parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 25/08/02
Domenica 21ª del tempo Ordinario - anno A
 

Letture: Isaia 22, 19-23; Salmo 137; Romani 11, 33-36; Matteo 16, 13-20.


"Voi chi dite che io sia?"

dal Vangelo di Matteo, capitolo 13 versetti 13-20.

13Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell`uomo?".

14Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti".

15Disse loro: "Voi chi dite che io sia?".

16Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".

17E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l`hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".
20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

PIETRO MANIFESTA UNA SAPIENZA CHE VIENE DALL'ALTO

Il Signore ci riunisce, ci parla, ci interpella


Ogni volta che il Signore ci riunisce attorno a lui per la santa liturgia è sempre un ritrovarsi in un luogo in disparte, come tante volte il Signore ha fatto con i suoi primi discepoli, come anche quel giorno a Cesarea di Filippo.

Ritrovarsi col Signore significa ascoltare quello che egli ci dice, ci chiede; e rispondere alle sue domande. La domanda che egli pone quel giorno ai suoi discepoli e che oggi pone nuovamente a noi è questa: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?", la gente intorno a voi, che pensa di me, che idea ha di me?

Per rispondere a questa domanda c'è bisogno di vivere guardandosi intorno, interessarsi a quello che succede intorno a noi, c'è bisogno anche di leggere il giornale, sentire le notizie di quello che accade nel mondo, a partire dalla nostra città fino ai tanti paesi, specie quelli che vivono momenti molto difficili.

Aprire gli occhi sul mondo che ci circonda


Questa domanda del Signore ci fa comprendere che non possiamo vivere solamente per noi stessi, con lo sguardo ripiegato, fermi a parlare sempre delle stesse cose. Egli vuole condurci a vivere col cuore aperto agli altri.

Le varie risposte che i discepoli danno, fanno comprendere quanto c'è bisogno di aiutare la gente a conoscere il Signore, a comprendere il suo amore per gli uomini; aiutarli ad avvicinarsi a lui, per vivere una vita più solidale, più vicini gli uni agli altri.

Ma come possiamo apprendere a vivere in questo modo, con questo interesse, come desidera il Signore?

La seconda domanda che Gesù pone ai discepoli - e che oggi è rivolta anche a noi - ci aiuta a trovare la risposta. Gesù chiede loro: "Voi chi dite che io sia?" - che sono io per te, per voi, oggi?

Da dove nasce l'interesse nuovo per tutti gli uomini?


Non si tratta di essere bravi nel rispondere, di dare la risposta esatta ed esauriente, da bravi scolaretti. La risposta nasce dal vivere mettendosi in ascolto di lui. Da lui apprendiamo a guardare con occhi nuovi, a conoscere, ad interessarsi, ad avere un cuore aperto agli altri.

Quando Pietro, precedendo gli altri discepoli, risponde: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente", vuol dire: "Signore, tu sei tutto per me. Tu mi insegni a vivere, tu mi hai tratto da una vita triste in cui io vivevo, facendo sempre le stesse cose, ripiegato su di me. Tu mi hai aperto gli occhi, tu mi insegni a voler bene, tu mi porti ad amare come solo tu sai fare".

E subito Gesù gli dice: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli".

La conoscenza del Signore, la nuova intelligenza, la sapienza che egli ci dà, viene dall'essere discepoli, cioè dal mettersi in ascolto suo, dall'essere sempre in ascolto del Signore.

Per questo c'è bisogno che ogni giorno ci fermiamo a meditare la Scrittura, a leggerla per conoscere i sentimenti del Signore e lasciare che entrino in noi. "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù" - ci esorta l'apostolo Paolo (Filippesi 2,5). Altrimenti finiamo col vivere come tutti, con tanti pregiudizi, preoccupati solo per noi stessi.

Proprio a partire da questo ascolto fedele nasce la comunità dei discepoli, la Chiesa. Gesù dice a Simon Pietro: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa". Pietro, il primo dei discepoli a rispondere, ci indica la strada per edificare la Chiesa, per vivere l'unione fraterna della casa del Signore ed essere testimoni di una vita diversa in mezzo agli altri.

Il potere che il Signore dà ai suoi discepoli


La comunità dei discepoli, radicata nell'ascolto fedele della Parola che ci è stata trasmessa dagli apostoli e dai loro successori, riceve dal Signore il potere di legare e di sciogliere. Viene resa capace, cioè, di unire gli uomini divisi, di avvicinare quelli che sono lontani, di vincere la solitudine di tante persone che il mondo non vede. E riceve dal Signore anche la capacità di sciogliere dall'oppressione, liberare dalla tristezza e dalla prigionia delle cose, che rende schiavi.

Il Signore ci conceda di vivere come discepoli in ascolto della sua Parola e ricevere la sapienza che viene dall'alto, che ci riveli i misteri dell'amore di Dio e ci rende paterni e solidali con gli uomini.