Il libro del Deuteronomio assume una posizione particolare all'interno dei primi libri della Bibbia. Infatti esso è da una parte la conclusione del Pentateuco, dall'altra è il primo di una serie di libri, che raccontano la storia di Israele dal suo ingresso nella terra promessa fino all'esilio, cioè fino alla perdita della terra.
Questi libri sono: Giosuè, Giudici, 1° e 2° libro di Samuele, 1° e 2° libro dei Re. Sono chiamati "opera storica deuteronomistaca", perché l'interpretazione teologica della storia data da questi autori si trova in sintesi nel libro del Deuteronomio.
Quest'opera fu scritta nel periodo esilico e postesilico, cioè a partire dalla distruzione di Gerusalemme e dalla conseguente deportazione a Babilonia di parte dei suoi abitanti.
Il libro del Deuteronomio si sviluppa in tre parti:
1) Capitoli 1-11: Primi discorsi di Mosè;
2) Capitoli 12,1 - 26,15: codice legislativo, detto codice deuteronomico (deuteronomio significa "seconda legge", dopo la prima contenuta negli altri libri del Pentateuco);
3) Altri discorsi di Mosè, seguiti da testi che precedono la morte di Mosè, con cui si conclude il libro.
Mosè si rivolge a Israele come se non fosse ancora entrato nella terra promessa per ricordare tutta l'opera di Dio e per invitare il popolo alla fedeltà all'alleanza e all'elezione, nell'ascolto e nell'amore di Dio sopra ogni cosa.