parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 16/03/03
2ª domenica Tempo di Quaresima- anno B
 

Letture: Genesi 22, 1-2.9.10-13.15-18; Salmo 115; Romani 8, 31-34; Marco 9, 2-10.


La Trasfigurazione

dal Vangelo di Marco, capitolo 9, versetti 2-10.

2Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli.

Si trasfigurò davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù.

5Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!". 6Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento.

7Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: "Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!". 8E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.

9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. 10Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.

LA LUCE CHE VIENE DAL SIGNORE CI SOSTIENE E CI GUIDA

Trasfigurazione come storia e mistero

Ci inoltriamo nel cammino spirituale della Quaresima che ci propone di uscire dalla prigionia di noi stessi e salire molto più in alto dei nostri limiti e delle nostre abitudini di vita.

La liturgia di questa seconda domenica di Quaresima ci porta a contemplare il volto luminoso del Signore e il cammino di fede da compiere per essere anche noi trasformati, trasfigurati in lui.

Il racconto della Trasfigurazione è insieme storia e mistero: storia perché racconta un episodio di cui i discepoli hanno conservato un ricordo vivo, mistero perché ci fa intravedere la trasformazione che il Signore desidera per ciascuno di noi e per questo mondo.

L'incontro intimo col Signore su un luogo alto

Gesù ha passato diversi giorni in Galilea, ha incontrato la gente, ha parlato del regno di Dio, ha guarito i malati. Forse è un po' stanco. Si vuole fermare un po', trovare un posto calmo, lontano dalla confusione della folla. Con tre dei suoi discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, Gesù sale sulla montagna per pregare.

Ma mentre prega il suo volto si illumina, le vesti diventano sfolgoranti e accanto a lui si vedono due uomini anziani, due profeti dell'Antica Alleanza, Mosè ed Elia. I tre discepoli sono colpiti da questa luce. Forse si erano addormentati, come altre volte ci raccontano i vangeli.

Intorno a loro c'è una grande luce e una grande pace. Per questo Pietro dice a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!" (v.5). Mentre i discepoli ancora non si rendono conto bene di quello che stanno vivendo, sono avvolti da una nube e sentono una voce: "Questi è il Figlio mio prediletto: ascoltatelo!" (v.7).

La liturgia della domenica e il cammino feriale

Ma subito dopo vedono Gesù come tutti i giorni e tutto è ritornato normale come prima.

Ogni settimana noi siamo condotti dal Signore sul monte per stare con lui ed essere aiutati a vivere con lui. È il monte della liturgia settimanale, dove incontriamo il volto luminoso di Gesù: il luogo dove il Signore si manifesta, ci parla, aiutandoci a comprendere poco a poco tutta la storia dell'amore di Dio per noi, a partire dalla creazione dei primi uomini, da Abramo, Mosè, fino agli uomini di Dio dei nostri giorni che ci indicano il cammino.

I discepoli scendono dal monte e Gesù chiede di tenere per sé l'esperienza particolare che hanno vissuto, tenere nel cuore quella realtà che fa riconoscere nella compagnia amica del Signore la presenza stessa di Dio.

Con la forza che riceviamo nella liturgia, noi discendiamo dal monte, riprendiamo il cammino di un'altra settimana e affrontiamo le prove della vita quotidiana, con le sue tentazioni, dubbi e difficoltà. Ma avendo nel cuore quella visione, quel volto e le parole che abbiamo ricevuto.

Abramo ci insegna che le prove si affrontano con la fiducia piena nel Signore

Il viaggio terribile e silenzioso di Abramo con suo figlio, raccontato nel libro della Genesi, ci fa comprendere che il cammino di fede, come pure il cammino della Quaresima, è un percorso difficile e combattuto per giungere al distacco da noi stessi e scoprire un nuovo rapporto con le persone, con le cose e con le situazioni concrete del nostro mondo.

Abramo sale il monte pensando che avrebbe perduto il figlio, ma pure con una grande fiducia nel Dio che gli aveva parlato; ma poi discende dal monte con una paternità più larga che gli viene donata. Quello che era il figlio suo ora è il figlio donatogli dal Padre, da Dio stesso.

La sua vita non si consumerà dentro gli orizzonti certamente buoni e belli della sua famiglia e dei suoi piccoli affetti. La sua vita si allarga fino a diventare il padre dei credenti di ogni tempo. Il Signore Dio parla ad Abramo per bocca del suo angelo: "Giuro per me stesso: poiché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, io ti benedirò con ogni benedizione e renderà molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare" (Genesi 22,16-17).

Anche noi, vivendo con fiducia quanto il Signore ci chiede, cominciamo a vedere una discendenza, una famiglia più larga che cresce, e tanti attorno a noi che si avvicinano e si lasciano toccare il cuore.

La liturgia anticipazione del nostro futuro

Il tempo della Liturgia domenicale è il tempo della luce che ci raggiunge, che ci fa vedere il futuro, il "dove" verso cui siamo diretti, un mondo trasformato a partire dalla disponibilità per prima nostra a lasciarci trasformare dal Signore. E la preghiera durante la settimana è riprendere il contatto con quella visione, immergerci di nuovo in quella luce che viene dal Signore.

E mentre camminiamo verso la Pasqua, continuiamo ad andare col Signore verso quelli che egli ci fa incontrare; fermiamoci con lui accanto ai deboli e ai malati, ascoltiamo con lui le voci che giungono da vicino e da lontano e chiedono aiuto. E invochiamo dal Signore la sua pace.