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«La Parola e la vita»
Napoli

2
la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 15 ottobre 2023

28ª Domenica Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: Isaia 25, 6-10; Salmo 22; Filippesi 4, 12-14.19-20; Matteo 22, 1-14.

 

Dal Vangelo di Matteo 22, 13-14

1Gesù riprese a parlare con parabole ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:

2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.

4Mandò di nuovo altri servi con quest'ordine: «Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!». 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.

8Poi disse ai suoi servi: «La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze». 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.

11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale. 12Gli disse: «Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?». Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: «Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti».


TUTTI SIAMO INVITATI AL BANCHETTO DI DIO


«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio».

 

Gesù sedeva a tavola con tutti

Gesù paragona il regno dei cieli a una festa, a un banchetto in cui Dio vuole vedere tutti seduti intorno alla stessa tavola e godere di una vita piena. È una delle immagini più amate da Gesù. E non si accontenta di dirlo solo a parole. Egli si sedeva a tavola con tutti, mangiava anche con i peccatori e le persone escluse, voleva che tutti potessero vedere qualcosa che facesse conoscere i desideri di Dio.

Per questo Gesù parlava a tutti, possiamo dire che tutta la sua vita è un grande invito a tutti. Ma lui non imponeva nulla, non faceva pressione su nessuno, annunciava la buona notizia di Dio, faceva nascere la fiducia nel Padre, toglieva la paura, accendeva la gioia e il desiderio di Dio. Ma Gesù è realista, sa che l’invito può anche essere rifiutato.

Dal vangelo nasce un nuovo modo di guardare agli altri

Infatti nella parabola troviamo diverse reazioni: alcuni rifiutano l’invito in modo cosciente, altri rispondono con indifferenza perché sono più interessati ai loro campi e ai loro affari. C’è anche chi reagisce in modo ostile contro i servi. Non sono pochi, oggi quelli che rispondono di sé, solo a se stessi; vivono un’esistenza solitaria, chiusi in un monologo con se stessi. C’è il rischio di vivere sempre più sordi a ogni chiamata che può trasformare la nostra vita.

Per noi il Signore ha creato uno spazio dove possiamo ascoltare in modo semplice, gioioso l’invito che Gesù ci fa attraverso il Vangelo. Da questo ascolto nasce un nuovo modo di guardare agli altri, di andare loro incontro, mettersi in ascolto e incontrare le persone con i sentimenti di Gesù. Infatti l’apostolo Paolo esorta i discepoli della comunità della città di Filippi: «abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù … Dio suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno di amore» (Fil 2,5.13).

Dio continua a invitare, nonostante i rifiuti

È questo legame interiore, profondo, che nasce dal meditare e accogliere il Vangelo, che conduce alla fraternità e alla pace. Noi abbiamo ricevuto questo invito e vogliamo accoglierlo per partecipare a questo banchetto della vita e della pace. Dobbiamo sempre essere attenti a non far prevalere i nostri interessi personali ad ogni costo. Sappiamo che nella nostra Europa e anche nella nostra città la società scivola verso una crescente indifferenza, la religione è in crisi.

Ma Dio non è in crisi, anche oggi egli non smette di invitare, di parlare al cuore di ogni uomo e ogni donna. E trova le sue vie per entrare in contatto con ogni essere umano. La parabola ci dice che Dio non esclude nessuno, il suo desiderio è che la sala spaziosa del banchetto si riempia di invitati. E anche oggi l’invito di Dio non si ferma e chiama anche noi a fare gli inviti, a chiamare tanti alla festa della fraternità e dell’amore.

Aderiamo all’invito del Signore che ci coinvolge

Il grido di quanti soffrono per la guerra, di tanti paesi prigionieri della violenza, il bisogno di invocare la pace fra israeliani e palestinesi, le divisioni nelle famiglie, nei quartieri delle nostre città, ci fanno comprendere meglio perché bisogna continuare a invitare, andare «ai crocicchi delle strade» e chiamare, invitare. C’è una urgenza perché l’invito del Signore è invito a cercare la libertà e la pienezza della vita.

Ma c’è un’adesione da dare all’invito: è la veste bianca, la veste nuziale da indossare. In Oriente l’ospite, chiunque fosse, era accolto con ogni onore: veniva lavato e vestito prima di essere introdotto nella sala per il pranzo. La veste nuziale, perciò, è l’amore di Dio che viene riversato su di noi, che ci purifica e ci rinnova; è la fede, è meditare e vivere la parola del Signore.

Il pranzo di Natale assieme ai nostri amici poveri, le feste che viviamo assieme agli anziani, assieme ai bambini della scuola della pace, l’accoglienza dei migranti che arrivano da noi: sono tutte immagini della parabola del Vangelo che diventa realtà, vita vissuta, in pace e con gioia.

Intenzioni di preghiera

1) Perché il Signore che dona i suoi beni a tutti i popoli e prepara una festa da cui nessuno è escluso, ci aiuti a sognare un mondo senza divisioni, senza nemici, senza odi razziali, senza terrore.

2) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per la vita della Chiesa: perché in tanti si facciano messaggeri del Vangelo che chiama tutti a ritrovarsi come fratelli al banchetto della vita e della pace.

3) Perché la nostra modestia e la nostra indegnità siano sempre rivestite dalla misericordia del Signore e perché custodiamo con gratitudine il dono prezioso dell’amicizia di Dio nella nostra vita.

4) Per tutti coloro che in questo tempo, giovani o più anziani, accolgono l’invito al banchetto, si presentano con l’abito della gioia, dello stupore, del desiderio di incontrare il Vangelo. Perché tutti possano gustare la gioia della festa.

5)) Facendo nostro il grido di quanti soffrono a causa della guerra, domandiamo pace per gli israeliani e per i palestinesi, per l’Ucraina, per il Sud Sudan, per i tanti paesi ancora stretti nella morsa della violenza. Ricordiamo le vittime, chiediamo la liberazione di quanti sono stati sequestrati; per i profughi in cerca di salvezza.