parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 05/01/03
2ª domenica dopo Natale - anno B
 

Letture: Siracide 24, 1-4.8-12; Salmo 147; Efesini 1, 3-6.15-18; Giovanni 1, 1-14.


Il Verbo si fa carne

dal Vangelo di Giovanni, capitolo 1, versetti 1-14.

1In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 2Egli era in principio presso Dio: 3tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.

4In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.

9Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. 11Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.

12A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, 13i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.

RICONOSCERE NEL NATALE DEL SIGNORE
LA LUCE PER QUESTO MONDO

Nel Natale Dio si fa piccolo e povero

L'inizio del Vangelo di Giovanni, che leggiamo in questa domenica del tempo di Natale, alla vigilia dell'Epifania, ci mette davanti alla realtà dell'amore di Dio che ha mandato il suo figlio sulla terra. Egli è un Dio che non è voluto rimanere lontano, distante dalla vita degli uomini.

Il Figlio suo, "il Verbo" di Dio è venuto in mezzo a noi, facendosi uomo. È venuto come luce che rischiara la nostra vita, la vita di questo mondo.

Ai pastori di Betlemme viene dato un segno per riconoscere il Figlio di Dio: "troverete un bambino avvolto in fasce e posto in una mangiatoia". È facile non accorgersi di questo bambino, non riconoscerlo, perché egli non siede fra i potenti del mondo, non viene come un potente o un forte, ma come un debole bambino.

La scelta libera di accogliere il Signore

Giovanni commenta non senza amarezza: "Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto" (1, 9-11). È una realtà che conosciamo bene, che è sotto gli occhi nostri, anzi è esperienza nella nostra stessa vita: tante volte noi stessi preferiamo le tante piccole luci passeggere di questo mondo alla luce del Signore, della sua Parola. Ma Dio vuole rischiare con noi: egli sceglie la vita debole di un bambino per parlare al nostro cuore. Non non si impone con la forza, non obbliga né noi né gli altri, attende la risposta libera dell'uomo.

Ma ogni risposta al Signore che ci parla produce frutti, opera una profonda trasformazione nella vita degli uomini, ci genera alla vita di figli: "a quanti l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati" (1,12-13).

Anche oggi il Signore, in ogni parte della terra cerca uomini e donne che lo accolgano, per impiantare un popolo dove egli possa mettere radici (Siracide 24,12) e che porti al mondo frutti di pace.

Manifestare la luce del Signore agli uomini di oggi

C'è un compito bello dei cristiani di ogni tempo, ma che sentiamo particolarmente urgente per noi oggi: far conoscere il Signore che viene in questo mondo, far conoscere la forza di pace, di amore che promana da lui.

Egli cerca operai di pace, costruttori di pace in un mondo dove soffiano venti di guerra. È di questi giorni il rinnovato appello di Papa Giovanni Paolo II a pregare per la pace, ad essere operai della pace a tutte le latitudini perché le ferite della guerra, della fame e dell'abbandono di cui soffrono molti, possano essere guarite.