parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 23 luglio 2023

16ª Domenica Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: Sapienza 12,13.16-19; Salmo 85; Romani 8,26-27; Matteo 13,24-43.

Memoria dei santi Antonio (†1073) e Teodosio (†1074) fondatori della lavra delle grotte, il grande monastero di Kiev, e padri del monachesimo degli slavi orientali. Ricordo dei cristiani in Ucraina. Giornata mondiale dei nonni e degli anziani.

Dal Vangelo di Matteo 13, 24-43

24Gesù espose una parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: «Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?». 28Ed egli rispose loro: «Un nemico ha fatto questo!». E i servi gli dissero: «Vuoi che andiamo a raccoglierla?». 29«No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio»».

31Espose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. 32Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».

33Disse loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

34Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

36Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 37Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. 38Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità 42e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!


AVVICINARCI GLI UNI AGLI ALTRI, COME HA FATTO GESÙ


Mentre tutti dormivano, venne il suo nemico,
seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò.
Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.

 

Creare spazi di incontro, non di divisione

Quanti conflitti ci sono nel mondo, per tante persone il conflitto è un modo di essere: per affermarsi sugli altri, per vincere. La guerra è diventata un modo di pensare, una cultura: mi devo difendere da quelli che possono occupare i miei spazi, che possono approfittare delle mie debolezze; ma in questo modo, senza accorgercene, ci allontaniamo gli uni dagli altri, creiamo un deserto, una vita con pochi rapporti, quelli funzionali alla mia affermazione.

Ma Gesù è venuto per avvicinarci gli uni agli altri, per fare degli uomini una grande famiglia, creare e moltiplicare l’amicizia, creare spazi si solidarietà, sanare le tante divisioni che non danno gioia, pace; creare tante famiglie, tante case, tanti luoghi dove si vive in fraternità. Questo è il progetto di Dio sin dall’inizio della storia degli uomini. Ma come è possibile tutto questo?

Farci attenti a ciò che è piccolo, ordinario, quotidiano

Attraverso la sua parola Gesù ci manifesta come Dio agisce nel mondo e salva questo mondo. Dio non si trova nel potere o nella superiorità, dobbiamo farci attenti a ciò che è piccolo, ordinario, quotidiano. Il regno dei cieli – dice Gesù – è simile a un granello di senape, il più piccolo di tutti i semi, piccolo quanto la testa di uno spillo; oppure è simile al lievito che fermenta la farina.

Forse Gesù si richiama a una scena vista da piccolo nel cortile di casa, quando al mattino, alla vigilia del sabato, sua madre con le altre donne si levavano presto per lavorare il pane per tutta la settimana. Al regno di Dio avviene come per il “lievito” che una donna nasconde nella massa di farina perché tutto fermenti. Così agisce Dio. Dio non si impone, ma trasforma; non domina, ma attrae. E così siamo chiamati ad agire noi.

Il mondo, un campo di semine opposte

Dio vuole trasformare la vita dal di dentro, in maniera silenziosa e nascosta. Bisogna essere umili per lasciarci trasformare da Gesù e poter essere fermento di un mondo più umano. Ma il mondo è un campo di semine opposte e il regno di Dio cresce nella complessità di questa società tanto ambigua e complessa: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò» (Mt 13, 24-25). Il regno di Dio è un fermento di umanità che cresce dove si amano le persone.

C’è la tentazione di separare il grano dalla zizzania, essere precipitosi. «No – racconta Gesù nella parabola – lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura». E la Sapienza ci spiega il perché: «poiché il tuo spirito è in tutte le cose. Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore» (Sap.12,1-2).

Su questo comportamento si fonda la cultura della pace: ci vuole pazienza, dialogo, trattative, attesa. Il Signore che è tanto paziente con noi, che ci dà fiducia, ci invita a dare fiducia a nostra volta. Il regno di Dio è quel seme più piccolo che cresce: tanti piccoli gesti di amicizia, tanta attenzione, tante piccole cure sono come l’acqua del contadino che permette al seme di crescere e diventare un riparo per tanti.

Il progetto di Dio mette in collegamento le generazioni

Maria di Nazaret, poco più che una ragazza, va a trovare l’anziana Elisabetta bisognosa di aiuto, di vicinanza. Tanti piccoli gesti di Maria hanno rallegrato il cuore di Elisabetta e anche quello di Maria, come si rallegra il cuore quando giovani e anziani si incontrano, stanno insieme, si ascoltano, si raccontano. «L’amicizia di una persona anziana – scrive papa Francesco nel messaggio per la giornata mondiale dei nonni e degli anziani - aiuta il giovane a non appiattire la vita sul presente e a ricordarsi che non tutto dipende dalle sue capacità … Il progetto di Dio, progetto di amore, attraversa il passato, il presente e il futuro, abbraccia e mette in collegamento le generazioni. Gli anziani consegnano al presente un passato necessario per costruire il futuro».

Dio che si è fatto prossimo, cioè vicino a noi, in Gesù, ci spinge a vivere la prossimità dei giovani con gli anziani, con i poveri, con i diversi, con tutti. Così viene il regno di Dio.

Intenzioni di preghiera

1) Perché guardiamo il mondo con lo sguardo di Dio che sempre dà speranza, vede nel cuore di ciascuno il bene che può crescervi e con pazienza porta a maturazione il buon seme che vi ha deposto.

2) Per la Chiesa, piccolo granello di senapa nel grande campo del mondo, perché sia speranza per l’umanità intera e sia capace di accogliere all’ombra dei suoi rami tutti gli uomini. Per la protezione di papa Francesco e per il nostro vescovo, Domenico.

3) Per la protezione delle famiglie che, attraverso i Corridoi umanitari, sono giunte dall’Afghanistan questa settimana in sicurezza in Europa. Per i profughi, perché continuiamo a prenderci cura di questi nostri fratelli.

4) Per gli anziani in attesa della Giornata mondiale dei nonni. Per l’amicizia tra giovani e anziani che è benedizione per la nostra vita; perché ci lasciamo guidare dalla grazia di Dio che, di generazione in generazione, ci fa dare frutto in ogni stagione, mostrandoci il senso profondo e bello del dono di una lunga vita.

5) Perché il Vangelo, parola di pace, possa crescere dentro di noi e nel profondo della storia, per sconfiggere l’inimicizia e ogni spirito di contesa. Per la pace in Ucraina e ovunque è guerra. Per la missione del Cardinale Matteo Zuppi.