La seconda lettera ai Tessalonicesi
segue di poco la prima, scritta a distanza di pochi mesi,
nel 50 o 51 d. C.
Lo scritto dà un'idea dei
pericoli che minacciavano la prima cristianità. Dall'esterno
le persecuzioni continuavano a minacciare la sopravvivenza
della comunità; nell'interno alcuni profeti di sventure
annunziavano imminente il ritorno del Signore, mentre alcuni
oziosi - o per l'imminenza della venuta di Cristo o per
loro vecchie abitudini, rinunciavano a una seria occupazione,
gravando, per il loro mantenimento sulla vita della comunità.
Paolo invita a prendere sul serio
i doveri terreni, per esempio quello di guadagnarsi da vivere
e invita gli oziosi a ravvedersi.
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