parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 22/09/02
Domenica 25ª del tempo Ordinario - anno A
 

Letture: Isaia 55, 6-9; Salmo 144; Filippesi 1, 20-27; Matteo 20, 1-16.


gli operai al momento della paga

dal Vangelo di Matteo, capitolo 20 versetti 1-16.

1Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

"Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati 4e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. 5Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? 7Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.

8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. 11Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: 12Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. 15Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?

16Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi".

LA PARABOLA DELLA BONTÀ DI DIO

Il Signore chiama in ogni tempo, a tutte le ore

Gesù racconta questa parabola poco prima di giungere a Gerusalemme dove sarebbe andato incontro ai giorni della sua passione e morte. Ha girato in lungo e in largo tutta la Palestina incontrando gente di tutti i tipi, trovandosi faccia a faccia con tanti malati, poveri, storpi, ciechi.

Di fronte a tante domande di aiuto Gesù ha sempre cercato persone che fossero disponibili alla sua chiamata, per invitarli a coltivare la vigna del Padre suo, per far conoscere agli uomini la vita vera. E perché imparassero ad agire come Dio e come lui stesso.

Questa parabola ci fa conoscere la bontà di Dio, la sua fatica instancabile nel chiamare a lavorare nella sua vigna a tutte le ore della giornata, anche quando manca poco al tramonto.

Anche oggi il Signore non smette di chiamare per raccogliere operai del Vangelo che facciano conoscere la vita di Dio, che conducano uomini e donne di tutte le latitudini alla liberazione dal dominio del male che anche oggi si manifesta in tanti modi. Abbiamo bisogno di operai del Vangelo che annunziano pace, che aiutano gli uomini a riconciliarsi e a vivere assieme, che indirizzino gli sguardi distratti di chi vive solo per sé orientandoli verso i deboli come gli anziani avanti negli anni, verso gli emarginati, verso quelli che sono disprezzati.

La gioia degli operai del Vangelo

Essere operai del Vangelo significa rispondere alla chiamata del Signore, ascoltare le sue parole e operare insieme con lui che cammina davanti a noi. Beati quelli che vivono lavorando per il Vangelo: essi possono conoscere gli uomini da vicino, sono rigenerati nei sentimenti, ricevono una gioia che si radica nel cuore e diventano essi stessi comunicatori di gioia.

Come è bello vedere che un piccolo gesto, un aiuto, una passeggiata fatta con chi da solo non sarebbe potuto uscire rende dei volti sorridenti, con gli sguardi che si ravvivano e che manifestano gioia.

Il Signore chiama a tutte le ore, a qualunque età. Si può accogliere l'invito del Signore a lavorare per il Vangelo quando si è appena adolescenti, o giovani, o adulti, o anche quando si è giunti alla vecchiaia. Una vita che si spende per il Vangelo è una vita trasformata, è un regalo grande che viene fatto alla nostra vita.

"Esaminate la vostra condotta, fratelli carissimi, - dice papa Gregorio Magno commentando questo brano - e valutate voi se siete già operai di Dio. Ognuno rifletta su quello che fa e valuti se lavora nella vigna del Signore. Chi infatti in questa vita cerca solo le cose sue, non è ancora giunto alla vigna del Signore. Lavorano infatti per il Signore coloro che non pensano ai propri vantaggi, ma a quelli del Signore, che si spendono per l'amore e la misericordia, preoccupandosi di raccogliere uomini e condurli alla vita. Chi vive per sé giustamente viene rimproverato come ozioso perché non opera affinché fruttifichi l'opera del Signore".

Solidali con chiunque opera il bene

Rendiamo grazie al Signore perché ci ha chiamati a lavorare per lui. Anche noi siamo di età diverse e tutti abbiamo sperimentato il dono di questa chiamata. Fa riflettere una notazione che ancora Gregorio Magno fa a margine: "Va anche precisato che chiunque compie opere buone con rettitudine di fede, in qualunque modo e misura, è un operaio di questa vigna". Questa notazione ci fa guardare intorno e avvicinarci a tutti quelli che "in qualunque modo e misura" operano il bene in questo mondo.

Lavorando per il Vangelo, siamo portati a conoscere da vicino la condotta di Dio, liberandoci dai concetti umani di merito e di giustizia: non si tratta di quanto e di quanto a lungo ognuno lavora o ha lavorato. Si tratta piuttosto di una sola cosa: essere stato chiamato e aver risposto all'invito.

Tanti sono quelli che nessuno ha ancora chiamato

Più che mugugnare e lamentarsi o mettersi a fare paragoni, come a volte può accadere anche stando nella casa del Signore, pensiamo piuttosto alla domanda che quel padre di famiglia pone quando esce ancora una volta verso il tramonto e vede alcuni senza far niente - "perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?" - e alla risposta che essi danno - "perché nessuno ci ha presi a giornata" - …

Quanti sono quelli che vivono oziosi senza spendersi per quello che veramente vale? Quanti non hanno risposto perché nessuno li ha invitati? Dice l'apostolo Paolo: "Come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?… Sta scritto: quanto sono belli i piedi di coloro che recano lieti annunzi, che annunziano la pace" (Romani 10,14-15).

Quanto più ci inoltriamo nella vita col Signore, comprendiamo la larghezza, la profondità, la forza dell'amore di Dio che ci ha raggiunto e possiamo capire Paolo quando dice "per me il vivere è Cristo" (Filippesi 1,21) e ci esorta: "comportatevi da cittadini degni del Vangelo" (Filippesi 1,27).