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"Io lo risusciterò
nell'ultimo giorno"
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Dal Vangelo di Giovanni, capitolo 6,
versetti da 37 a 40
37In quel tempo Gesù disse alla
folla:
"Tutto ciò che il Padre mi
dá,
verrà a me;
colui che viene a me,
non lo respingerò,
38perché sono disceso dal cielo
non per fare la mia volontà,
ma la volontà
di colui che mi ha mandato.
39E questa è la volontà
di colui che mi ha mandato,
che io non perda nulla
di quanto egli mi ha dato,
ma lo risusciti nellultimo giorno.
40Questa infatti
è la volontà del Padre mio,
che chiunque
vede il Figlio
e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò
nellultimo giorno".
la dimensione di una vita che termina
in dio
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Una memoria che ci conduce oltre il presente
La Chiesa ci invita oggi a fare memoria
di tutti i nostri fratelli defunti.
In un mondo occidentale segnato dal consumismo,
dove tutto passa, tutto finisce, tutto si consuma e si passa
ogni volta a qualcosa di nuovo, fare memoria di quelli che
ci hanno preceduto, sono già passati da questa terra
alla casa del Padre, è andare controcorrente, andare
contro la vulgata corrente.
Quelli che sono morti non sono passati
per sempre, non sono finiti nel nulla. Lantico libro
di Giobbe ci testimonia che sin dalle origini luomo
ha visto in Dio la radice della vita che non finisce: Io
so che il mio Redentore è vivo e che, ultimo, si
ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà
distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio
(Giobbe 19, 25-26).
Luomo di oggi è prigioniero
del presente: pensa poco al passato e crede poco nel futuro.
Ma nel passato cè la nostra storia, ci sono
le nostre radici, soprattutto cè la storia
dellamore di Dio per gli uomini, la sua vicinanza
alla vita degli uomini che si è manifestata in modo
specialissimo nel Figlio suo fatto uomo.
Una storia animata da Dio
E il nostro presente sfocia nel futuro,
in una vita con Dio, partecipi della sua immortalità.
Chi vive e legge il presente con gli occhi
della fede scopre un Dio che viene da lontano e che porta
lontano. Ma che è presente nella storia delloggi,
ne conduce i fili che tante volte noi non vediamo. E scopre
limmagine di Dio impressa in ciascuno, vede il volto
di Dio nel volto di tanti fratelli, specialmente in quelli
che Gesù chiama i miei fratelli più
piccoli, i poveri.
Se noi viviamo animati dallamore
di Dio che come dice lapostolo Paolo
è stato riversato nei nostri cuori per mezzo
dello Spirito Santo che ci è stato dato
entriamo in questo circolo di vita che ha le sue radici
nella creazione e che si realizza nellunione eterna
col nostro creatore.
È questo flusso di amore riversato
in noi che ci libera dalla prigionia del presente, ci dona
lo sguardo largo di Dio e ci fa entrare nella vita larga
con lui. Io sono stato mandato dal Padre mio dice
Gesù perché non perda nulla di
quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nellultimo
giorno. Tutto viene da Dio e tutto ritorna a Lui.
Memoria di tutti, anche di quelli dimenticati
La memoria di tutti quelli che ci hanno
preceduto ci fa ricordare le persone a noi care, quelle
che ci hanno introdotto nella vita, quelli a cui ci siamo
accompagnati lungo gli anni. Ma lamore largo del Signore
ci fa ricordare di quelli che non hanno nessuno che si ricordi
di loro.
Pensiamo a quelli che sono morti senza
che nessuno si fermasse a piangere accanto a lui, a quelli
che sono morti soli, alle vittime della guerra, dellodio
cieco, della violenza.
La casa del Padre mio dice Gesù
è una casa dove ci sono molti posti, dove
ognuno può essere accolto e vivere nella pace e nella
concordia, gustando la dolcezza del Signore.
La memoria di tutti i nostri fratelli
defunti trasforma il nostro presente, ci ricorda che noi
siamo diretti verso la casa del Padre, che siamo suoi figli;
e sin da ora siamo chiamati a vivere da figli suoi. Nel
Vangelo delle Beatitudini Gesù dice: Beati
gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli
di Dio. Cioè: vivere da figli di Dio significa
amare la pace, operare per la pace, creare unione e fratellanza.
Vivere così è anticipare già sin da
ora la vita della casa del Padre, la venuta del suo Regno
e sperimentarne la gioia.
Una vita fatta di fiducia, di attesa
fiduciosa
La memoria dei nostri defunti ci insegna
che la vita non è solo consumo, ma una ricerca tutta
umana di una vita vera, fatta di fiducia, di attesa fiduciosa,
anche se unita a dubbi e sofferenza. In un tempo in cui
si discute di eutanasia, pur di non restare vicino ai malati,
pur di non vivere limpotenza di poter poco
noi che crediamo di poter tutto il Signore ci aiuta
a comprendere che restare presso un malato fa scoprire un
potere nuovo, quello dellamore che va oltre lindebolimento
fisico, che va oltre la morte.
Stare vicino a una persona che sta per
passare da questo mondo al Padre, ci aiuta a riflettere
sulle cose vere della vita, sui limiti di ciascuno e sullamore
grande del Signore che si china su ciascuno di noi.
Gesù è risorto dai morti
e non muore più; egli ci apre a un mondo di vita
risorta, eterna, che inizia già da questa terra.
Io vi amo di un amore eterno dice il Signore
rimanete nel mio amore. Il Vangelo ascoltato,
accolto, meditato, ci fa entrare sin da ora nella vita del
Signore Gesù, nella vita di Dio, trasforma le nostre
umanità, ci rende compassionevoli, ci dona un linguaggio
umano.
Con questi pensieri e sentimenti ricordiamo
tutti i defunti e scegliamo di vivere ogni giorno una vita
radicata nel Signore, vissuta dentro un tessuto di amore
che tutti ci unisce e ci rende partecipi sin da ora della
vita di Dio.
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