parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 15/12/02
Domenica 3ª del tempo di Avvento - anno B
 

Letture: Isaia 61, 1-2. 10-11; Luca 1, 46-50. 53-54; 1Tessalonicesi 5, 16-24; Giovanni 1, 6-8. 19-28.


"Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la via del Signore"

dal Vangelo di Giovanni capitolo 1, versetti 6-8.19-28.

6Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. 7Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.

19E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: "Chi sei tu?". 20Egli confessò e non negò, e confessò: "Io non sono il Cristo".

21Allora gli chiesero: "Che cosa dunque? Sei Elia?". Rispose: "Non lo sono". "Sei tu il profeta?". Rispose: "No". 22Gli dissero dunque: "Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?". 23Rispose:"Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia".

24Essi erano stati mandati da parte dei farisei. 25Lo interrogarono e gli dissero: "Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?".

26Giovanni rispose loro: "Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo". 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

TESTIMONI DELLA LUCE CHE VIENE NEL MONDO

L'importanza di essere dei testimoni

Giovanni Battista è stato un testimone, un uomo chiamato da Dio a indicare agli uomini la luce del Figlio di Dio invitando a preparare il proprio cuore ad accoglierlo.

Giovanni è figura di tutti i testimoni che nel corso della storia sono chiamati a indicare al mondo la presenza della luce di Dio. E Dio non lascia mai mancare i testimoni che possano orientare gli uomini verso la vita che è già presente nel mondo.

Nel secolo appena trascorso abbiamo avuto tanti testimoni che hanno indicato agli uomini il Signore: come papa Giovanni XXIII, piccola sorella Magdeleine, fino al papa Giovanni Paolo II, senza dire dei tanti martiri del '900 che hanno testimoniato col martirio la propria fede durante la persecuzione comunista e quella nazista.

Anche oggi non mancano i testimoni del Vangelo.

Ma in un tempo in cui i cristiani da un lato diminuiscono di numero e dall'altro diventano più consapevoli della propria fede e più maturi nelle loro scelte di vita, essi sono chiamati a dare una linfa genuina di umanità a questo mondo. E noi sentiamo impegnative per ciascuno le parole che leggiamo in Isaia: "Voi siete miei testimoni, così come il mio servitore che io ho scelto" (Isaia 43,10).

La testimonianza che nasce immergendosi nelle acque della Parola di Dio

Giovani Battista ha dato la sua testimonianza nei pressi del fiume Giordano, ma la sua funzione è in atto lungo la storia. Per gli ebrei il Giordano segnava la frontiera che essi avevano oltrepassato per entrare nella Terra promessa.

Per noi ci sono le acque di un fiume in cui immergersi, le acque della Parola di Dio, del Vangelo, che purificano nel profondo e rinnovano la mente e il cuore.

A coloro che lo interrogano "Chi sei tu?" Giovanni risponde e si definisce come "voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore" richiamando le parole del profeta Isaia (40,3). Poi dichiara che qualcuno è presente, ancora sconosciuto e superiore a se stesso.

Giovanni non cerca un protagonismo per sé, si identifica in una voce che parla agli altri e orienta verso la luce del Figlio di Dio. In modo chiaro e diretto Giovanni afferma: "In mezzo a voi sta qualcuno che voi non conoscete" (Giovanni 1,26).

Quanti oggi vivono senza conoscere davvero il Signore, la forza della sua Parola che rinnova, i suoi sentimenti che rendono tutti più umani, fratelli, vicini gli uni agli altri, specialmente ai più deboli ed oppressi?

Se noi ci riconosciamo in quelli che vogliono seguire il Signore, non possiamo tacere davanti ai nostri simili, davanti ad un benessere che cresce e una interiorità che deperisce.

Moltiplicare le voci come quelle di Giovanni Battista

Sono tante le voci che stordiscono: voci della pubblicità, voci che spingono a correre per avere sempre di più. Sono poche invece le voci che parlano al cuore dell'uomo per rendere più vera e ricca la sua umanità. E bisogna moltiplicare queste voci

Giovanni dice: "io sono voce di uno che grida nel deserto": questo può significare che non sono tante le voci come la sua che parlano anche oggi di Dio agli uomini di questo tempo. Ma significa anche che questa voce si ascolta nel deserto, cioè lontano dai rumori, dalla confusione.

Per ascoltare noi per primi questa voce ed essere poi a nostra volta voce per gli altri, c'è bisogno di fermarsi, di fare silenzio, di rientrare in noi stessi, di dare spazio alla riflessione e alla preghiera.

"Voce di uno che grida nel deserto" può significare anche che non sono molti coloro che ascoltano, ma questo non ci fa dimenticare la parola che il Signore ci rivolge: "Voi siete i miei testimoni", come Giovanni Battista che io ho scelto. E non ci fa fermare davanti alle difficoltà. Anche Gesù ha conosciuto il rifiuto di tanti e non per questo ha smesso di parlare al cuore degli uomini.

I "nuovi canti" del Natale, accanto al bambino, accanto ai poveri

Per questo i tanti gesti che la comunità cristiana pone nel bel mezzo del Natale consumistico, sono un segno, sono una voce diversa che si alza in mezzo a tante altre voci. È la nostra fede che ci fa parlare, che ci spinge a testimoniare. Penso ai pranzi di Natale con i poveri che si terranno in diversi luoghi della nostra città, penso alle luci di festa che si accenderanno nei giorni del Natale in tanti luoghi bui, come gli ospizi per anziani, penso alla preghiera della pace che ci vedrà riuniti in tanti il primo giorno del nuovo anno 2003.

Sono tanti piccoli segni, tante piccole voci che si innalzano nel deserto di questo mondo e creano nuovi spazi di umanità, spazi dove il deserto si trasforma in giardino e dove il Signore fa vivere nella gioia.

Il brano evangelico di oggi si conclude così: "Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando" (Giovanni 1,28). E noi desideriamo che questo avvenga anche qui, nella nostra città, che questa testimonianza giunga a tanti lì dove abitiamo.

Non accontentiamoci solo di ascoltare, di essere spettatori. C'è bisogno di testimoni e di voci che parlano oggi di Dio al cuore dell'uomo.

Tutto questo è motivo di gioia, di gratitudine al Signore che non ci lascia sopravvivere, ma ci fa vivere spinti sempre di più dal suo Spirito. Per questo sentiamo belle e rivolte anche a noi le parole dell'apostolo Paolo: "fratelli, state sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie … non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie … il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione" (1 Tessalonicesi 5, 16-24).