Giovanni
si presenta con la garanzia di un testimone anonimo, "il
discepolo che Gesù amava", che partecipò
al dramma della passione
Più
chiaramente degli altri vangeli, il quarto vangelo vuole
mettere in luce il senso della vita, delle opere e delle
parole di Gesù e vuole condurre ad una comprensione
più profonda e chiara della sua persona.
Per
Giovanni Gesù è la Parola di Dio fatta persona,
egli viene a manifestare la vita stessa di Dio per mezzo
di lui. Tutto il vangelo è una manifestazione di
Dio che avviene in Gesù.
L'evangelista,
raccontando la storia di Gesù vuole farne cogliere
la dimensione spirituale: egli è la luce che viene
nel mondo, realizza le grandi figure dell'Antico Testamento,
è l'agnello di Dio, il nuovo tempio, il pane di
vita che sostituisce la manna, il buon pastore, la vera
vite.
Il
Vangelo inizia con un grande prologo (1, 1-18), che mette
al centro della creazione e della storia il mistero dell'incarnazione,
della Parola che si è fatta carne nel Signore Gesù
ed è venuta ad abitare in mezzo a noi.
La
vicenda di Gesù si sviluppa in due grandi parti:
il ministero di Gesù (1,19 - 12,50); la manifestazione
dell'ora di Gesù nella Pasqua dell'Agnello di Dio
immolato sulla croce e risorto (12,1 - 20,31).
Per
Giovanni Gesù è colui che traccia la via
per entrare in comunione con Dio. Per questo l'evangelista
inserisce continuamente le azioni e le parole di Gesù
nel contesto delle feste ebraiche: la pasqua, la festa
delle capanne, la festa della dedicazione.
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