parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 27/10/02
Domenica 30ª del tempo Ordinario - anno A
 

Letture: Esodo 22,20-26; Salmo 17; 1 Tessalonicesi 1,5-10; Matteo 22, 34-40.


Gesù e i farisei

dal Vangelo di Matteo, capitolo 22 versetti 34-40.

34I farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova:

36"Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?".

37Gli rispose:

" Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.

39E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.

40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".

LA DUPLICE DIMENSIONE DELL'AMORE
COSTITUISCE LA NOSTRA IDENTITÀ CRISTIANA

Gesù risponde con amore e con pazienza a chi lo interroga

In una serie di incontri riportati dal Vangelo di Matteo, Gesù si trova sempre di fronte a persone che si avvicinano a lui per metterlo in difficoltà e diminuire, se possibile, la fiducia e l'affetto di tanti che lo seguivano.

Sono scribi, farisei, sadducei, erodiani, sommi sacerdoti, anziani del popolo: tutta una serie di persone di rilievo nella società del tempo, che vedevano male l'azione di quest'uomo venuto dalla provincia, dalla povera Galilea, regione marginale di fronte ai centri del potere politico e religioso.

Ma Gesù, a gente che si avvicina con intenzioni malevole risponde con libertà, con parole vere, senza acrimonia, invitando a vivere la dimensione dell'amore:

"I farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?

Gli rispose: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso".

L'amore verso Dio e quello verso il prossimo sono intimamente connessi

Gesù risponde con le parole della Scrittura unendo il comandamento che invita all'amore verso Dio (Deuteronomio 6,5) a quello che chiama all'amore verso il prossimo (Levitico 19,18). È lui a mettere sullo stesso piano l'amore verso Dio e quello verso il prossimo. In realtà è tutta la sua azione e il suo insegnamento che manifestano questo legame. Il suo amore verso Dio lo porta ad amare il prossimo, soprattutto quel prossimo che è disprezzato ed oppresso.

Per Gesù, ogni nostro pensiero come ogni nostra azione devono essere nutriti dall'amore, nel suo doppio senso di amore di Dio e amore del prossimo. Ricordiamo quando egli, dopo la resurrezione, domanda a Pietro: "Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene? E Pietro risponde: Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene. E Gesù gli dice: Pasci le mie pecorelle" (Giovanni 21,15-17). Gesù gli vuol far comprendere che "amare Dio è amare il prossimo".

Nella prima lettera di Giovanni troviamo ripresa questa affermazione con parole molto chiare:

"Se uno dicesse: "Io amo Dio", e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello" (1Giovanni cap. 4, 20-21).

Impariamo da Gesù a scoprire ed amare il nostro prossimo

Partecipare alla liturgia festiva è rendere lode a Dio, incontrarsi con Lui e con i nostri fratelli; ma è, ogni volta, imparare ad amare come Gesù: amare il Padre suo e amare il nostro prossimo nella stessa misura. E nell'amore verso il prossimo privilegiare le persone più povere, disprezzate, allontanate. I tanti incontri di Gesù con pubblicani, prostitute, paralitici, lebbrosi manifestano a noi chiaramente chi è per lui il "primo" prossimo.

Quando un giorno un dottore della Legge, dopo aver ricevuto alla sua domanda la stessa risposta riportata nel Vangelo di oggi, chiede a Gesù "E chi è il mio prossimo?", egli risponde raccontando la parabola del buon Samaritano, di un uomo disprezzato che si fa vicino ad un uomo mezzo morto, svenuto e ferito, mentre altri, sebbene religiosi, sono passati senza fermarsi.

Se riflettiamo sulle parole della pagina dell'Esodo proclamata oggi (Esodo 22, 20-26) vediamo che Gesù precisa ed attualizza quanto era stato già insegnato ai tempi di Mosè:

"Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel paese d'Egitto. Non maltratterai la vedova o l'orfano. Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo?"

La risposta di Gesù è per ciascuno di noi un invito ad amare

Davanti alla risposta che Gesù dà ai farisei, noi ci interroghiamo oggi sul nostro rapporto di amore verso Dio e verso il prossimo.

"Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima, e con tutta la tua mente": cuore, anima, mente indicano tre forze spirituali che ci fanno concentrare con tutte le nostre energie, compreso l'intelletto, sul rapporto con Dio: tenero, fedele, in ascolto delle sue parole, facendo dialogare i fatti e momenti concreti della nostra vita con quello che egli ci dice.

Ed è proprio questo amore di Dio che rende possibile l'amore del prossimo. L'amore per il prossimo manifesta il nostro amore per Dio.
"Amerai il prossimo tuo come te stesso": quali persone sono oggi per me il prossimo che incontro, che amo, che curo, che aiuto?

Il libro dell'Esodo parla dello straniero, dell'orfano, della vedova, di colui che si è privato del mantello per avere in cambio qualcosa.

Il Vangelo ci parla di gente che ha fame, ha sete, è straniera, è nuda, prigioniera, malata, carcerata, che Gesù chiama "i miei fratelli più piccoli" (Matteo 25, 35-40).

Lasciamoci interrogare da queste parole del Vangelo di oggi; ognuno esamini a cuore aperto se stesso e riveda il modo di vivere questa dimensione dell'amore verso Dio e verso il prossimo, intimamente connessi fra di loro.

L'amore, come concretamente ce lo manifesta Gesù, sia il centro, l'anima, il cardine della nostra vita.