parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 02/03/03
8ª domenica Tempo Ordinario - anno B
 

Letture: Osea 2,16.17.21-22; 2Corinzi 3,1-6; Marco 2, 18-22.


I discepoli di Gesù

dal Vangelo di Marco, capitolo 2, versetti 18-22.

18Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?".

19Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. 20Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno.

21Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. 22E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi".

CRISTIANI SECONDO IL VANGELO
PER ESSERE LA LETTERA DI CRISTO AL MONDO DI OGGI

Prepariamoci al tempo santo della Quaresima

Questa domenica che precede la Quaresima, il tempo di quaranta giorni che ci conduce alla Pasqua, si presenta quasi come la porta che ci invita ad entrare nel tempo santo della Quaresima, che inizia il prossimo mercoledì con l'austero gesto delle ceneri poste sul nostro capo.

Conoscere Gesù, ascoltare le sue parole, come il Vangelo ce le ha conservate, fa entrare nel nostro cuore sentimenti nuovi, gli stessi del Signore: la compassione, la mitezza, la misericordia, l'interessamento agli altri, aprire il cuore agli altri. E questo ci dà una grande gioia, ci fa vivere la pace del Signore.

Nel nostro mondo moderno noi viviamo pieni di tante cose; e molte di esse ci sembrano necessarie, indispensabili, anche se sono poche le cose veramente utili alla nostra vita.

Il Signore ci dice che la vera mancanza, il vero vuoto nella nostra vita è l'assenza di lui. Senza di lui è restare privi del necessario.

Ai tempi di Gesù c'era l'usanza di fare il digiuno, privarsi di alcune cose, in alcuni giorni della settimana, secondo minute prescrizioni e regole. Gesù non dà importanza a queste regole e ai rituali legati alla pratica del digiuno, tanto essere rimproverato dai zelanti osservanti di queste regole, i discepoli di Giovanni e alcuni del gruppo religioso detto dei "farisei".

Per Gesù non sono le regole che contano, gesti ripetuti per abitudine; conta vivere l'amicizia vera con Dio nostro Padre. L'amore dello sposo e della sposa è una immagine ricorrente nella Bibbia per condurci a comprendere qualcosa della relazione profonda che Dio vuole stabilire con noi.

Dio è amore: amando ci si unisce a lui

Il profeta Osea parla del popolo di Israele - noi diremmo oggi "quelli che scelgono di stare col Signore" - come di una sposa che lo sposo vuole conquistare: "Ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore" (Osea 2,16).

È la relazione di amore che si stabilisce tra il Signore e noi, che ci porta a spogliarci dei tanti atteggiamenti che ostacolano la venuta dell'amore di Dio in noi, che vuole possederci, prenderci totalmente.

Un antico libro sul quale si sono formate tante generazioni cristiane, scritto nei primissimi secoli, Il pastore di Erma, riporta questo dialogo sul digiuno:

"Mentre digiunavo e stavo seduto su di un monte a ringraziare il Signore per tutto ciò che ha fatto per me, vedo il pastore che mi si siede accanto e dice:

"Perché mai di buon`ora sei venuto qui?".

"Perché ho "stazione", signore ".

"Che significa stazione?".

"Digiuno signore".

"Cosa è questo digiuno?".

"Come si suole, cosí io digiuno".

"Non sapete, dice, digiunare per amore di Dio, né è digiuno questo inutile che fate a lui".

"Perché, signore, dici questo?".

"Ti dico che non è digiuno questo che vi sembra di fare. Ti insegnerò quale è il digiuno completo e accetto al Signore".

"Sí, signore, mi farai contento e conoscerò il digiuno accetto a Dio".

"Ascoltami. Dio non vuole questo digiuno vano; cosí digiunando per amore di Dio nulla operi per la giustizia. Digiuna, invece, per amore di Dio cosí. Non far nulla di male nella tua vita, ma servi il Signore con cuore puro; osserva i suoi comandamenti, camminando nei suoi precetti, e non entri nel tuo cuore alcun desiderio malvagio e credi in Dio. Se ciò farai e Lo temerai, astenendoti da ogni opera malvagia, vivrai in Dio. Se adempi queste cose farai un grande digiuno accetto al Signore".

Questo gustoso dialogo ci aiuta a comprendere le immagini del vangelo usate da Gesù:

"Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi" (Marco 2,21-22).

Lasciamoci rigenerare da Cristo

La parola di Gesù non ci chiede di fare qualche sacrificio in più, qualche pratica religiosa in più, fosse anche qualche preghiera in più. Il Vangelo è una stoffa nuova che vuole vestirci completamente daccapo. Non può attecchire su di noi, mentre continuiamo a vivere indifferenti agli altri, con le porte del cuore chiuse, ripiegati su noi stessi. La parola del vangelo è come un vino nuovo che fermenta, che chiede di entrare in cuori che si lasciano permeare dalla sua forza, proprio come avveniva con gli antichi recipienti in cui si versava il vino nuovo, gli otri di pelle che cedevano alle spinte del vino in fermento e adattavano il volume necessario.

Il vangelo di oggi ci invita a seguire il Signore in questo tempo prossimo della Quaresima, facendo come lui, che all'inizio della sua vita pubblica si è ritirato per quaranta giorni nel deserto, nutrendosi del minimo necessario per vivere, ma soprattutto alimentandosi della Parola di Dio.

Essere la lettera vivente di Cristo agli uomini di oggi

Il nostro tempo ha bisogno di "cristiani essenziali", liberi dalla schiavitù di tante cose, ma soprattutto disarmati di fronte al Signore che ci parla; permettendo che mentre egli ci parla, veniamo spogliati dal nostro orgoglio, dalla nostra arroganza, dall'autosufficienza, dalla indifferenza; imparando a partecipare alla vita degli altri con la tenerezza e il coinvolgimento che impariamo da Gesù.

Così potremo essere cristiani che si presentano al mondo come "una lettera di Cristo scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente" secondo la bella espressione che Paolo usa nella 2 lettera ai Corinti (3,1-6).