parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 20/10/02
Domenica 29ª del tempo Ordinario - anno A
 

Letture: Isaia 45, 1.4-6; Salmo 95; 1 Tessalonicesi 1,1-5; Matteo 22, 15-21.


il tributo a Cesare

dal Vangelo di Matteo, capitolo 22 versetti 15-21.

15I farisei, avendo udito che Gesù aveva ridotto al silenzio i sadducei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi.

16Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli:

"Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. 17Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?".

18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: "Ipocriti, perché mi tentate? 19Mostratemi la moneta del tributo". Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?". 21Gli risposero: "Di Cesare".

Allora disse loro: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio".

MANIFESTIAMO IL VOLTO DI DIO CHE È IN NOI

Rendiamo grazie per quello che il Signore ci dona

Un altro incontro col Signore, in questo giorno di festa. E ogni volta che ciincontriamo è un'altra possibilità di conoscerlo, di ascoltarlo e di crescere nell'amicizia.

Ne abbiamo bisogno noi, ne ha bisogno questo nostro mondo. E la Chiesa - secondo le parole di Paolo - ringrazia Dio per tutti noi e ci ricorda nelle sue preghiere perché noi veniamo trasformati dal rapporto col Signore.

Il Vangelo di oggi si situa in un quadro di contrasto fra Gesù e alcuni suoi avversari: una domanda subdola, un tranello per creare turbamento fra la gente che guarda con simpatia e affetto a quell'uomo che dice parole vere, senza diplomazie, senza tener conto di pregiudizi umani, senza accomodamenti.

Muoversi in una realtà a volte ostile

"È lecito o no pagare il tributo a Cesare?". Si tratta di una tassa detta "testatico" da pagare agli occupanti; i Romani la esigevano da tutti, uomini, donne e schiavi, a partire dai 12-14 anni fino ai 65 anni, forse ammontava a un denaro a testa.

Gesù risponde senza cadere nella trappola; si fa portare una moneta e davanti all'immagine e all'iscrizione impressa risponde: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio". È una direttiva che Gesù dà, lasciando che ciascuno veda quello che è di Cesare e quello che è di Dio e prenda la sua decisione.

Chi vuole seguire il Signore conosce anche lui le difficoltà che gli vengono da quelli che lo circondano. Il Signore che conosce il cuore dell'uomo e i sentimenti che vi abitano, aiuta quelli che lo invocano a discernere, a trovare le parole libere e semplici e rimanere fedeli a Lui.

Il "Cesare" dei Romani ci fa pensare a quelli che oggi detengono il potere e che sono chiamati a mettersi al servizio di tutti, nella ricerca del bene comune e della crescita ordinata della società. Sappiamo che tante volte sono i propri vantaggi e gli interessi personali a prendere il sopravvento, dimenticando i diritti e le necessità soprattutto dei più deboli.

Clemente di Roma, nella lettera ai Corinti, parlando di quelli che esercitano il potere scrive: "Dona ad essi, Signore, sanità, pace, concordia e costanza per esercitare al sicuro la sovranità data da te". E noi chiediamo al Signore che illumini tutti quelli che hanno responsabilità piccole o grandi nel governare, perché operino nella giustizia e per la pace e il bene comune.

"Risplenda su di noi la luce del suo volto"

Ma fermiamoci sulla seconda parte della risposta di Gesù: "Date a Dio quello che è di Dio". Forse oggi la vita a dimensione orizzontale ci fa dimenticare l'immagine di Dio che ognuno porta dentro di sé, l'appartenenza a lui, dal quale tutti proveniamo. Dice il libro della Genesi: "Dio creò l'uomo a sua immagine… a immagine di Dio lo creò" (Genesi 1,27).

È questa presenza del Signore in noi da percepire, scoprire o riscoprire, per vivere camminando ogni giorno per le sue vie. Questo avviene nella preghiera, nella riflessione silenziosa guidati dalla Parola del Vangelo.

Le vie del Signore sono quelle che ha percorso Gesù negli anni della sua vita pubblica e che continua ad indicare oggi a tutti quelli che lo ascoltano. Nei Vangeli troviamo ripetutamente indicate le soste che Gesù fa nella preghiera: essa esprime e nutre il rapporto profondo che egli vive col Padre suo.

Lo spazio della nostra preghiera è l'incontro del figlio col Padre. Da questo rapportoprendono corpo nuovi pensieri, nuove decisioni, nuovi passi. Gesù ci manifesta la via di Dio nei rapporti che egli intreccia con tutti, nei tanti e diversificati incontri per comunicare la cura che Dio ha per tutti gli uomini. Egli la manifesta nella tenerezza che ha per tutti, nella comprensione, nella mitezza con cui si accosta agli altri.

Coltivando il rapporto col Signore nella preghiera, nella meditazione delle parole del Vangelo, emerge giorno per giorno in maniera sempre più chiara l'impronta di Dio che è scolpita nel cuore di ciascuno. Dice l'apostolo Paolo: "siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a questa generazione…, nella quale dovete splendere come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita" (Filippesi 2,15-16).

Operiamo perché risplenda in noi il volto di Dio, e la sua luce illumini e riscaldi il cuore di tanti.