parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione dell'11 giugno 2023

Festa del Corpus Domini /A
 
 

Letture: Deuteronomio 8, 2-3.14-16; Salmo 147; 1 Corinzi 10, 16-17; Giovanni 6, 51-58.

Festa del Corpo e Sangue di Cristo - Festa dell’apostolo Barnaba, compagno di Paolo ad Antiochia e nel primo viaggio apostolico.

Dal Vangelo di Giovanni 6, 51-58

Gesù disse alla folla: 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». 52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».

53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.

57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».


L’EUCARISTIA CIBO CHE NUTRE E DÀ FORZA


Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo disceso dal cielo».

 

Ogni domenica è la festa del “Corpus Domini”

La festa del Corpus Domini ci fa riflettere su quanto viviamo ogni domenica, il giorno del Signore e di noi riuniti attorno a Lui. L’immagine del Vangelo proclamato dal pulpito e la processione per andare verso l’altare per la comunione in tanti, sono immagini che plasticamente ci aiutano a riflettere sull’amore del Signore che non si stanca di illuminarci e guidarci con la sua parola, che non si stanca di nutrirci con la forza che egli ci comunica con la comunione al suo corpo.

È una immagine familiare che non vogliamo vivere in maniera abitudinaria e scontata. C’è la dimensione spirituale dell’incontro con lui e la dimensione del suo popolo che si riunisce. E quando questo rapporto ci spinge ad incontrare coloro che sono fuori, che vivono per strada, vediamo che la dimensione ecclesiale diventa inclusiva; è l’immagine di tanti momenti conviviali, del pasto comune consumato tante volte nello stesso luogo dove Gesù ci riunisce, ci parla e ci nutre nel suo giorno.

Gesù si fa nostro cibo che ci nutre e dà forza

Dalla familiarità con Gesù che si fa nostro cibo, nostro nutrimento, nasce la ricerca di quelli che rimangono fuori, sono dimenticati, aspettano di essere nutriti anche loro con questo cibo che unisce, che fa sedere tutti alla stessa mensa. Gesù ha dato la sua vita per tutti e tutti sono invitati a sedere alla sua mensa.

Gesù si è fatto carne, si è fatto pane da mangiare, da assimilare; e lui ci conduce a coloro che sono corpo di Cristo, ma dei quali nessuno si preoccupa. Lui ha dato la vita per tutti e ci conduce a spenderci perché la sua vita giunga a quelli che soffrono e non conoscono la vita vera che è fatta di amicizia, di cura, che fa crescere in umanità.

Un cibo che ci fa mettere in cammino verso terre nuove

“Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”; “prendete e bevete, questo è il mio sangue versato per voi”. Gesù si fa nostro nutrimento perché ci facciamo simili a Lui nei pensieri e nei comportamenti, negli affetti, nei rapporti cercati. Gesù che si fa nostro cibo ci comunica una forza interiore che ci fa mettere in cammino con un’attenzione affettuosa verso gli altri. Dinanzi alle divisioni, a tante persone abbandonate a loro stessi, ci sentiamo spinti dalla misericordia che il rapporto col Signore ci comunica.

Non siamo passivi né rassegnati, ma impariamo a lavorare per cambiare la vita delle nostre città. Dinanzi alle guerre, a quella che continua in Ucraina, non ci rassegniamo ma cerchiamo vie di dialogo, di ascolto attento delle ragioni di una parte e dell’altra. Non è qualcosa di facile, ma ci lasciamo illuminare dal Signore, cerchiamo risposte nella preghiera.

Una Chiesa che rinasce dall’Eucaristia, fonte di vita

Questo nutrimento comune che il Signore ha preparato per tutti, ci avvicina gli uni agli altri; è un cibo che ci affratella, che ci trasforma in un solo corpo, composto di tante membra, bisognosi gli uni degli altri; ci comunica l’unico Spirito che ci fa riconoscere fratelli, figli dell’unico Padre nostro, che è nei cieli. Dall’Eucaristia sgorga il desiderio di unione, di pace, di mettersi in cammino alla maniera di come Gesù percorreva le strade della Palestina, scoprendo l’importanza delle sue soste accanto ai sofferenti, ai disprezzati e dimenticati.

Una Chiesa che rinasce dall’Eucaristia è quella di cui ha bisogno il mondo, una Chiesa che attrae, che accoglie, che cerca coloro che sono ai margini. Tanti luoghi delle nostre città sono come quei luoghi di serpenti velenosi di cui parla il Deuteronomio, terre assetate bisognose dell’acqua pura dell’amicizia che riceviamo dal Signore e che vogliamo giunga a tanti.

Intenzioni di preghiera

1. Perché dall’Eucarestia scaturisca il dono della unità e della pace e perché Gesù, che si è fatto cibo per tutti, apra il nostro cuore alla sua misericordia senza confini.

2. Perché il Signore protegga il nostro vescovo Papa Francesco e gli doni una pronta guarigione. Per la Chiesa perché, fortificata dal pane della vita, cammini per le strade del mondo, annunziando con le parole e con le opere il Vangelo del Regno di Dio. Per il vescovo Domenico.

3. Per noi che spezziamo insieme il pane della vita e ci nutriamo al calice della salvezza, perché impariamo a condividere con generosità il pane terreno soccorrendo i poveri, gli affamati, gli assetati, coloro che sono nel dolore e nel pianto.

4. Per la pace in Ucraina, per la missione del Cardinale Matteo Zuppi, perché nulla rimanga intentato per affrettare la fine dei combattimenti e alleviare le sofferenze della popolazione. Perché la nostra invocazione sia incessante e audace.

5. Per coloro che soffrono nel corpo, che sono malati: perché siano liberati dal dolore e trovino conforto, compagnia e salvezza. Per la consolazione dei più anziani, soprattutto quelli soli ed abbandonati.