parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 31/08/03
domenica 22ª tempo ordinario - anno B
 

Letture: Deuteronomio 4,1-2.6-8; Salmo 14; Giacomo 1,17-18.21-22.27; Marco 7,1-8.14-15.21-23.

"Dal cuore degli uomini
escono le intezioni cattive "

dal Vangelo di Marco, capitolo 7, versetti 1-8.14-15.21-23.

1Allora si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. 2Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - 3i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, 4e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame - 5quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?».

6Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. 7 Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».

14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: 15non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo».

21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, 22adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. 23Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo».

PURIFICARE IL NOSTRO CUORE
E RENDERE MIGLIORE QUESTO MONDO

Il male del mondo e il nostro cuore

Una domanda che facilmente è nella mente e sulla bocca di tanti, e che spesso ce la siamo posta anche noi: Perché c’è tanto male nel mondo? Perché tante notizie di violenze che ci giungono ogni giorno? Perché tanto spesso gli uomini si causano sofferenze gli uni gli altri, mentre è molto meglio aiutarsi vicendevolmente e lavorare per rendere questo mondo più pacifico e più umano?

La parola del vangelo di oggi viene ad illuminarci e orientarci in questa nostra realtà quotidiana.

Alcuni uomini religiosi e osservanti del tempo di Gesù - farisei e scribi - si presentano a Lui per interrogarlo. Ma nella loro domanda c’è un chiaro rimprovero: Perché i tuoi discepoli non rispettano le regole religiose che noi abbiamo, quali il lavarsi le mani tornando a casa da fuori per purificarsi da ogni contatto che possono avere avuto con gli altri e tutte le altre regole simili che noi abbiamo?

E poi l’evangelista in un lungo inciso, per aiutarci a capire, spiega: “i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame” (vv.3-4).

Da una preoccupazione per ciò che è esteriore a uno sguardo dentro il nostro cuore

Sembra una domanda lontana da noi, dalla nostra mentalità, che non ci riguarda. Ma questa preoccupazione esteriore non è diventato forse un tratto direi dominante della nostra mentalità? Ci preoccupiamo tanto di ciò che esteriore, di quello che si vede dal di fuori. Quanto ci preoccupiamo dei pensieri e sentimenti che ci portiamo dentro?

La risposta di Gesù a quei farisei e scribi diventa illuminante per noi. Egli inizia con una citazione del profeta Isaia: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini” (vv.6-8). E poi spiega: “ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive” (vv.20-21).

È qui la risposta alle domande sul male del mondo. Gesù sposta l’attenzione sul nostro cuore, su quello che ci anima e ci spinge.

Purificare il cuore per vedere e sentire in modo nuovo

“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” dice Gesù nel vangelo delle Beatitudini (Matteo 5,8). E chi vede Dio, vede in modo nuovo gli uomini e le donne che gli vivono accanto e vede anche quelli che sono lontani.

Dal cuore degli uomini - dice Gesù - “escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo” (vv.21-23). È qui il problema. Porre la nostra attenzione sul cuore, guardare quello che c’è dentro e lasciarsi purificare e rinnovare da Colui che ci può dare un cuore nuovo.

La guerra, le lotte, le divisioni, le emarginazioni partono sempre da un cuore pieno di intenzioni cattive. Le leggi dell’economia che guidano il mondo sono leggi senza cuore perché fanno diventare più ricchi quelli che già sono ricchi e fanno diventare più poveri quelli che già sono poveri. Sono le leggi del libero mercato - si dice. In realtà sono le leggi che scaturiscono dalla voglia di possesso, da cupidigie, inganni, che non si fanno problema a ricorrere spesso a inganni e frodi.

La Parola di Dio ci apre la mente, illumina il nostro cuore e fa nascere il desiderio di purificarci; un desiderio che diventa preghiera, invocazione: “Purificami, Signore, lavami … crea in me, o Dio, un cuore puro” (salmo 50).

Mentre sembra acuirsi nel nostro mondo una cultura dello scontro, della contrapposizione, che giustifica il ricorso alla guerra, il Signore ci invita a guardare dentro di noi, a purificare il cuore, a chiedere a Lui un cuore nuovo.

Possiamo vedere e lavorare per un mondo nuovo

L’uomo non è condannato a vivere negli orrori della guerra, a vedere immagini che addolorano. I puri di cuore vedono Dio, stanno alla sua presenza. I puri di cuore vedono Dio anche quando si trovano davanti a immagini che anticipano il suo regno già su questa terra: mangiare assieme ai poveri, seduti accanto a loro mentre altri servono a tavola; prendersi cura di tanti malati di AIDS che vivono in paesi poveri dell’Africa; vedere gli uni accanto agli altri, in una solidarietà concreta … questo è vedere Dio. E viene da un cuore puro.

L’antica parola del libro del Deuteronomio ci dice: “Non aggiungerete nulla a ciò che vi comando e non ne toglierete nulla” (4,2). Non c’è bisogno di complicare la religione, ma ricordare la parola del Signore: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Giovanni 13-34).

Questo ci porta ad agire con giustizia, parlare lealmente senza proferire calunnie, non danneggiare il nostro prossimo - come ci insegna il salmo 14.

Il Signore ci chiama a diventare una primizia delle sue creature in questo mondo, ad essere un segno e una testimonianza di un modo di essere e di vivere che ci fa stare in pace gli uni con gli altri, ci fa essere nella gioia.

Se accogliamo con docilità la parola che è stata seminata in noi, non solo salveremo le nostre vite, ma contribuiremo a rendere migliore il nostro mondo (cfr. lettera di Giacomo 1,17-27).