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«La Parola e la vita»
Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 19 novembre 2023

33ª Domenica Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: Proverbi 31,10-13.19-20.30-31; Salmo 127; 1Tessalonicesis 5,1-6; Matteo 25,14-30.

Giornata mondiale dei poveri. Un appuntamento voluto da papa Francesco, per scoprire ogni volta di più il contenuto centrale del Vangelo. Nella domenica che precede la festa di Gesù Cristo re dell'universo riceviamo nuovamente da Lui il dono e l'impegno di servire i poveri

Dal Vangelo di Matteo capitolo 25, versetti da 14 a 30

Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

14Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito 16colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. 17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.

19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: «Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque». 21«Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone». 22Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: «Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due». 23«Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone».

24Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: «Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. 25Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo». 26Il padrone gli rispose: «Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. 28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. 30E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti».


RISVEGLIARE LA RESPONSABILITÀ


«Servo malvagio e pigro, avresti dovuto affidare il mio denaro
ai banchieri e così, ritornando,
avrei ritirato il mio con l'interesse»

 

Il comportamento di chi pensa solo alla sua sicurezza

In questa domenica nella quale tutta la Chiesa ovunque diffusa celebra la giornata dei poveri, il vangelo di oggi ci aiuta a riflettere attraverso un’altra parabola raccontata da Gesù, quella dei suoi beni che un re affida ai suoi servi. Ed esemplifica dicendo che «a uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno». Ma mentre i primi due si mettono subito all’opera e al ritorno del signore gli presentano i risultati – hanno raddoppiato i talenti ricevuti – al terzo l’unica cosa che gli viene in mente è quella di nascondere sotto terra il talento ricevuto; egli ha pensato solo alla sua sicurezza.

Nel messaggio di papa Francesco per questa giornata sottolinea che «un fiume di povertà attraversa le nostre città e diventa sempre più grande fino a straripare … il grido dei fratelli e delle sorelle che chiedono aiuto, sostegno e solidarietà si alza sempre più forte». Tutti i quattro vangeli ci parlano di Gesù che cammina per le strade, e vede e sente questa realtà. E si ferma, interviene, consola, cura, guarisce.

Il Signore ci chiama ad essere creativi

E il Vangelo mette nelle nostre mani questi talenti perché impariamo dal Signore a compiere i suoi stessi gesti, a impiegare questi talenti come fecero i primi due della parabola. La risposta a questi doni che ci sono affidati è la creatività: pensiamo a come si sono industriati i primi due della parabola per far fruttificare i doni ricevuti. Possiamo parlare di freschezza del Vangelo che ci fa essere seminatori nella nostra società, spinti dall’amore che è stato riversato nei nostri cuori.

Il Vangelo ci chiama a vivere in modo creativo, ad essere credenti audaci che operano perché tutti abbiano una vita più dignitosa, umana. Il momento storico che viviamo – scrive papa Francesco - «non favorisce l’attenzione verso i più poveri, il volume dei richiamo al benessere si alza sempre più, mentre si mette il silenziatore alle voci di chi vive nella povertà».

Ascoltare il grido dei poveri

Per i discepoli di Gesù questo è un tempo in cui confidare nello Spirito e rispondere in modo audace alle sfide del nostro tempo. Il terzo servo della parabola pensa di star rispondendo fedelmente a Dio con il suo atteggiamento conservatore, al riparo da ogni rischio. La vera fedeltà a Dio si vive con la vitalità e la disponibilità di chi cerca oggi di ascoltare le sue chiamate e inventa modi nuovi per rispondere al grido dei poveri.

All’inizio del suo pontificato papa Francesco, scrivendo ai vescovi argentini riuniti in assemblea dice: «Quando la chiesa diventa chiusa, si ammala. Pensate ad una stanza chiusa per un anno, una chiesa chiusa è ammalata, la chiesa deve uscire verso le periferie esistenziali, qualsiasi esse siano. Preferisco mille volte una Chiesa incidentata, piuttosto che chiusa e malata …Gesù ci dice andate, predicate, date testimonianza del Vangelo» (20/04/2013).

L’amicizia con i poveri ci aiuta a capire la vita

Gesù andava per città e villaggi predicando e curando; il sabato lo troviamo nelle sinagoghe dove spiega le scritture e parla del regno di Dio. Ma anche in sinagoga non distoglie lo sguardo dalle persone e vede la donna curva, vede l’uomo con la mano paralizzata che non può più lavorare. E interviene e guarisce, provocando la collera degli scribi e dei farisei e la reazione del capo della sinagoga (Lc 6, 6 e13,14).

Alla liturgia festiva di oggi ci saranno anche i nostri amici conosciuti per strada o che vivono in situazione di difficoltà, con i quali condividere il pranzo domenicale. Se intorno all’altare siamo consapevoli di essere tutti fratelli e sorelle, questa fraternità diventa visibile condividendo il pasto festivo. L’amicizia con i poveri è un dono per noi e ci aiuta a capire la vita.

Intenzioni di preghiera

1) Perché facciamo fruttificare i doni che il Signore ci fa, soprattutto ascoltando il grido dei poveri, facendo sentire loro il calore dell’amicizia che spezza il cerchio di ogni solitudine.

2) Per i giovani, perché non sprechino la loro vita nella paura e nel disimpegno, perché siano consapevoli dei loro talenti e sappiano metterli a frutto per il bene comune.

3) Per il nostro vescovo, Papa Francesco che ci ha chiamati a vivere la Giornata Mondiale dei poveri. Perché amiamo questi nostri fratelli con i fatti e non a parole, facendo nostra la cultura dell’incontro. Con gioia preghiamo per il nostro fratello Don Giorgio Ferretti, nominato vescovo della Diocesi di Foggia – Bovino, perché il Signore lo sostenga nella nuova missione che gli è affidata.

4) Per i poveri che incontriamo, perché il Signore protegga la loro vita. Per l’amicizia che ci lega e che ci permette di comprendere il Vangelo nella sua verità più profonda e di incontrare il Signore nella loro umanità ferita.

5) Perché si torni presto a parlare di pace e tacciano le armi in Terra Santa, in Ucraina, in Sudan e ovunque si combatte. Per il soccorso dei profughi, la liberazione dei sequestrati, per le vittime di ogni violenza.