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La Parola e la vita - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 7/07/24

Domenica 14ª del Tempo Ordinario
 
 

Letture: Ezechiele 2,2-5; Salmo 122; 2Corinzi 12,7-10; Marco 6,1-6.

Ricordo di Athenagoras (†1972), patriarca di Costantinopoli, padre del dialogo ecumenico.

dal Vangelo di Marco 6, 1-6

1 Gesù partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?

3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.

4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando.


LA FEDE IN DIO SPOSTA LE MONTAGNE


«Da dove gli vengono queste cose?
E che sapienza è quella che gli è stata data?».

Gesù torna a Nazaret da dove aveva iniziato il suo viaggio

Gesù, dopo un lungo giro nel nord del paese, la Galilea, predicando nelle sinagoghe, e anche nel territorio pagano della Decapoli, torna al punto di partenza, Nazaret, da dove era partito. E va a incontrare quelli che erano venuti a cercarlo per riportarlo a casa: «i suoi uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “è fuori di sé”» (Mc 3,21).

Nazaret era un piccolo villaggio dove tutti si conoscevano. I suoi parenti erano tutti lì. Conoscevano bene Gesù, il lavoro che aveva svolto per tanti anni; al sabato si mette a insegnare nella sinagoga. Le sue parole lasciano tutti stupiti: «da dove gli vengono queste cose?». Non ha frequentato nessuna scuola rabbinica, è stato sempre un semplice operaio. E queste persone che lo accompagnano? Persone di modeste condizioni, uno di loro poi, Matteo, proveniva dall’odiata classe dei pubblicani.

Le scelte di Dio, tanto diverse dalla mentalità comune

Sono i ragionamenti che essi fanno, parlano secondo la mentalità comune. Ma non sono questi i pensieri di Dio. Le scelte di Dio scandalizzano: Gesù, figlio di Dio che nasce povero, diventa simile a noi; sceglie i suoi discepoli fra quelli che il mondo non considera, saranno loro a fare cose grandi. Le parole che Paolo rivolge alla comunità di Corinto fanno pensare anche a noi, chiamati a camminare con Gesù: «considerate la vostra chiamata: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili … Dio ha scelto quello che è debole, quello che è disprezzato, quello che è nulla, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio» (1Cor 1,26-29).

C’è sempre da riflettere sulla chiamata ricevuta, sulla gratuità dell’amore di Dio, sulle vie che egli apre dinanzi a noi, sulle sorprese che vengono da lui. Dobbiamo essere sempre pronti ad aprirci a quanto il Signore ci chiama a vivere, a comprendere il dono che è stato fatto alla nostra vita e come farlo fruttificare.

Una sapienza e una forza che viene da Dio

La gente di Nazaret è stupita ma non si fa coinvolgere: «da dove gli vengono queste cose? Che sapienza è questa che gli è stata data? Non è costui il falegname, il figlio di Maria?». Anche loro hanno avuto la possibilità di uscire da un modo scontato di vivere il rapporto con Dio. Da Dove viene la sua sapienza se non dallo Spirito Santo? Più curiamo il nostro rapporto col Signore e più cresce il legame con lui, con i fratelli, con i più piccoli. Il suo Spirito trasmette la forza che viene da Dio, che fa compiere le sue opere.

Oggi per molti Gesù è ancora il grande sconosciuto. Come siamo stati noi accompagnati con pazienza ad aprirci a questa vita con Lui, a costruire rapporti con tanti che prima ci erano estranei, ora tanti aspettano di conoscerlo. Tanti sono interiormente deboli, cominciano ad ammalarsi per mancanza di amore. A Nazaret Gesù non poté guarire molti perché non trovò accoglienza. Nella vita umile e nascosta di Gesù a Nazaret c’era tanto da scoprire. Ma la reazione della sua gente ci dice quanto questo possa essere difficile.

Tutto è possibile a chi ha fede

Mentre ascoltano Gesù che parla nella sinagoga, relativizzano le sue parole pensando ai suoi familiari: «non è il figlio di Maria, fratello di Giacomo, Gioses … e le sue sorelle?». Con questi punti di comparazione Gesù viene riportato all’interno dell’orizzonte noto e banale. È la tentazione che anche oggi è facilmente presente in ogni ambiente chiuso e ripiegato su se stesso. E Gesù, con dispiacere commenta: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua» (v.4). Parole che ci rendono attenti a quanto il Signore ci fa vivere.

Gesù «non poté compiere alcun miracolo a causa della loro incredulità» (v.5). Il suo potere è legato alla fede. A Giairo a cui era giunta la notizia che la figlia era morta, Gesù gli dice: «Non temere, soltanto abbi fede!». A Nazaret non può operare perché non c’è fede. «Se avrete fede pari a un granello di senape – dice Gesù – nulla vi sarà impossibile» (Mt 17,20).

Intenzioni di preghiera

1) Perché, guidati dalla Parola, sappiamo essere discepoli che guardano oltre se stessi e il proprio piccolo mondo, per riconoscere la profezia e rispondere alle attese di speranza e futuro che si alzano da tanti angoli della terra.

2) Per la Chiesa di Dio, perché anche nelle difficoltà sappia manifestare la bellezza della vita spesa a servizio del Vangelo. Per Papa Francesco e per il nostro vescovo Domenico.

3) Perché ogni generazione sia rinnovata dalla Parola di Dio. Per i più anziani, perché non smettano di sognare cedendo al pessimismo e alla rassegnazione; per i più giovani perché vivano con entusiasmo e passione la forza del Vangelo.

4) Per tutti i cristiani che nelle difficoltà, nel pericolo, a rischio della propria vita, percorrono le vie del mondo per comunicare il Vangelo. Per la protezione della loro vita. Perché non manchino in questo tempo difficile profeti di speranza e di pace.

5) Per tutti i popoli che soffrono, per quelli che sono sprofondati in un mondo senz’amore, nella violenza e nella guerra. Per l’Ucraina, per Gaza, per Israele, per il Sudan, per il Nord del Mozambico e per tutti i paesi che non hanno pace. Per noi, perché non smettiamo di cercare la pace e di vivere l’amore vicendevole che la anticipa.