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san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vecchio Testamento
Il profeta Isaia (2)
 
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Introduzione

Il profeta Isaia

Isaia, che ha operato tra il 740 e il 700 a.C., è senza dubbio la figura più importante tra i profeti. Tanto da attrarre a sé una grande quantità di tradizioni.
Per questo il libro di Isaia, così come lo abbiamo oggi, è frutto di più secoli di elaborazioni e di aggiunte.

Questo libro si divide in 3 parti:
il primo Isaia (cap. 1-39), da attribuire sostanzialmente ad Isaia; il secondo Isaia (cap. 40-55), e il terzo Isaia (cap. 56-66) da attribuire ad altri due profeti.

Fra tutti i profeti dell'antico testamento il più conosciuto e utilizzato è stato proprio Isaia. Anche Gesù, secondo il Vangelo di Luca 4,16-30, si è rifatto ad una pagina del profeta Isaia per manifestare l'inizio della sua missione.

Sulla vita privata di Isaia sappiamo molto poco. Figlio di un certo Amoz, probabilmente nato a Gerusalemme, sposato con dei figli. È vissuto e
ha operato in Gerusalemme, conosce molto bene la città, uomo di cultura, appartenente alle cerchie più elevate e di prestigio della città.

La sua vita cambia con la chiamata di Dio che gli giunge mentre si trova nel tempio e sta partecipando


Il profeta Isaia

alla liturgia. Ha una visione e Dio si manifesta a lui. In quel momento Isaia avverte il grande contrasto fra la santità di Dio e la bruttezza della sua vita, come pure quella del popolo che si trova nel tempio.
È necessaria una purificazione per lui e per il popolo; di qui germoglierà un seme santo, un popolo rinnovato e santificato.

La sua predicazione si svolge fra il 740 e il 700. Censura il lusso smodato e la vanità esagerata delle donne; condanna l'ingiustizia dei tribunali e l'ingordigia dei proprietari di terra; come pure lo scetticismo dei politici che non credono alla signoria di Dio sulla vita e sulla storia degli uomini.

Isaia proclama che da questa "casa di Davide barcollante" nascerà un nuovo seme, l'Emmanuele. Nel cuore di un dramma fra guerre e sconfitte nascerà il nuovo popolo, un piccolo resto, una umile comunità poggiata sulla "pietra" che sarà il Messia.

Isaia si trova ad operare in una situazione sociale di ingiustizia e di violenza soprattutto nei confronti dei poveri, in un periodo di guerre e distruzioni. Egli accoglie la parola di Dio e la comunica come una parola di giudizio e di speranza.

Dalle parole di Isaia emerge una grande esigenza di giustizia in un mondo ricco e imbarbarito. Il profeta non esita a chiamare Israele alla fiducia nel Signore, ma insieme annuncia che Dio stesso interverrà nella storia inviando un re, il messia, che verrà a stabilire la giustizia a Gerusalemme e la pace tra i popoli.

Due altri profeti riprenderanno le parole di Isaia in altri momenti difficili: il primo durante l'esilio a Babilonia (capitoli 40-55) e il secondo dopo l'esilio (capitoli 56-66).

La parola di Dio è viva, percorre la storia, viene letta e ricompressa in nuove situazioni. Essa traccia il percorso di tante generazioni verso l'incontro con il Signore.

Dopo aver presentato precedentemente i capitoli 1-39 del Primo-Isaia, riprendiamo in questo periodo dell'anno, le riflessioni a partire dai capitoli 40-55 (Secondo-Isaia).