parrocchia
san Gennaro all'Olmo
Napoli
"Famiglia e giovani assieme per la missione"
Convegno del Primo decanato (3-4-5 febbraio 2004)

 

 

 

 

 

 

Nei giorni scorsi si è svolto nel Convento di San Lorenzo Maggiore a Napoli un Convegno decanale a cui hanno partecipato numerose persone delle dieci Parrocchie del Centro Antico che rientrano nel primo Decanato della Diocesi.

Durante i tre giorni del Convegno decanale si è discusso sul tema «Famiglia e giovani assieme per la missione»; si è parlato cioè delle diverse strade e dei diversi modi che si possono seguire per avvicinarsi al Vangelo e per far sì che si avvicinino al Vangelo le famiglie e i giovani.

Il primo importante risultato di questa iniziativa è stato dato dal folto numero di partecipanti (circa 250 persone); l’altro risultato di rilievo è che grazie al Convegno sono entrate in contatto tra loro le diverse realtà parrocchiali che sono attive nella stessa zona della città.

Le parrocchie del primo Decanato che sono tutte immerse nel tessuto sociale della Napoli antica, sempre sospesa tra innovazione e arretratezza, hanno quindi cominciato a cercare insieme indicazioni anche operative in vista di un cammino comune.

I lavori del Convegno sono stati aperti dalle relazioni di Vincenzo Santoro e di Mario Di Costanzo. I due relatori hanno sottolineato che è necessario considerare la nostra città come terra di missione, in cui si avverte l’esigenza di rendere più assiduo il contatto con il Vangelo visto che spesso la vita di tanti, che pure si professano cristiani, rischia di diventare povera spiritualmente.

Nella vita concreta della nostra città, segnata spesso da trascuratezza e da diffusa indifferenza, è importante che il cristiano, sia in famiglia, sia sul lavoro, sia nei suoi incontri quotidiani, porti la sua serena testimonianza di vicinanza al Vangelo attraverso uno spirito di gratuità e di servizio che si manifesti anche in esperienze concrete di avvicinamento al prossimo. Il cristiano infatti non dovrebbe rinchiudersi in sé, pensando solo al proprio benessere o badando esclusivamente alla propria pace interiore. La necessità di uscire da se stessi per andare incontro agli altri è stata più volte sottolineata nel corso del Convegno, durante il quale è stato ricordato che la vita delle parrocchie deve spingersi a cercare un vero contatto con il territorio, in uno spirito di intesa e di collaborazione tra le diverse comunità parrocchiali.

I gruppi di lavoro che si sono formati nel secondo giorno di Convegno hanno approfondito insieme una serie di spunti proposti, sotto forma di domande, come temi di riflessione. In primo luogo i gruppi sono stati chiamati a confrontarsi, attraverso il dialogo e lo scambio di esperienze, su quanto siano diffuse presso i singoli e presso le comunità parrocchiali la coscienza della Missione e la tensione missionaria.

Dalle relazioni di sintesi presentate nel terzo giorno è emerso con chiarezza che nell’ambito del Decanato si registrano non poche iniziative di carattere missionario che ad opera di sacerdoti, di religiose e religiosi, di laici (spesso giovani) avvicinano la vita delle comunità parrocchiali agli insegnamenti del Vangelo. D’altra parte, proprio rispondendo ad alcuni dei quesiti proposti, tutti i gruppi di lavoro hanno manifestato l’esigenza di indicazioni comuni che, favorendo una maggiore collaborazione, diano nuova linfa e stimolo al lavoro che già si compie nelle diverse realtà.

In particolare è molto sentito il bisogno di una formazione spirituale e umana fondata necessariamente sul Vangelo, che sostenga e favorisca diverse iniziative. Vale a dire che il primo requisito per entrare in contatto con gli altri è sentirsi ed essere vicini al Vangelo: per andare incontro agli altri, ai bisogni e alle attese degli altri cioè non occorre tanto una preparazione “professionale”, quanto un’effettiva disposizione all’ascolto.

Forse è importante non dimenticare che, nel nostro mondo consumista e nella nostra città spesso tanto difficile, per sentirsi missionari è in primo luogo importante porsi effettivamente in un atteggiamento di ascolto. La disposizione del cristiano all’ascolto può certamente favorire l’avvicinamento ai poveri, ai malati, alle persone che vivono nella solitudine e a tutti coloro che per motivi diversi si trovano in situazioni di sofferenza.

Questa disposizione all’ascolto può segnare l’azione di una Missione in cui tutti si sentano coinvolti; in questo spirito si può realizzare il tentativo di andare incontro alle famiglie e ai giovani del Decanato, avvicinandosi anche a coloro che per motivi diversi sono lontani dalla vita delle Parrocchie.

Come si diceva all’inizio, l’istanza più immediata emersa dal Convegno Decanale è quella di una maggiore conoscenza reciproca che può realizzarsi in modi diversi: da uno scambio continuo di informazioni a iniziative comuni, dai Centri del Vangelo a momenti di preghiera infrasettimanali, da esperienze di avvicinamento ai poveri a momenti di incontro che, organizzati su temi non immediatamente religiosi, siano anche occasioni di avvicinamento, di ascolto e di amicizia nei confronti dei cosiddetti lontani.

La missione dunque può realizzarsi anche mettendosi umilmente accanto agli altri con carità e pazienza. In tale educazione all’ascolto può appunto cogliersi uno dei modi di comunicare il Vangelo nel nostro tempo.

Nicola De Blasi