parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 19/01/03
2ª domenica Tempo Ordinario - anno B
 

Letture: 1° Samuele 3, 3-10.19; Salmo 39; 1ª Corinzi 6, 13-15.17-20; Giovanni 1, 35-42.

"Ecco l'agnello di Dio!"

dal Vangelo di Giovanni, capitolo 1, versetti 35-42.

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l`agnello di Dio!». 37E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.

38Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?».

Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» 42e lo condusse da Gesù.

Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)».

UN INCONTRO CHE CAMBIA LA VITA

L'inizio di un'avventura

Il Vangelo di oggi ci riporta all'inizio dell'avventura dei primi collaboratori di Gesù, i primi discepoli.

Essi non immaginavano che dall'incontro di quel pomeriggio con un uomo che prima non conoscevano, sarebbe iniziato un ciclo completamente nuovo della loro vita: sarebbero entrati in una storia nuova e bella che doveva continuare oltre il tempo limitato della loro vita.

Sono le prime persone di quella lunga lista degli amici di Gesù, di cui ci vengono dati i nomi: Giovanni (non si nomina forse perché è colui che scrive), Andrea, Simone. E poi Filippo, Bartolomeo … fino a giungere a quelli dei nostri giorni.

E se vogliamo anche noi possiamo entrare a far parte di questi che sono diventati ormai un popolo presente nei tanti luoghi di questo mondo.

Qualcuno ci indica il Signore, ma la risposta dipende da noi

Allora, come oggi c'è sempre qualcuno accanto a noi che non è ripiegato su di sé, ma fissa lo sguardo su Gesù, come ha fatto Giovanni Battista, e indica agli altri il Signore che si fa presente: "Ecco l'agnello di Dio!". Ecco colui che mandato da Dio si offre per noi. Egli è mite, mansueto come un agnello, paziente, e viene a introdurre gli uomini nell'amicizia con Dio.

Davanti alle parole del Battista, ci sono quelli che preferiscono continuare con gli impegni di sempre, percorrendo le solite strade, mettendo avanti le cose del momento: "Ho comprato un campo e devo andare a vederlo … ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli … ho preso moglie e perciò non posso venire" - come ci racconta Gesù stesso nella parabola degli invitati che non accettano (Luca 14,16-24). Ma ci sono quelli che si mettono a seguire Gesù. E conoscono Colui che si interessa veramente alla vita degli uomini.

Seguire Gesù è qualcosa di molto concreto, non è una opzione ideologica, astratta, teorica. È mettersi dietro di lui.

La domanda di Gesù: "Che cercate?"

Quando Gesù sente i loro passi, si volta e chiede con molta semplicità: "Che cercate?". È una domanda che facciamo bene a sentirla rivolta anche a noi: "tu che cosa cerchi, per te, per la tua vita? Che cosa vuoi veramente?". Quei due che si sono messi a camminare dietro Gesù cercano un maestro per la loro vita, qualcuno che abbia parole vere per loro, con cui poter stare; per questo rispondono: "Maestro, dove abiti?".

Un dialogo così semplice e diretto è all'inizio dell'avventura di questi discepoli e di ogni discepolo del Signore. Gesù risponde in maniera diretta e concreta: "Venite e vedrete". È un'esperienza che sono invitati a fare, a vivere. Vivere la fede è vivere una esperienza concreta dentro una comunità dove il Signore parla, ci unisce realmente fra di noi e ci conduce per strade nuove rispetto ai nostri riferimenti e alle nostre abitudini.

Il Vangelo annota che si fermarono da Gesù durante quel pomeriggio. Per quanto tempo? Un'ora, due, tre ore? E che cosa si sono detti, che cosa ha detto loro Gesù? Non ci viene riportato, viene solo annotata l'ora dell'incontro: "erano circa le quattro del pomeriggio". Quell'incontro si è impresso dentro di loro, è stato l'inizio di un'altra vita.

Il nostro incontro col Signore

Ogni domenica noi possiamo fare l'esperienza di quei primi discepoli col Signore: ascoltarlo e lasciarci interrogare da lui. Non permettiamo che i nostri incontri domenicali nella santa liturgia diventino come dei riti che si ripetono nell'abitudine.

Mettiamoci in ascolto, veniamo con le domande vere che abbiamo dentro, rispondiamo al Signore, lasciamoci interpellare dalle parole del vangelo.

Può capitare anche a noi di non riconoscere subito la voce del Signore, come accade per il giovane Samuele di cui ci parla la Scrittura oggi (1 Samuele 3,3-10.19): egli non sa distinguere la voce del Signore da quella degli uomini. E va dal vecchio Eli pensando che sia lui a chiamarlo. Alla fine il vecchio Eli lo indirizza al Signore, gli dice di mettersi in ascolto di quello che gli verrà detto.

In Samuele vediamo una prontezza nell'ascoltare, nel rispondere, nel voler lasciarsi coinvolgere. Poniamoci nell'atteggiamento interiore del giovane Samuele che dice: "Parla, perché il tuo servo ti ascolta". Chi si mette in ascolto del Signore vede crescere le sue capacità: di accoglienza, di attenzione, di sensibilità, di comprensione, di vicinanza.

Un mondo dove cresce la presenza di quelli che seguono il Signore sarà certamente un mondo migliore. Sono tanti quelli che hanno lavorato e lavorano col Signore perché venga il regno di Dio. Fra quelli possiamo esserci anche noi.