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parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 29/08/10

22ª domenica del tempo Ordinario/C

   

Letture: Siracide 3, 17-18.20.28-29; Salmo 67; Ebrei 12, 18-19.22-24; Luca 14, 1.7-14.

 


"Quando offri un banchetto, ivita poveri, storpi, zoppi e ciechi"

Dl Vangelo di Luca capitolo 14 versetti 1 e da 7 a 14

1Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.

7Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto.

10Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.

11Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

12Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.

13Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

dal protagonismo egoistico a quello dell'amore

Ai miti Dio rivela i suoi segreti

“Figlio, compi le tue opere con mitezza; quanto più sei grande, tanto più fatti umile; ai miti Dio rivela i suoi segreti”.

Sono parole antiche che ci vengono dal libro del Siracide, parole che vanno contro corrente rispetto alla mentalità comune, non solo di ieri ma anche di oggi. Ma la Parola di Dio va sempre controcorrente rispetto alla logica del mondo.

E noi ci lasciamo raccogliere dal Signore che parla a noi come suoi figli,  che egli con pazienza vuole educare alla logica dell’amore. Dio non si fa conoscere dagli orgogliosi e dai superbi, ma da quelli che si avvicinano a Lui con umiltà, attenti ad ascoltare e a riflettere su quanto ci viene da Lui.

Il Signore purifica e rinnova il nostro cuore

Il Signore conosce intimamente quello che c’è nel cuore di ciascuno, ci guarda con tenerezza e ci invita a sgomberare il nostro intimo da quello che crea divisione, freddezze, giudizi.

Il Vangelo ci presenta Gesù a casa di un capo dei farisei, che lo ha invitato a pranzare con lui. Gesù si guarda intorno e vede gli invitati stanno ad osservarlo, perché sanno che egli non si adegua ai loro comportamenti e sono pronti a giudicarlo.

Anche Gesù li osserva mentre prendono posto a tavola. Ma egli non sta in mezzo a loro per giudicare - come avviene anche per noi – ma per aiutare ad uscire da una logica che divide, che provoca invidie, divisioni assieme a tante amarezze. Le sue parole, in chi le accoglie, creano comunione, portano alla pace e alla riconciliazione:
“Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto …”.

Il protagonismo non aiuta a vivere insieme

Gesù prende spunto da quello che vede in quel momento e usa una parabola che descrive bene quello che sta avvenendo. Il primo posto: quanto è facile ambire tutti al primo posto. E per questo ci si fa avanti, a volte facendo a spintoni, lasciando indietro i più deboli, quelli meno furbi.

E sappiamo bene quali sentimenti provocano questo puntare al primo posto: invidie, gelosie, rancori, risentimenti, parlar male di quelli che ci hanno scavalcato. Certamente non producono armonia, pace, solidarietà, aiuto vicendevole.

E la vita si fa dura e ci rende duri. Così vediamo società diventa più litigiosa, aggressiva. Quelli che restano indietro sono sempre i più deboli, che diventano emarginati, a volte suscitano reazioni violente, altre volte rendono rassegnati e tristi.

E l’apostolo Paolo che si è lasciato condurre fuori da questa logica, nella lettera ai Romani scrive (12,16):
“Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi”.

Non è un invito al ripiegamento su di sé, non impoverisce le nostre umanità, ma al contrario le arricchisce, perché ci apre ad un amore che rende solidali e attenti gli uni agli altri, aiuta a comporre fratture e a camminare in pace.

Fare spazio nella nostra vita a quelli che non trovano spazio

E dopo essersi rivolto agli invitati, Gesù parla anche a colui che l’aveva invitato:
“Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti”.

È l’invito a fare spazio a quelli che non trovano spazio, accoglienza, attenzione. Nella nostra società vediamo crescere il numero di quelli che finiscono ai margini o vengono tenuti ai margini: li incontriamo per strada, fuori alle chiese, o li vediamo trascinarsi grossi sacchi con le loro piccole cose da vendere; ma ci sono anche quelli che sono come invisibili perché restano chiusi nelle loro case o negli ospizi e non in grado di uscire e provvedere a se stessi, in attesa di qualcuno che faccia loro visita.

Mentre dai, tu ricevi molto di più

Sono quelli che – come dice il Vangelo – “non hanno da ricambiarti”. Eppure Gesù parla di una beatitudine – “sarai beato”-, di una gioia che viene dal farsi vicino a loro, dal compiere qualcosa per loro, fossero anche piccoli gesti o piccoli spazi del nostro tempo spesi per loro. Chi fa questa esperienza sperimenta quanto sono vere le parole del Signore. Mentre dai, tu ricevi. E ricevi molto più di quanto hai dato.

Questo lo viviamo nell’incontro con i poveri, ma prima e più ancora nell’incontro col Signore: una nostra piccola risposta, ancora parziale, incerta, fa piovere su di noi l’abbondanza di doni del Signore, sempre gratuiti e sempre tanto sproporzionati a quel poco che abbiamo dato.

Entriamo in questa logica del Signore, che non è quella del “do ut des” – io ti do perché anche tu mi devi dare – non è la logica del mercato, ma quella dell’amore gratuito che libera e moltiplica energie di amore.

Intenzioni di preghiera

  • Dio Padre, che hai promesso ai piccoli e ai poveri un posto nel tuo Regno, ascolta la preghiera di questi tuoi figli che con umiltà a te si rivolgono: accresci la nostra attenzione verso i fratelli più deboli e bisognosi che vivono accanto a noi e che ci mostrano che c’è più gioia nel dare che nel ricevere.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Santa Chiesa, perché nel mondo sia segno della tenerezza tua per i tuoi figli, particolarmente per quelli più poveri e sofferenti.
  • O Signore, noi ti preghiamo per l’Africa e per tutti i malati di quel continente, in particolare per i malati di Aids, perché tanti che ancora oggi sembrano condannati, possano ricevere cure e ritrovare la speranza.
  • O Signore, accogli le invocazioni che ti presentiamo, in particolare nella tua misericordia senza confini ascolta la preghiera di chi è malato, solo, anziano e si affida a te e alla speranza della tua guarigione e della tua consolazione.
  • Ti preghiamo, o Signore, per chi è condannato a morte, perché la sua angoscia sia consolata dal tuo amore e perché il mondo impari a rispettare il valore della vita.