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La Parola e la vita - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 29/09/24

Domenica 26ª del Tempo Ordinario
 
 

Letture: Numeri 11,25-29; Salmo 18; Giacomo 5,1-6; Marco 9,38-48.

Festa dei santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele.
La Chiesa etiopica, una delle prime dell’Africa, venera san Michele come suo protettore.

Dal Vangelo di Marco capitolo 9, versetti da 38 a 48

38Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 39Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40chi non è contro di noi è per noi.

41Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

42Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 43Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. [44]

45E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geenna. [46] 47E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, 48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.


IMPARARE A RICONOSCERE ED ACCOGLIERE IL BENE FATTO DA ALTRI


Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi non è contro di noi è per noi»»

«Chi non è contro di noi è per noi»

Il giovane Giosuè che pensando di far bene chiede a Mosè di fermare due che non erano stati con loro alla assemblea; come pure il giovane Giovanni che dice a Gesù di aver fermato una persona che non apparteneva al loro gruppo e faceva del bene: ambedue le scene descrivono atteggiamenti molto comuni anche nel nostro tempo. E nella storia troviamo molto spesso questi atteggiamenti di contrapposizione fra un gruppo e un altro, fra una etnia e un’altra, fra una religione e l’altra, fra i cattolici e gli evangelici o con gli ortodossi.

La risposta di Mosè al giovane Giosuè e quella di Gesù al giovane Giovanni ci fanno toccare con mano che una strada nuova è stata intrapresa da molto tempo. Il cammino comune delle chiese cristiane, l’incontro e il dialogo con le altre tradizioni religiose e anche con quelli che non seguono alcuna religione segnano una svolta che ha già cominciato a portare frutti di riconciliazione, di collaborazione vicendevole, di comprensione gli uni degli altri.

Essere fermento di una umanità nuova

Il dialogo fra le chiese cristiane iniziato più di un secolo fa è stato molto faticoso e lento all’inizio, ma ci sono state sorprese inaspettate. L’iniziativa di papa Giovanni Paolo II che nel 1986 chiamò ad Assisi esponenti di tutte le confessioni religiose, dopo resistenze iniziali, si è affermata, ha fatto spazio ad amicizie e dialoghi, a rispetto e stima, a iniziative comuni che rendono più facile e possibile il camminare insieme.

Le pagine bibliche della liturgia di oggi ci chiamano personalmente ad uscire da posizioni settarie ed esclusive e aprirsi sempre di più ad un atteggiamento aperto e inclusivo. Nel mondo di oggi si trovano tanti uomini e donne che fanno il bene e vivono per un’umanità più degna, più giusta e più libera: dobbiamo sentirli amici e alleati, non avversari. Noi siamo chiamati ad essere fermento di una umanità nuova, per questo non dobbiamo essere gelosi, ma imparare ad apprezzare tutti il bene che viene promosso in tanti ambiti, anche lontani dalla fede.

Il pluralismo della nostra epoca

Il regno di Dio cresce non solo tra i cristiani ma tra tutti gli uomini e donne di buona volontà che fanno crescere la fraternità nel mondo. E noi accogliamo con gioia questa corrente di salvezza che si apre una via nuova nella storia degli uomini. C’è gioia per il recente incontro di Parigi con esponenti provenienti da tante parti del mondo, per cercare insieme, per immaginare e cercare vie di pace dialogando con le diverse tradizioni religiose e umane. Le tante guerre in atto – in Ucraina, nella Terra Santa e in tanti altri luoghi – le tante violenze nella vita quotidiana, nelle città, nei quartieri e nelle famiglie – ci spingono a continuare nella ricerca della pace con amicizia, simpatia e benevolenza verso tutti.

Uno dei fatti più importanti della nostra epoca è il pluralismo: entrare in contatto con altre culture, religioni o ideologie molto diverse dalle nostre, differenti stili di vita, valori, credenze, posizioni religiose e morali che si mescolano sempre più. Lo Spirito che guidava Gesù nel suo cammino guidi anche noi imparando a dialogare con tutti cercando ciò che unisce.

La libertà dello Spirito che soffia dove vuole e come vuole

Rivolto ai discepoli Gesù impiega immagini estremamente dure perché ognuno estirpi dalla vita ciò che allontana, divide dagli altri. «Se la tua mano, se il tuo piede, se il tuo occhio … è motivo di scandalo …». Gesù impiega le sue mani per benedire, guarire e toccare gli esclusi. È male usarle per ferire, colpire, sottomettere o umiliare. Anche i piedi possono fare del male se ci portano per vie contrarie alla donazione di sé e al servizio. Gesù cammina per stare più vicino ai bisognosi e per cercare quelli che sono perduti. Gli occhi rappresentano i desideri, le aspirazioni delle persone. Guardare le persone con l’amore e la tenerezza con cui le guardava Gesù.

Queste parole del Vangelo ci aprano alla vita dello Spirito, ci facciano entrare sempre più in questa libertà dello Spirito che soffia dove vuole e come vuole, che ci apre a nuovi spazi dei quali non abbiamo ancora scandagliato tutte le ricchezze e possibilità.

Intenzioni di preghiera

1) Grati per l’incontro di preghiera per la Pace di Parigi, nel quale abbiamo immaginato vie di pace dove oggi c’è guerra e distruzione, chiediamo al Signore di aiutarci a perseverare nella ricerca della pace con amicizia, simpatia e benevolenza verso tutti. Perché tanti si mettano al servizio della pace.

2) Ti preghiamo Signore per il nostro vescovo Papa Francesco e per la Chiesa tutta, perché accolga e valorizzi i doni effusi in lei dallo Spirito e sappia dialogare con tutti cercando ciò che unisce. Per il nostro vescovo Domenico.

3) Perché in tanti in questo tempo accolgano il comandamento dell’amore, vera forza che vince il male: salvezza per chi ama e per chi è amato. Che il Signore doni ai giovani, come a chi è più grande o anziano energie d’amore, di saggezza e di generosità.

4) Perché il Signore, che ascolta il grido dei poveri, di chi subisce ingiustizia, sopraffazione e violenza, asciughi le lacrime dei soli, degli ammalati, dei prigionieri, dei condannati a morte, delle moltitudini di profughi.

5) Per il futuro del mondo, perché siano colmati gli abissi che dividono i popoli e perché l’umanità ritrovi le vie della riconciliazione soprattutto negli scenari di guerra: in Terra Santa, in Ucraina, in Sudan e ovunque si combatte.