza santa fra gli umili del Signore e i poveri.
Chi accoglie con generosità il Vangelo del Signore
diventa amico dei poveri.
Ricordiamo le parole che lapostolo
Paolo rivolge alla comunità di Corinto:
Tenete a mente che chi semina
scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina
con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno
dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza
né per forza, perché Dio ama chi dona con
gioia (2 Corinzi 9, 6-7).
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